Nuovo studio spiega, partendo da dati sperimentali, la “traiettoria evolutiva” del virus HIV attraverso il ruolo svolto dalla proteina p17
Quando parliamo di HIV il pensiero va immediatamente al virus responsabile dell’Aids. In realtà. il virus dell’immunodeficienza umana (HIV) si suddivide in due ceppi: HIV-1 -responsabile della pandemia da Aids- e HIV-2, meno trasmissibile e localizzato soprattutto in Africa occidentale.
Entrambi i ceppi hanno avuto origine dal virus dell’immunodeficienza delle scimmie, detto SIV, che a sua volta presenta due varianti: il virus SIVcpz – che infetta gli scimpanzé e ha dato origine all’HIV-1- e SIVsmm, che infetta, invece, un particolare tipo di cebo, il cercocebo moro, e ha dato origine all’HIV-2.
Oggi, uno studio internazionale a cui ha partecipato l’Istituto di tecnologie biomediche (Itb) del Cnr di Milano spiega, partendo da dati sperimentali, la “traiettoria evolutiva” del virus HIV attraverso il ruolo svolto dalla proteina, la p17.
E’ stato scoperto infatti che la proteina p17 di HIV-1 interagisce con un recettore attivando una sorta di “interruttore molecolare” che lo differenzia sensibilmente HIV-2, e che potrebbe spiegare sia la maggiore aggressività, sia la prima trasmissione da uomo a uomo (cfr. figura).
Studi evolutivi e studi biologici concordano infatti, su fatto che questo meccanismo si manifesti nella proteina di matrice dei progenitori dell’HIV-1, quindi negli scimpanzé, ma non in quelli della proteina di matrice dell’HIV-2: la proteina p17 rappresenta, così, la firma molecolare che traccia e caratterizza l’evoluzione dell’HIV-1.
Ulteriori studi saranno necessari per dimostrare che effettivamente tale epitopo funzionale possa essere responsabile della differenza di patogenicità tra HIV-1 ed HIV-2 e comprendere appieno tali differenze.
Lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS). Ampio e qualificato il gruppo che ha collaborato: oltre a Cnr-Itb, infatti, sono coinvolti il gruppo di ricerca del presidente della Società italiana di virologia Arnaldo Caruso, (Sezione di Microbiologia, Dipartimento di Medicina Traslazionale e Molecolare dell’Università degli Studi di Brescia), Pietro Liò (Dipartimento di Informatica dell’Università di Cambridge, UK) e Robert C. Gallo (Istituto di Virologia Umana, Università del Maryland di Baltimora, USA), lo studioso statunitense noto per aver contribuito nel 1982, alla scoperta dell’origine retrovirale dell’AIDS.
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