Il Governo affida alla società di consulenza McKinsey la scrittura del Recovery Plan, Draghi nella bufera. Il Mef interviene: “Solo supporto tecnico”
Il presidente del Consiglio Mario Draghi si sarebbe affidato a consulenti della società americana McKinsey per la scrittura del Recovery Plan. Stando a quanto riportato questa mattina da diversi quotidiani, sarebbe stato il ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco a rivolgersi direttamente a McKinsey, con la quale nei giorni scorsi sarebbe stato firmato un vero e proprio contratto. Il compenso, secondo quanto emerge, dovrebbe avere solo una forma di rimborso spese, ma la scelta del Governo infiamma le polemiche, sia per la scelta di affidare un dossier così delicato ad una società di consulenza esterna, sia per l’opacità con cui è stata diffusa la notizia, emersa solo grazie a fonti anonime all’interno del Mef.
Tra i primi a rilanciare la notizia sui social è stato l’ex ministro Frabrizio Barca che, in un tweet, scrive: “E’ vero che la società McKinsey si occupa del piano di ripresa e resilienza? In quale forma? Con quale mandato? Di chi? Dato come? A quali informazioni strategiche del paese ha accesso?“
Gli interrogativi di Barca, spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it). vengono rilanciati anche dal segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Cosa sta succedendo a Palazzo Chigi? È vero che ad occuparsi del Recovery Plan sono dei tecnici esterni di una società di consulenza chiamati in gran segreto? Visto che il precedente governo è stato “lapidato” sulla governance che espropriava il Parlamento, la cosa sarebbe piuttosto grave. Oltre che grottesca. Intanto, in attesa che qualcuno risponda alle domande poste da Barca, presenterò una interrogazione parlamentare“.
Il chiarimento del Ministero dell’Economia
“In merito ad articoli di stampa relativi ai rapporti in essere con la società McKinsey, si precisa che la governance del Pnrr italiano è in capo alle Amministrazioni competenti e alle strutture del Mef che si avvalgono di personale interno degli uffici. McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l’Amministrazione nell’ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso, non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr“. Lo riferisce il Mef.
“Gli aspetti decisionali, di valutazione e definizione dei diversi progetti di investimento e di riforma inseriti nel Recovery Plan italiano restano unicamente in mano alle pubbliche amministrazioni coinvolte e competenti per materia. L’Amministrazione si avvale di supporto esterno nei casi in cui siano necessarie competenze tecniche specialistiche, o quando il carico di lavoro è anomalo e i tempi di chiusura sono ristretti, come nel caso del Pnrr. In particolare, l’attività di supporto richiesta a McKinsey riguarda l’elaborazione di uno studio sui piani nazionali Next Generation già predisposti dagli altri paesi dell’Unione Europea e un supporto tecnico-operativo di project-management per il monitoraggio dei diversi filoni di lavoro per la finalizzazione del Piano. Il contratto con McKinsey ha un valore di 25mila euro +Iva ed è stato affidato ai sensi dell’art. 36, comma 2, del Codice degli Appalti, ovvero dei cosiddetti contratti diretti ‘sotto soglia’. Le informazioni relative al contratto saranno rese pubbliche, come avviene per tutti gli altri contratti del genere, nel rispetto della normativa sulla trasparenza”.