Draghi accetta l’incarico: ora servono numeri in Parlamento


Crisi di governo, Draghi accetta l’incarico con riserva: “Fiducioso che emerga unità”. Le forze politiche ancora divise sull’appoggio all'”esecutivo del Presidente”

Draghi accetta l'incarico: ora al suo Governo servono numeri

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Mario Draghi l’incarico di formare il governo. L’ex presidente della Bce ha accettatto con riserva e ora avvierà le consultazioni con i partiti politici per la creazione del nuovo esecutivo.

Draghi dovrà subito cercare una convergenza tra i partiti per avere una maggioranza: al momento, però, le forze politiche non hanno ancora chiarito le proprie posizioni ed i numeri alla Camera e al Senato sono in bilico.

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DRAGHI: ORA CONSULTAZIONI, FIDUCIOSO CHE EMERGA UNITA’

“Con grande rispetto mi rivolgero’ al Parlamento, espressione della sovranita’ popolare. Sciogliero’ la riserva al termine delle consultazioni” ma “sono fiducioso che emerga unità”. Con queste parole il premier incaricato Mario Draghi annuncia di aver accettato con riserva l’incarico di formare un governo conferitogli dal presidente Mattarella.

“E’ un momento difficile – aggiunge Draghi come riferisce la Dire (www.dire.it) – il presidente ha ricordato la drammatica crisi sanitaria coi suoi gravi effetti sulla vita delle persone, sull’economia, sulla società. La consapevolezza dell’emergenza richiede risposte all’altezza della situazione ed e’ con questa speranza e questo impegno che rispondo positivamente all’appello del presidente della Repubblica”.

“Vincere la pandemia e rilanciare il Paese sono le sfide che abbiamo di fronte, cosi’ come l’utilizzo delle risorse europee avendo uno sguardo alle giovani generazioni. Con grande rispetto – annuncia – mi rivolgero’ al Parlamento, espressione della volonta’ popolare e sono fiducioso che dal confronto con i partiti e il dialogo con le forze sociali emerga unita’ e con essa la capacita’ di dare una risposta all’appello del Presidente della Repubblica. Sciogliero’ la riserva al termine delle consultazioni”.

M5S E LEU VERSO IL NO, PD ASPETTA E CENTRODESTRA SPACCATO

Netta chiusura da parte del Movimento 5 Stelle, che ha subito ribadito la sua posizione contraria ad un governo che non sia “politico” e “guidato da Giuseppe Conte”. L’uscita di Emilio Carelli di ieri pomeriggio, però, potrebbe aprire la strada ad una pattuglia di parlamentari pentastellati disposti a votare la fiducia all’ex presidente della Bce.

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Sono invece già schierati per il sì i ‘cespugli’ di centro e centrodestra, da Matteo Renzi a Carlo Calenda, dall’Udc a Cambiamo! di Giovanni Toti, passando per per +Europa di Emma Bonino.

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Nel campo del centrosinistra, invece, Pd e Leu scelgono la linea attendista: i dem si dicono “sensibili all’appello di Mattarella”, ma il vicesegretario Orlando, dopo aver più volte ripetuto che il Pd non voterà un esecutivo insieme alle forze sovraniste, chiarisce che “decideremo anche in base alle scelte degli altri partiti”. Leu, invece, vuole aspettare di “sentire le parole di Draghi”, ma ammette che votare la fiducia all’ex presidente della Bce “è molto difficile“.

Spaccato il centrodestra: Forza Italia sembra pronta a rispondere positivamente all’appello di Mattarella mentre la chiusura da parte di Giorgia Meloni sembra totale. Prova a tenere unita la coalizione Matteo Salvini, che propone un sì all’esecutivo Draghi con una condizione: esecutivo a tempo ed elezioni a giugno.