Ritardo del ciclo: le possibili cause. Anche l’ansia o particolari condizioni fisiologiche legate a un lutto o a stress lavorativo possono influire
Il ciclo mestruale non è uguale per tutte: può essere più o meno regolare, avere durata differente ed essere più o meno invalidante.
Tendenzialmente, il ciclo mestruale dovrebbe durare 28 giorni, ma a seconda dei casi non ci sarebbe da preoccuparsi se durasse dai 21 ai 35.
Un ciclo in ritardo può avere molteplici cause: vediamone alcune insieme alla dottoressa Serena Del Zoppo, ginecologa in Humanitas Medical Care ad Arese.
Lo stress per il ritardo del ciclo, spesso, fa ritardare il ciclo
È un circolo vizioso: il ciclo in ritardo è spesso fonte di forte stress, e lo stress è una delle possibili cause del ritardo del ciclo.
Al di là di questo, lo stress, influendo sull’ipotalamo (la parte del cervello adibita alla regolazione del ciclo), può condizionare le mestruazioni, al punto di farle anche “saltare”.
Anche l’ansia o particolari condizioni fisiologiche legate a un lutto o a stress lavorativo possono avere lo stesso risultato, e causare forti ritardi.
Il peso corporeo che cambia
Le irregolarità mestruali o l’amenorrea (assenza protratta delle mestruazioni) sono frequenti in chi pratica sport a livello agonistico, come nuotatrici, ginnaste, ballerine.
Ciò è dovuto al basso peso e alla bassa percentuale di grasso corporeo, con conseguenti bassi livelli di peptina, un ormone che influenza la ciclicità ormonale.
Con lo stesso meccanismo, anche le donne che soffrono di disturbi alimentari come la bulimia o l’anoressia avranno, tra le altre cose, una ripercussione sul proprio ciclo mestruale.
Aumenti importanti e repentini del peso corporeo possono influenzare in modo negativo la ciclicità mestruale.
Nelle donne sovrappeso-obese (BMI 25-30 o maggiore di 30) aumenta l’attività dell’enzima aromatasi, che converte gli androgeni in estrogeni, alterando il sistema endocrino.
Sindrome dell’ovaio policistico
La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è uno dei più comuni disordini endocrini nelle donne in età riproduttiva. È caratterizzata da anovulazione, iperandrogenismo e presenza all’ecografia di ovaie con aspetto policistico. Può avere ripercussioni sia sull’aspetto riproduttivo sia su quello metabolico.
Tra i sintomi più evidenti di questa patologia c’è proprio l’irregolarità del ciclo, che tende a lasciar passare tra una mestruazione e l’altra più di 35 giorni, accompagnata da acne e/o irsutismo, cioè aumento dei peli corporei.
Malattie croniche e farmaci
Esistono inoltre alcune patologie, non necessariamente ginecologiche, che possono causare alterazioni del ciclo mestruale.
In primis, i disturbi a carico della tiroide, in quanto questa piccola ghiandola è responsabile del metabolismo e, quindi, anche dei livelli ormonali.
L’ipofisi, oltre che per i motivi sopra citati, svolge un ruolo importante nel controllo del ciclo: alcune alterazioni, come ad esempio una sua insufficienza funzionale, possono essere cause di oligomenorrea. Inoltre un’alterazione ipofisaria potrebbe causare anche l’iperprolattinemia, l’eccessiva produzione della prolattina, che può a sua volta causare irregolarità nei flussi mestruali.
Un accenno ai farmaci: alcuni di questi, come gli antidepressivi, antiepilettici, antipsicotici e terapie croniche con cortisonici, possono indurre alterazioni del ciclo mestruale.
La gravidanza
La presenza di cicli lunghi fisiologicamente è concentrata nei primi anni dopo il menarca e negli ultimi anni prima della menopausa.
Nella valutazione delle possibili cause di un ritardo mestruale in una donna in età fertile non bisogna dimenticare la possibilità di una gravidanza.