Pitti Uomo 99: le sfilate, aperte quest’anno dal marchio di Brunello Cucinelli, sono tutte online e resteranno visibili fino alla fine di marzo
Il primo appuntamento dell’anno per la moda maschile è vissuto tutto online: Pitti Uomo la sua 99esima edizione ha dovuto proporla senza l’abituale cornice di vip, feste e banchetti. Le sfilate, aperte quest’anno dal marchio di Brunello Cucinelli, sono tutte online e resteranno visibili fino alla fine di marzo, a compensare con la maggiore esposizione il minore clamore mediatiche che l’evento generava nella sua forma ‘fisica’.
Grande comunque lo sforzo organizzativo messo in campo da Pitti Immagine che ha dedicato tutto il suo impegno a far nascere la piattaforma “Pitti Connect” all’interno della quale i singoli marchi si potranno incontrare con i buyer di tutto il mondo secondo quello che appare l’unico canale disponibile, almeno per oggi.
Perché Pitti non si arrende e lavora all’ipotesi di un secondo appuntamento alla fine di febbraio: «Stiamo tenendo aperta l’opzione fisica – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – Ma sarebbe meglio chiamarla ibrida, viste le possibilità offerte in parallelo dalla dimensione digitale per ampliare la copertura mediatica, approfondire i contenuti, rafforzare l’impatto promozionale e commerciale. Siamo pronti su entrambi i fronti, consapevoli della situazione e orgogliosi delle circa 250 aziende che ci hanno dato fiducia in questa temperie e vogliono lavorare con noi».
La moda maschile, secondo le stime elaborate dal Centro studi di Confindustria moda, dovrebbe archiviare il 2020 con perdite senza precedenti, su cui gravano sia le flessioni dell’export sia il forte deterioramento dei consumi interni. Il fatturato dovrebbe subire una contrazione del -18,6%, portandosi a poco meno di 8,3 miliardi di euro e bruciando, così, quasi 2 miliardi in dodici mesi.
Tutti i singoli micro-comparti sono stati interessati da un’evoluzione negativa, persino il trend espansivo dell’export è stato bruscamente interrotto: si stima una variazione pari al -16,7%, per circa 5,9 miliardi di euro.