Per i bambini lo sport più consigliato è il nuoto: in piscina al lavoro cardiopolmonare si abbina quello di braccia e gambe
E’ fra gli sport più consigliati alle famiglie quando chiedono quale sport è bene far praticare ai propri bambini. Il nuoto, allenamento di scarico per eccellenza, è spesso la prima disciplina sportiva praticata in modo sistemico. Vediamo perché questa attività, se piace al bambino, è da preferire a molte altre. Ne parla il dott. Stefano Respizzi, specialista in fisiatria e in medicina dello sport di Humanitas.
Benessere armonico delle articolazioni
Il nuoto è uno sport di “scarico”, ciò significa che le articolazioni e le giunture non sono sovraccaricate quando lo si pratica perché il galleggiamento cambia pesi e volumi corporei. L’altro elemento positivo è che il movimento avviene in modo armonioso. Il lavoro cardiopolmonare si abbina quello di braccia e gambe.
Un movimento alla portata di tutti e senza controindicazioni
Per fare nuoto inoltre non servono grandi investimenti: le strutture pubbliche sono diffuse in modo capillare in tutti i centri abitati di una certa dimensione e l’attrezzatura che serve è praticamente nulla, bastano un costume da bagno e degli occhialini.
Falsi miti
Che il nuoto faccia bene alla salute non vi sono dubbi. Ci sono però patologie che non è in grado di curare o correggere. È falso, per esempio, che possa curare la scoliosi.
D’altra parte non vi sono controindicazioni alla pratica di questo sport: nemmeno soffrire di asma. L’unica limitazione potrebbe essere quella di una allergia al cloro, che provocherebbe rossori sulla pelle.
La mancanza dell’aspetto ludico
Per quanto i bambini considerino divertente stare nell’acqua, tanto che al mare spesso è difficile convincerli a separarsene, al nuoto manca l’aspetto ludico. Non è uno sport di squadra. Anche se lo si pratica in gruppo nel momento di cui si nuova si è soli ed la socializzazione è minima. Gli manca quindi l’aspetto di divertimento che può essere indicato per i bambini. Ecco perché sarebbe bene non forzare i ragazzi che non manifestano interesse o piacere nel praticarlo.