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Coldiretti Calabria chiede a Draghi di puntare sull’agroalimentare

I Distretti del Cibo avviano la ripartenza dopo la crisi economica scaturita dalla pandemia e si rivolgono al governo per i programmi di sviluppo

Coldiretti Calabria lancia un appello a Mario Draghi: l’agroalimentare deve essere il traino per il rilancio. Stop alle ecomafie che sfruttano import cibi senza controlli

L’agroalimentare è pronto a ripartire, anche se non si è mai fermato,  con maggiore forza facendo leva sui  specifici punti di forza per fare da traino all’economia. Questo – riferisce Coldiretti Calabria – quanto è scaturito dall’incontro molto positivo del Presidente Nazionale Prandini con il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi. A trainare la transizione ecologica del Paese deve essere l’’agroalimentare “Made in Italy” che è stato l’unico settore cresciuto all’estero nel 2020 sulle tavole di tutto il mondo, nonostante le difficoltà della pandemia Covid. A  danneggiare però il nostro cibo – afferma Coldiretti  – la criminalità internazionale sfrutta i buchi nei controlli alle frontiere sul commercio di cibi e bevande che favoriscono l’arrivo di prodotti di bassa qualità, ma anche pericolosi traffici illeciti. Questo alle nostre latitudini avviene spesso, come dimostra  l’importante operazione condotta al porto di Gioia  Tauro – dai funzionari doganali e dai militari della Guardia di Finanza, che  con l’ausilio di sofisticati scanner in dotazione all’Agenzia, sono riusciti ad individuare un carico di stupefacenti nascosto in tre container carichi di caffè, carne congelata e frutta esotica provenienti dal Brasile dall’Ecuador.

Le agromafie – ricorda Coldiretti Calabria – si infiltrano nel settore agroalimentare che spesso viene utilizzato come copertura o per il lavaggio del denaro sporco con investimenti che vanno dalla produzione al trasporto, dai ristoranti alla distribuzione commerciale, con un volume d’affari che è salito a 24,5 miliardi di euro con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, approfittando anche della crisi causata dall’emergenza coronavirus. Questo indebolisce la nostra agricoltura e l’agroalimentare che invece hanno nelle corde una grande capacità di resilienza nonostante le difficoltà degli operatori e dell’economia. L’Italia è leader in Europa per valore aggiunto, sostenibilità e qualità e con la crisi la filiera del cibo è diventata la prima ricchezza del Paese.

Questo – aggiunge Coldiretti – si trasferisce anche in Calabria  con valori significativi che assicurano lavoro e fornitura di cibo dal campo alla tavola. L’allarme globale provocato dal Coronavirus con i prezzi dei prodotti alimentari di base che secondo la Fao hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, ma anche le fragilità presenti in Italia, sulle quali –ribadisce Coldiretti – occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare, ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento e creare posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni, con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde. La Calabria deve continuare la fase di modernizzazione  e le proposte avanzate a Draghi vanno in questa direzione. Digitalizzazione delle campagne,  invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà, dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla Coldiretti per il Recovery Plan.

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