Verso un Governo Draghi: da Cottarelli a Boeri, da Cartabia a Polimeni è partito il totonomi per la guida dei Ministeri. Lo scoglio dei numeri in Parlamento
Governo Draghi tecnico, politico, o piuttosto un mix tra i due? Mentre Mario Draghi si avvia a ricevere l’incarico al Quirinale, le prime ipotesi sulla squadra di governo non sciolgono i dubbi sulla caratura dell’esecutivo del presidente. È la domanda delle prossime ore: quanta politica ci sarà nel governo Draghi? Due gli schemi che circolano con insistenza in ambienti parlamentari, riportati dalla Dire (www.dire.it), e della cui solidità si giudicherà solo nelle prossime ore. L’ossatura è la stessa, cambia la quota di ‘politica’ nell’uno e nell’altro. Sulla presenza dei partiti saranno decisive le scelte che si compiranno a breve, quando si riuniranno i gruppi dirigenti di ogni formazione. Anche per questo nell’uno e nell’altro degli schemi che circolano restano in bianco i vicepremier.
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LE DUE IPOTESI PER IL GOVERNO DRAGHI
I nomi in comune alle due ipotesi della squadra di Draghi sarebbero Carlo Cottarelli al Recovery Fund, Marco Bentivogli al Mise, Enrico Giovannini all’Ambiente, Tito Boeri al Lavoro e alla Previdenza, Patrizio Bianchi all’Istruzione e Antonella Polimeni all’Università e ricerca. Se Mario Draghi sceglierà di giocare la carta della politica, e se i partiti lo asseconderanno, si ipotizza che possano entrare nell’esecutivo Giancarlo Giorgetti all’Interno, Emma Bonino agli Esteri, Stefano Patuanelli alle Infrastrutture, Paola Severino alla Giustizia, Mara Carfagna alla Salute.
Se invece si sceglierà un governo dal profilo tecnico, seppure popolato da esponenti considerati di ‘area’, al Viminale potrebbe restare Luciana Lamorgese, agli Esteri andrebbe Giampiero Massolo, al Mef Fabio Panetta, Raffaele Cantone andrebbe alle Infrastrutture e Marta Cartabia alla Giustizia. Alla Salute la virologa Ilaria Capua. Si tratta evidentemente di pure ipotesi, che circolano tuttavia con insistenza in Parlamento. Alla vigilia del colloquio tra Draghi e il capo dello Stato Sergio Mattarella, e prima delle consultazioni che Draghi avvierà coi partiti, è arduo dire quanto siano fondate. Di certo si tratta di proiezioni che riflettono i desiderata di queste ore. Il passaggio parlamentare è un’altra storia. Il governo Draghi deve vincere la resistenza di un blocco di 174 senatori ‘filo-sovranisti’ (19 Fdi, 63 Lega, 92 M5s) e 355 deputati (33 Fdi, 131 Lega, 191 M5s). Un’incognita a sé è la possibile presenza del premier uscente Giuseppe Conte. Nel caso per lui si ipotizza, per ora solo sulla carta, un incarico agli Esteri.