Larry Flynt è morto a Los Angeles a 78 anni a causa di un arresto cardiaco: il re del porno era anche uno dei principali oppositori di Donald Trump
Un arresto cardiaco ha messo la parola fine sulla vita di uno dei personaggi più discussi della storia degli Stati Uniti, quel Larry Flynt che nel 2003 è stato inserito al primo posto nella classifica delle 50 persone più influenti nella pornografia da parte della rivista Arena, rivista maschile inglese. Nato a Salyersville, nel Kentucky, l’1 novembre 1942, è morto a Los Angeles a 78 anni. La crisi petrolifera, la sua fortuna. Perché dall’evento che ha messo in ginocchio gli Usa nel 1973 è stato capace di trarre il massimo dei benefici. Dopo aver rilevato e rilanciato il bar della madre, e dopo averne aperti altri due, decise di intraprendere una nuova attività, in Ohio, con un bar che offrisse spettacoli con ballerine nude.
Primo nel suo genere, lo chiamò Hustler Club, a cui seguirono diverse altre aperture: fu un successo. Finché non arrivò la crisi del 1973, che ridusse la clientela dei club. Fu per questo che tentò di trovare nuovi fondi per non andare in bancarotta. Trasformò la Hustler Newsletter, una pubblicazione in bianco e nero col programma e i servizi dei suoi club, in una rivista con contenuti decisamente erotici e a tiratura nazionale. Nel luglio del 1974 la prima pubblicazione: dopo l’iniziale diffidenza, la rivista si rivela un vero affare. A novembre del 1974 danno scandalo le prime ‘pink-shots‘, ovvero le foto esplicite di vagine.
Negli ultimi anni della sua vita Flynt è stato costretto a vivere sulla sedia a rotelle, come conseguenza di un attentato. È il 6 marzo 1978 quando durante una battaglia legale che lo vedeva incriminato per oscenità nella Contea di Gwinnett in Georgia, lui e il suo avvocato Gene Reeves Jr. rimasero vittime di un attentato vicino il Tribunale della Contea a Lanceville, a colpi di arma da fuoco calibro 44.
Larry Flynt, ricorda la Dire (www.dire.it), fu gravemente ferito all’addome e alla spina dorsale. Il serial killer neonazista e suprematista bianco Joseph Paul Franklin, ex membro del Ku Klux Klan, anni dopo si attribuì l’attentato, per il quale però non venne mai giudicato: disse di averlo fatto per colpa di da alcune foto pubblicate su Hustler, immagini interrazziali. Elettore democratico, è stato protagonista di scontri con la destra religiosa Usa e anche un oppositore della prima ora di Donald Trump. Per questo ha pure prodotto The Donald, un film pornografico-parodia dell’ex residente Usa, e aveva offerto 10 milioni di dollari a chi avrebbe portato prove che conducessero all’impeachment di Trump.
(Foto da profilo Twitter ufficiale @ImLarryFlynt)