La saliva, prodotto delle ghiandole salivari, ha come funzione principale la lubrificazione del cavo orale ma non è l’unica: ecco alcune curiosità
Ne produciamo quasi un litro al giorno, è formata dal 98% di acqua eppure non disseta. La saliva è il prodotto delle ghiandole salivari che ha come principale funzione la lubrificazione della cavità orale ed è indispensabile per la formazione del bolo alimentare. Mescolandosi con il cibo durante la masticazione, aiuta la deglutizione e avvia il processo di digestione dei carboidrati. Molti i suoi compiti, alcuni dei quali forse poco conosciuti. Ne parla il dottor Marco Folci, immunologo clinico di Humanitas.
Da cosa è formata e a cosa serve la saliva?
La saliva è formata dal 98% da acqua, mentre il restante 2% da sostanze organiche e inorganiche. Nonostante l’elevata componente acquosa, la saliva presenta un’alta viscosità grazie alla presenza di particolari proteine dette mucine. Questo le permette di aderire su tutte le superfici del cavo orale, del cavo faringeo e dell’esofago in modo tale da proteggerli durante la masticazione e deglutizione degli alimenti. Tra le sostanze organiche in essa presenti, ricordiamo alcuni enzimi adibiti alla digestione, come amilasi e lipasi, o con funzione antibatterica; tra le sostanze inorganiche sali minerali sotto forma di ioni come sodio, cloro e bicarbonato accanto a potassio, calcio, magnesio e fosfato.
Funzioni alternative della saliva
Percezione del gusto
La saliva è fondamentale nella percezione del gusto. Garantendo l’idratazione degli alimenti porta in soluzione le sostanze che successivamente stimoleranno i recettori posti sulla lingua. Tale funzione è essenziale per evitare di deglutire cibi avariati o nocivi e quindi per mantenere l’integrità e la salute dell’individuo.
Funzione immunologica
La saliva contiene un gran numero di molecole proteiche che svolgono attività antibatteriche, antivirali e antifungine. Tali enzimi risultano di fondamentale importanza nel mantenere il corretto equilibrio tra le diverse specie batteriche che sono normalmente ospitate nel cavo orale, riducendo la presenza di patogeni a favore di batteri utili. Lo studio della flora batterica della bocca, la quale conta più di 700 specie batteriche differenti, si presenta attualmente come una delle aree a maggior interesse scientifico. Tra gli enzimi meglio conosciuti ritrovati nella saliva umana vi è il lisozima.
Degradando la parete dei batteri porta all’eliminazione degli stessi in sovrannumero, controllando il numero complessivo di microorganismi e riducendo così la diffusione di popolazioni nocive. Altre glicoproteine coinvolte nella protezione della bocca sono le mucine, le quali legano e intrappolano i microorganismi che verranno degradati nell’ambiente acido dello stomaco. Un altro enzima, la lattoferrina, svolge la sua azione riducendo il numero di ioni ferro presenti nella saliva e utilizzati dai patogeni per proliferare.
Le funzioni in ambito immunologico tuttavia non si fermano qui, infatti nella saliva umana si ritrovano elevate quantità di anticorpi. Prodotti dai linfociti B presenti nelle ghiandole salivari, si diffondono su tutta la superficie della bocca migliorando le difese contro i patogeni.
Funzione antidolorifica
Un peptide chiamato opiorfina, della stessa famiglia della morfina, è stato isolato nella saliva umana. Le sue proprietà analgesiche si estrinsecano tramite l’attivazione di recettori oppioidi che attenuano la percezione centrale del dolore. Il mondo della ricerca sta lavorando per produrre in modo sintetico l’opiorfina, dato il suo alto potere analgesico, tuttavia non vi sono ancora risultati trasferibili all’attività clinica di tutti i giorni.
Salivazione elevata o bocca secca? Possono entrambe indicare un problema
Una salivazione intensa, detta scialorrea, si verifica a causa di una produzione eccessiva che può essere secondaria a svariate condizioni patologiche oppure all’utilizzo di alcuni farmaci, come anche dalla difficoltà nel trattenere e deglutire la saliva stessa.
La secchezza delle fauci, o xerostomia, è una condizione che dipende dalla riduzione o assenza del flusso salivare. La cosiddetta “bocca secca” può comportare importanti difficoltà nella deglutizione dei cibi, può influire nell’articolazione delle parole e addirittura, se dovuta a patologie autoimmuni, aumenta il rischio di carie dentali. Le cause sono molteplici. Accanto a situazioni temporanee associate a fattori emotivi (come ansia e agitazione) o all’assunzione di alcuni farmaci, ricordiamo condizioni patologiche che danno invece una riduzione persistente della salivazione. Traumi o interventi chirurgici possono alterare l’anatomia delle ghiandole salivari rendendole inefficaci. Lo sviluppo di fibrosi conseguente all’infiammazione causata da infezioni virali croniche e malattie autoimmuni, determina invece l’incapacità a produrre saliva.
Tra queste ultime ricordiamo le malattie del connettivo e la sarcoidosi accanto alla più frequente sindrome di Sjogren, una condizione di infiammazione cronica delle ghiandole esocrine che porta a riduzione della salivazione e delle lacrime.
I rimedi alla salivazione, intensa o secca che sia, differiscono ovviamente dalla causa. Per questo raccomandiamo di consultare il proprio medico o lo specialista in caso di alterazioni.