Papa Francesco in Iraq in viaggio apostolico lancia un appello da Baghdad: “Tacciano le armi! Se ne limiti la diffusione, qui e ovunque”
Papa Francesco è arrivato in Iraq, dove fino a lunedi’ e’ in programmma il suo trentatreesimo viaggio aposticolo. Come riferisce il portale di informazione Vatican News, il Pontefice ha lasciato l’aeroporto internazionale di Fiumicino, diretto a Baghdad, alle 7.45. Circa quattro e mezzo le ore di volo.
Già oggi in programma diversi incontri. Il primo, spiega la Dire (www.dire.it), è quello con il primo ministro dell’Iraq, Mustafa Abdellatif Mshatat, conosciuto come Al-Kadhimi, nella sala Vip dell’aeroporto della capitale. A seguire il trasferimento al palazzo presidenziale per la cerimonia di benvenuto e la visita di cortesia al capo dello Stato Barham Ahmed Salih Qassim. Dopo il colloquio è previsto il primo discorso ufficiale che il Papa terra’ in Iraq, rivolto alle autorita’, alla societa’ civile e al corpo diplomatico.
Subito dopo, il trasferimento in auto sempre a Baghdad, alla cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora della salvezza, per l’abbraccio con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti. Domani il Papa si spostera’ invece nella citta’ di Najaf per incontrare il Grande ayatollah Sayyid Ali Al-Sistani, capo della comunita’ sciita.
Domenica Francesco si trasferira’ e Erbil, nella regione settentrionale del Kurdistan, e ancora a Mosul, citta’ che negli anni scorsi era stata occupata dal gruppo Stato islamico. A Qaraqosh Francesco incontrera’ la comunita’ cristiana prima di tornare a Erbil, per una messa allo stadio. Lunedi’ il rientro a Roma.
“TACCIANO LE ARMI, QUI E OVUNQUE”
“Tacciano le armi! Se ne limiti la diffusione, qui e ovunque!”. È l’appello del Papa, che dal palazzo presidenziale di Bagdhad ha chiesto che “cessino gli interessi di parte, quegli interessi esterni che si disinteressano della popolazione locale. Si dia voce ai costruttori, agli artigiani della pace! Ai piccoli, ai poveri, alla gente semplice, che vuole vivere, lavorare, pregare in pace”.
“Basta violenze, estremismi, fazioni, intolleranze!”, ha esclamato Francesco: “Si dia spazio a tutti i cittadini che vogliono costruire insieme questo Paese, nel dialogo, nel confronto franco e sincero, costruttivo; a chi si impegna per la riconciliazione e, per il bene comune, e’ disposto a mettere da parte i propri interessi“.
“In questi anni l’Iraq ha cercato di mettere le basi per una societa’ democratica”, l’omaggio del Papa, secondo il quale “e’ indispensabile in tal senso assicurare la partecipazione di tutti i gruppi politici, sociali e religiosi e garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini. Nessuno sia considerato cittadino di seconda classe. Incoraggio i passi compiuti finora in questo percorso e spero che rafforzino la serenita’ e la concordia”.
“NAZIONI NON RITIRINO MANO TESA DI AMICIZIA”
“Auspico che le nazioni non ritirino dal popolo iracheno la mano tesa dell’amicizia e dell’impegno costruttivo, ma continuino a operare in spirito di comune responsabilita’ con le autorita’ locali, senza imporre interessi politici o ideologici”. È l’augurio del Papa, che nel suo primo discorso in Iraq, pronunciato dal palazzo presidenziale di Baghdad, ha fatto notare che “anche la comunita’ internazionale ha un ruolo decisivo da svolgere nella promozione della pace in questa terra e in tutto il Medio Oriente”.
“Come abbiamo visto durante il lungo conflitto nella vicina Siria – dal cui inizio si compiono in questi giorni ben dieci anni! -, le sfide interpellano sempre piu’ l’intera famiglia umana”, ha osservato Francesco: “Esse richiedono una cooperazione su scala globale al fine di affrontare anche le disuguaglianze economiche e le tensioni regionali che mettono a rischio la stabilita’ di queste terre”.
Poi un ringraziamento agli Stati e alle organizzazioni internazionali “che si stanno adoperando in Iraq per la ricostruzione e per provvedere assistenza ai rifugiati, agli sfollati interni e a chi fatica a ritornare nelle proprie case, rendendo disponibili nel Paese cibo, acqua, alloggi, servizi sanitari e igienici, come pure programmi volti alla riconciliazione e alla costruzione della pace”.
In particolare, il Papa ha ricordato “le tante agenzie, tra cui diverse cattoliche, che da anni assistono con grande impegno le popolazioni civili”: “Venire incontro ai bisogni essenziali di tanti fratelli e sorelle e’ atto di carita’ e di giustizia, e contribuisce a una pace duratura”.
“NOME DIO NON SIA USATO PER OPPRESSIONE”
“Il nome di Dio non puo’ essere usato per giustificare atti di omicidio, di esilio, di terrorismo e di oppressione”. A ribadirlo, sulla scorta del documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana, e’ stato il Papa, che dal palazzo presidenziale di Baghdad ha ricordato che “la religione, per sua natura, dev’essere al servizio della pace e della fratellanza”.
“Al contrario Dio, che ha creato gli esseri umani uguali nella dignita’ e nei diritti, ci chiama a diffondere amore, benevolenza, concordia”, ha puntualizzato Francesco. “Anche in Iraq – ha assicurato – la Chiesa Cattolica desidera essere amica di tutti e, attraverso il dialogo, collaborare in modo costruttivo con le altre religioni, per la causa della pace”.
“L’antichissima presenza dei cristiani in questa terra e il loro contributo alla vita del Paese costituiscono una ricca eredita’, che vuole poter continuare al servizio di tutti”, ha garantito il Papa: “La loro partecipazione alla vita pubblica, da cittadini che godano pienamente di diritti, liberta’ e responsabilita’, testimoniera’ che un sano pluralismo religioso, etnico e culturale puo’ contribuire alla prosperita’ e all’armonia del Paese“.