Con la pandemia è record per le pizze surgelate


La pandemia fa crescere il consumo di pizze surgelate. I cambiamenti nello stile di vita dei consumatori fanno crescere produzione e risultati di Roncadin

Con la pandemia è record per le pizze surgelate

Si è chiuso con il segno più il 2020 di Roncadin, azienda di Meduno (PN) specializzata nella produzione di pizze surgelate per i mercati italiani ed esteri. Il fatturato di Roncadin ha infatti raggiunto quota 140 milioni di euro, +16,6% rispetto al 2019, con circa 100 milioni di pezzi prodotti (18 milioni in più rispetto all’anno precedente).

«Un risultato determinato dal forte aumento dei pasti consumati a casa per via dell’emergenza Covid e del conseguente aumento della spesa alimentare – commenta l’amministratore delegato Dario Roncadin –. Questo vale sia per l’estero sia per l’Italia, dove già da anni il consumo di pizza surgelata viveva un trend positivo. Perciò Roncadin ha sostenuto, e continua a sostenere, ritmi molto elevati per via della grande richiesta di prodotti alimentari nella GDO in tutti i mercati di riferimento. I numeri sono senza dubbio incoraggianti, ma non possiamo abbassare la guardia, perché una volta che la pandemia abbasserà la sua pressione, la Grande Distribuzione competerà nuovamente con la ristorazione e altri canali, quindi è necessario essere pronti con prodotti innovativi».

A Meduno Roncadin produce pizze surgelate realizzate con materie prime di alta qualità, procedimenti produttivi all’avanguardia e centinaia di ricette diverse, per prodotti sia a marchio Roncadin, sia destinati alle marche del distributore in tutto il mondo (la quota export è del 70%). «Con la pandemia abbiamo dovuto fronteggiare un’emergenza sugli ordini, che hanno iniziato ad arrivare con tassi tripli rispetto al previsto – prosegue Dario Roncadin –. Soddisfare in linea con i tempi richiesti le commesse è stata una grandissima sfida, che ha richiesto uno sforzo congiunto fra logistica, pianificazione produttiva e approvvigionamenti delle materie prime, che in alcuni momenti scarseggiavano». Il rispetto delle misure di distanziamento in azienda ha inoltre causato modifiche organizzative che hanno richiesto grande attenzione nella gestione degli oltre 700 dipendenti che, sottolinea Roncadin, «Si sono comportati con grande senso di responsabilità e dedizione. Per questo abbiamo ritenuto opportuno offrire anche degli incentivi economici e vari benefit a chi, soprattutto nei reparti produttivi e in particolare nel periodo del primo lockdown, ha garantito la sua presenza consentendoci di onorare gli ordini».

Nonostante le difficoltà, e con parte dei dipendenti operativi da remoto, Roncadin ha continuato a lavorare sul fronte ricerca e sviluppo, creando nuovi prodotti il cui lancio è previsto per il 2021: in particolare nuovi formati rettangolari e di grandi dimensioni, sempre più richiesti dai consumatori. Inoltre l’azienda proseguenella strada intrapresa dell’efficientamento produttivo dello stabilimento e nello sforzo verso la sostenibilità, «componenti che saranno sempre più strategiche nelle industrie del futuro» sottolinea Dario Roncadin. L’azienda intende identificare e rendicontare in modo sempre più preciso i dati e i consumi, con l’obiettivo di fissare obiettivi di medio e lungo periodo con standard valutabili in tutti gli aspetti produttivi: riduzione dell’uso della plastica di imballaggio, della materie prime, dei consumi energetici.

Proseguono inoltre i progetti legati alla valorizzazione delle eccellenze del territorio di cui Roncadin fa parte. Da una parte ci sono stati ingenti investimenti per migliorare il sistema di approvvigionamento idrico (uno dei punti di forza di Roncadin è l’utilizzo di acqua proveniente dalle sorgenti di montagna circostanti), dall’altra, a marzo 2020, l’azienda ha risposto all’appello della regione Friuli Venezia Giulia per ‘salvare’ il latte friulano, il cui consumo attraverso il canale Horeca era enormemente calato. «In partnership con l’agenzia di cluster Agrifood Fvg – spiega Dario Roncadin – abbiamo messo a punto un progetto per utilizzare mozzarella prodotta con latte munto in regione per coprire una parte del nostro fabbisogno settimanale».

Nelle ultime settimane l’azienda ha dovuto fare i conti anche con l’avvio della Brexit. «A dicembre l’incertezza causata dalla situazione ci ha causato notevoli ritardi nelle consegne e fra i camion fermi a Dover qualcuno era anche carico delle nostre pizze – racconta Dario Roncadin –. Anche se non sono stati introdotti dazi, sono cresciuti i costi operativi. Ogni anno inviamo 550 camion nel Regno Unito e quella che era considerata una spedizione ordinaria ora comporta molta documentazione e pratiche burocratiche aggiuntive». Le esportazioni in UK valgono circa il 20% del fatturato di Roncadin e l’azienda ha moltiplicato gli sforzi per continuare a servire al meglio questo mercato strategico. «Tuttavia – conclude l’amministratore delegato – l’emergenza dovuta alla novità della Brexit sembra ora essere alle spalle. Le incognite per il futuro sono più legate all’evolversi della pandemia e alle ripercussioni che potrebbe avere sulla GDO nei prossimi mesi».