Alopecia areata: ruxolitinib modificato in fase III


Alopecia areata, una forma modificata del Jak inibitore ruxolitinib passa in fase III: ha mantenuto performance elevate di efficacia e tollerabilità

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Un inibitore orale sperimentale delle Janus chinasi 1/2 ha mantenuto performance elevate di efficacia e tollerabilità nel trattamento dell’alopecia areata nel corso di un anno di utilizzo. I risultati di uno studio di estensione in aperto di un trittico di studi randomizzati di fase II sono stati presentati al recente congresso della European Academy of Dermatology and Venereology (EADV).

«I risultati ottenuti finora sono molto incoraggianti e dimostrano una buona sicurezza, oltre a una ricrescita continua e stabile dei capelli nella fase di estensione in aperto» ha riferito nella sua presentazione al congresso James Cassella, responsabile dello sviluppo nella compagnia Concert Pharmaceuticals con sede a Lexington, in Massachusetts.

Il farmaco in studio, per ora conosciuto con la sigla CTP-543, è una forma modificata con deuterio del doppio inibitore selettivo per la Janus chinasi (JAK) 1 e 2 ruxolitinib. È stato espressamente progettato per il trattamento dell’alopecia areata, una malattia autoimmune cronica per la quale non esistono terapie approvate, che colpisce uomini, donne e bambini di tutte le età e comporta un rischio per la vita intorno al 2%.

Nell’alopecia areata il sistema immunitario di chi ne è affetto attacca i follicoli piliferi, causando una perdita irregolare o completa dei capelli sul cuoio capelluto e sul corpo, nonché altri sintomi fisici e psicologici significativi. La patologia interessa circa 700mila persone negli Usa e può essere debilitante per la loro salute fisica e psicologica.

Il programma clinico per CTP-543
La Fda ha concesso al farmaco sperimentale di Concert le designazioni Breakthrough Therapy e Fast Track e nello scorso novembre 2020 è cominciato l’arruolamento per lo studio di fase III chiamato THRIVE-AA1, che valuterà efficacia e sicurezza di CTP-543 in pazienti adulti con alopecia areata da moderata a grave.

Circa il 92% dei partecipanti ai precedenti tre studi di fase II ha scelto di iscriversi all’estensione a lungo termine, una percentuale particolarmente alta che riflette il livello di bisogni insoddisfatti per una terapia efficace contro questa malattia cronica. I soggetti arruolati nell’estensione avevano mediamente 30 anni e una durata media della malattia di 3-4 anni. Per due terzi erano donne e in netta maggioranza erano bianchi. Il punteggio basale del Severity of Alopecia Areata Tool (SALT) era di 80, a indicare una malattia di grado da moderato a grave.

Gravità della malattia perlomeno dimezzata
Dei 152 pazienti che hanno preso parte alla fase di estensione, tuttora in corso e che al momento della presentazione dei dati poteva contare su 108 settimane di trattamento, in 130 avevano completato almeno 1 anno di esposizione al farmaco. Per la maggior parte assumevano una dose pari a 12 mg due volte al giorno.

Negli studi originali di fase II, entro la settimana 24 i punteggi SALT erano diminuiti di oltre il 50% rispetto al basale, con un punteggio medio di circa 40. Un livello di efficacia che si è mantenuto nel corso dei primi 6 mesi della fase di estensione, per un periodo complessivo di almeno 1 anno di trattamento, in circa due terzi dei partecipanti, mentre il terzo restante ha ottenuto un ulteriore miglioramento progressivo nei primi 6 mesi dell’estensione, con punteggi SALT ridotti fino a 20-30.

«Abbiamo osservato una notevole stabilità della ricrescita dei capelli oltre i 6 mesi», ha commentato Cassella, con solo due pazienti che hanno manifestato un’evidente riduzione della risposta nel periodo in aperto.

Buona sicurezza e nessuna perdita dei capelli dopo la sospensione
Circa il 15% dei pazienti ha abbandonato lo studio a lungo termine, solo in tre casi a causa degli effetti collaterali. Gli eventi avversi emergenti dal trattamento, che si sono verificati nel 13% dei casi, sono stati classificati come lievi (76%) e moderati (21%). I più comuni erano rinofaringite, acne e livelli elevati di creatinfosfochinasi, un enzima che svolge un ruolo importante nel metabolismo, essendo coinvolto nei meccanismi di produzione e gestione dell’energia, oltre che nel corretto funzionamento dei muscoli. Due eventi avversi gravi sono stati considerati potenzialmente correlati al trattamento e non sono emersi nuovi di effetti collaterali durante lo studio di estensione a lungo termine. Il monitoraggio di laboratorio di emoglobina, neutrofili e piastrine ha mostrato livelli stabili nel tempo.

Per quanto riguarda la velocità di caduta dei capelli una volta interrotta la terapia, una domanda emersa nel corso della presentazione dei dati, Cassella ha dichiarato che «sorprendentemente, nelle poche interruzioni della somministrazione, per esempio a seguito di variazioni dei parametri ematologici, non abbiamo rilevato nessuna perdita di capelli in un periodo di tempo fino a 3 settimane.