Site icon Corriere Nazionale

Da One Ocean Foundation 7 regole per la moda sostenibile

La viscosa inquina e ha bassi standard di sostenibilità: appello alle case di moda della piattaforma WeMove.org per limitare l'inquinamento da produzione

One Ocean Foundation diffonde 7 regole per la moda sostenibile: sono il risultato di una ricerca per abbattere l’inquinamento prodotto dal settore

La moda è una delle più inquinanti industrie manifatturiere del pianeta: genera un fatturato annuo globale di oltre 2,5 trilioni di dollari e impiega più di 300 milioni di persone nel mondo. Da anni ormai l’impegno a difesa dell’ambiente e per la sostenibilità sociale delle produzioni è sul tavolo della discussione.

One Ocean Foundation (OOF), iniziativa italiana per la salvaguardia dell’oceano, ha dettato le sue sette linee guida con la “Business for Ocean Sustainability – The Fashion Industry”, un’indagine realizzata in collaborazione con SDA Bocconi Sustainability Lab e il patrocinio della Camera della Moda.

Secondo l’analisi di One Ocean Foundation i solventi e i coloranti impiegati nel lavaggio e nella produzione dei capi causano circa il 20-25% dell’inquinamento delle acque industriali, il 35% delle microplastiche nell’oceano proviene da tessuti sintetici e sono all’incirca 1.400 trilioni le microfibre che inondano i nostri mari.

Responsabile dal 4% al 10% delle emissioni globali di CO2, l’industria della moda supera l’impronta di carbonio dei voli internazionali e del trasporto marittimo. E, negli anni a venire, si prevede un incremento di oltre il +63% del consumo di abbigliamento: dai 62 milioni di tonnellate del 2019 si arriverà a 102 milioni di tonnellate nel 2030.

Lo studio di One Ocean Foundation, spiega Garantitaly, conclude con le sue sette linee guida: fare ricorso a una pianificazione strategica e definire obiettivi concreti; adottare pratiche sostenibili in fase di produzione delle materie prime; ripensare gli imballaggi; migliorare la filiera logistica; sensibilizzare i clienti a comportamenti di consumo sostenibili; svolgere ricerca e sviluppo in ogni fase della value chain; garantire trasparenza e tracciabilità, adottare certificazioni per rafforzare il proprio impegno. Best practice che alcuni brand hanno già iniziato ad adottare. Tra i casi più virtuosi Patagonia con materiali come NetPlus, ricavato dalle reti di pesca dismesse; Asos con la collezione ispirata ai principi dell’economia circolare e Benetton con la guida che spiega come far durare più a lungo i propri capi.

Exit mobile version