Nella prima edizione del Rally Terra Valle del Tevere si impone la coppia Marchioro-Marchetti su Skoda Fabria R5. Sul podio anche Gamba-Gonella e Bulacia-Penate
Vittoria per i padovani Nicolò Marchioro e Marco Marchetti (Skoda Fabia R5) al 1° Rally Terra Valle del Tevere, disputato nel weekend sulla lunghezza di sei prove speciali, con l’organizzazione curata da Valtiberina Motorsport, “promo event” della serie internazionale Tour European Rally Series e seconda prova del Challenge Raceday Rally Terra, la fortunata serie promossa da Alberto Pirelli che si svolge a cavallo delle due stagioni rallistiche.
Oltre cento iscritti, grandi “nomi” e vetture di livello, sono stati i primattori dell’evento che ha inaugurato al meglio possibile la stagione sterrata in Italia, regalando emozioni a non finire, con la leadership passata di mano diverse volte, una gara corsa costantemente sul filo dei decimi di secondo. Le due prove speciali in programma, di caratura “mondiale”, la loro relativa lunghezza ed il fatto di ripartire in ordine di classifica dopo ogni due prove hanno reso l’atmosfera decisamente “da thrilling”, con duelli alla distanza, che hanno portato in diversi a giocarsi l’attico della classifica sino all’ultimo appuntamento con il cronometro.
La vittoria di Marchioro, un podio tutto marchiato Skoda, è maturata dalla quarta prova speciale, dopo un avvio sofferto (in sesta posizione dopo due prove) dovuto soprattutto al fatto di partire per primo sulla strada, quindi “spazzando” la via agli avversari. Dal secondo giro, il padovano ha poi operato una progressione decisa che lo ha portato al comando dalla quarta “chorno” per poi riuscire ad allungare quel poco che è bastato per trionfare, comunque riuscendo anche a tenere alla frusta i diversi che volevano metterlo in crisi.
La seconda posizione alla fine l’ha fatta sua il bergamasco Matteo Gamba (Skoda Fabia R5), con alle note Gonella, partito al comando e rimastoci sino a metà gara, per poi incappare in un lieve “lungo”, nonostante il quale è comunque riuscito a rimanere sopra il podio, per andare a prendersi poi un ampiamente meritato “argento”. Gradino più basso del podio per il 18enne boliviano Bruno Bulacia (Skoda Fabia R5) al suo esordio sulle strade italiane. Affiancato dallo spagnolo Penate, il giovane sudamericano si è subito ben adattato alle strade italiane, andando così a ripercorrere la storia tracciata dal fratello maggiore Marco, già Campione Italiano su Terra 2020 e protagonista adesso del mondiale WRC-2.
Hanno da recriminare assai in due: l’umbro Francesco Fanari ed il vicentino figlio d’arte Alberto Battistolli (con Ometto alle note su Skoda Fabia R5). Fanari (suo il miglior tempo nello “shakedown della vigilia), visto in grande forma pur se al debutto con la VolksWagen Polo R5 (affiancato da Castiglioni), costantemente sopra al podio assoluto, è stato rallentato pesantemente in chiusura da problemi alla trasmissione, quelli che lo hanno relegato in una non certo premiante ottava posizione finale da terzo che era mentre Battistolli, che era riuscito a salire sino al secondo posto, durante la quinta “piesse” è stato tradito da un testacoda e messo ancor più in crisi dalla retromarcia che non entrava per poter riprendere la gara, poi finita in nona posizione.
Quarta piazza all’epilogo per il sanremese Andrea Maselli, affiancato da Milena Danese su una Hyundai i 20 R5. Una partenza di gara in sordina, per loro ed una notevole progressione avvita dal secondo giro sono stati i caratteri della loro prestazione che ha certamente un sapore forte. Come di sapore forte si parla delle prestazioni complessive da parte di Simone Romagna, quinto con una Fabia pure lui, del sammarinese Jader Vagnini e del veneto Tullio Versace, rispettivamente sesto e settimo anche in questo caso con una vettura boema. Seguono poi i già nominato Fanari e Battistolli e la top ten è stata chiusa dal trentino Luciano Cobbe, Skoda Fabia R5, con solo sette decimi davanti al debuttante sulla terra Cristiano Bianucci (Skoda), da Lucca, affiancato per l’occasione dall’esperto Sauro Farnocchia.
Vittoria marchiata aretina tra le “due ruote motrici”, con il successo andato a Luigi Caneschi, con una Peugeot 208 R2, tra le gruppo N “tradizionali” ha primeggiato il veloce romano Emanuele Silvestri, con una Mitsubishi Lancer Evolution, dopo aver avuto ragione dello sloveno Darko Peljhan (Mitusbishi Lancer Evo IX) e tra le nuove “N5” ha vinto – al ritorno dopo dieci anni di assenza – il sammarinese Alex Broccoli, con una Citroen DS3 ed in questa categoria aveva ben impressionato, sino al ritiro per noie meccaniche il lituano Samsonas (Ford Fiesta), anche lui al debutto in Valle del Tevere.
Movimentata anche la disputa tra le vetture storiche. Il successo è andato al sammarinese Bruno Pelliccioni (Ford Escort RS), passato a condurre da metà gara, quando cioè si è fermata la Lancia Delta Integrale dei francesi Vivier-Finidori. Seconda posizione per Pellegrini-Cavalli (for Escort RS) e terzi Tonelli-Debbi, finalmente sorridenti con la loro Ford Escort RS, riscattando così in buona parte il loro 2020 assai amaro.
IL TERRITORIO IDENTIFICATO DALLA GARA
Nel nome alla gara “Valle del Tevere” si è voluto contribuire ad incentivare l’immagine dei territori che ospitano l’evento, per dare immagine ed a dare sostegno all’economia del settore turismo, con la collaborazione dell’Automobile Club Arezzo e con il convinto sostegno delle Amministrazioni locali, le “tre perle” della Valtiberina, vale a dire i comuni di Anghiari, Pieve Santo Stefano e Sansepolcro. Tre luoghi di rara bellezza paesaggistica ed anche di grandi ricordi storico-culturali, i quali per due giorni diverranno palcoscenico per un evento destinato a tracciare una nuova storia di grande sport e di passione per il motorsport, soprattutto per le corse su strada. Oltre che dare un segnale propositivo in un momento certamente ancora non facile a causa dell’emergenza sanitaria.