Attività fisica a casa: attenzione a distorsioni e lesioni muscolari. Molti di questi traumi si possono risolvere applicando la cosiddetta procedura R.I.C.E.
Sono molti i benefici dell’attività fisica, soprattutto se svolta regolarmente, per il corpo e la mente. L’attività fisica rappresenta un’importante forma di prevenzione contro diverse patologie e condizioni, come per esempio: patologie cardiovascolari e muscolo-scheletriche, sovrappeso, diabete e molti altri disturbi.
Dedicarsi all’attività fisica è dunque fondamentale, a maggior ragione in un momento come questo, dove per via della pandemia legata a COVID-19, la vita di molte persone è più improntata alla sedentarietà.
In questo periodo in cui le palestre sono chiuse, gli sportivi e, in generale, gli appassionati di sport si organizzano come possono. C’è chi ha la possibilità di allenarsi in casa, magari con macchinari adeguati, chi invece opta per fare moto all’aperto: in entrambi i casi, però, può capitare di compiere un movimento sbagliato, sovraccaricare tendini e muscoli, esagerare e stressare le strutture muscolo-scheletriche.
Insieme al il dottor Vittorio Di Giacomo, responsabile della Traumatologia Sportiva di Humanitas San Pio X, cerchiamo di capire quali zone del nostro corpo sono più a rischio di lesione, e cosa fare in questi casi.
Attenzione a distorsioni e lesioni muscolari
«Le lesioni muscolari o tendinee, fratture, lussazioni o più in generale i traumi che possono colpire la persona sono svariati e dipendono dall’attività sportiva praticata, dal livello di preparazione e forma fisica e dall’esperienza dello sportivo riguardo lo specifico gesto atletico. Le attività sportive messe in pratica durante la prima fase di pandemia erano spesso improvvisate e in spazi ristretti (su tutte, la corsa tra le mura domestiche). Il rischio di una distorsione per un brusco cambio di direzione o un passo falso su un gradino è altissimo, ma anche lesioni muscolari e tendinee sono molto frequenti per sovraccarichi o mal utilizzo di masse muscolari inadeguate allo sforzo richiesto.
Il “campo” è quindi fondamentale, ma altrettanto importante è la preparazione del nostro corpo ad affrontare i microtraumi sportivi: allungamenti, rinforzo muscolare, stretching, propriocezione, sono solo alcuni esempi».
Quali sono le principali lesioni da sport?
Le lesioni, in genere, si riconoscono dai segni e dai sintomi con cui si manifestano:
Distorsione: dolore, limitazione del movimento, tumefazione, calore sulla parte coinvolta
Lussazione di spalla: la spalla fuoriesce dalla sede naturale, i sintomi legati sono dolore, gonfiore, calore, difficoltà o impossibilità a compiere movimenti. È importante non provare assolutamente a riportare da soli o con l’aiuto di altri la spalla nella sede naturale, ma sempre rivolgersi al Pronto Soccorso.
Stiramento: dolore acuto e improvviso seguito da spasmo muscolare.
Contrattura: dolore al muscolo interessato e perdita di elasticità nel movimento. Può degenerare in una lesione muscolare grave se non trattato con riposo ed eventuale fisioterapia.
Strappo: è una lesione muscolare che può essere piuttosto grave. Si manifesta con dolore acuto, limitazione del movimento e, talvolta, livido.
Quando rivolgersi allo specialista?
«Molti di questi traumi si possono risolvere applicando la cosiddetta procedura R.I.C.E. (Rest-riposo, Ice-ghiaccio, Compression-compressione, Elevation-elevazione), ma nei casi che non rispondono a questa semplice terapia, è consigliato rivolgersi allo specialista per valutare la gravità del quadro clinico e iniziare nel più breve tempo possibile la terapia conservativa più adatta in base alla diagnosi specifica. Infatti, lo sportivo sa che trascurare una lesione e non affrontarla in tempi rapidi può significare non tornare più a recuperare la performance, dover abbandonare lo sport preferito e avere limitazioni anche nella vita quotidiana.
In caso di lesione da sport che richieda l’intervento dell’ortopedico, il fattore tempo è fondamentale. Come per gli sportivi di alto livello, dal trauma alla chirurgia deve passare il più breve tempo possibile, per permettere così al paziente di iniziare la riabilitazione e fisioterapia e tornare al più presto a praticare il suo sport con il minor deficit possibile», conclude il dottor Di Giacomo.