Vogue Italia dedica un numero alla gente comune


Niente modelle né fotografi professionisti: il numero di febbraio di Vogue Italia è sulle persone reali. Obiettivo capire dove vive la moda

Vogue Italia dedica il nuovo numero alla strada

“Sono convinto che in un mondo in cui quello che conta è in fondo solo il talento delle persone e la capacità di rinnovarsi, nessun indicatore valga più dell’entusiasmo di chi ha appena cominciato”, a dirlo e scriverlo è il direttore di Vogue, Emanuele Farneti, nell’editoriale del nuovo numero di febbraio. Non è un caso che in copertina siano finite due ragazze milanesi che sognano un futuro nella moda: Lavinia, 23 anni, stagista presso Vogue Italia, e Meron, 27 anni, junior account presso Giorgio Armani.

DOVE VIVE LA MODA OGGI? 

Vogue Italia in edicola in questi giorni torna a farsi la stessa domanda a cui rispondeva nel luglio del 1998: Dove vive la moda? “la risposta – spiega il direttore – sembrava allora abbastanza evidente: erano infatti quelli gli anni in cui un raffinato sistema creativo e produttivo aveva raggiunto il punto fino a ora più alto della sua parabola, e l’Italia (Milano in particolare) stava al centro del sistema. Tempi in cui erano ben chiare le regole del gioco: chi la moda la faceva, per chi, per chi no, e come la si dovesse raccontare”.
Dove vive la moda oggi è questione meno ovvia e per questo non meno rilevante.
“Esiste ancora uno spazio per questo mercato – prosegue Emanuele Farneti –  e più in generale per il sistema di valori che rappresenta? È destinato a essere sempre più appannaggio di pochi fortunati, magari soprattutto in Paesi lontani? Oppure sta vivendo soltanto un tempo sospeso, un lungo letargo figlio del diradarsi di occasioni sociali, ma mentre riposa matura nuove idee pronte presto a sbocciare?”.
Il magazine di febbraio la moda va a cercarla per strada, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it). Si parla certo di sfilate, fashion video, piattaforme digitali, ma il focus – pagina dopo pagina – è affidata a un gruppo di stylist a cui è stato chiesto di realizzare immagini scegliendo persone reali, che vivono la moda nel proprio quotidiano.
“Per quanto ne so – conclude Farneti – è la prima volta che un numero di Vogue viene realizzato senza il contributo di fotografi professionisti e senza modelle: un piccolo esperimento che punta a rappresentare la realtà in presa diretta, con il minor numero di filtri possibili”.