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Il Pd punta su Enrico Letta per la segreteria

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Il passaggio della campanella tra Enrico Letta e Matteo Renzi del 2014

Dopo le dimissioni di Zingaretti il nuovo segretario del Pd potrebbe essere Enrico Letta: l’ex premier si prende 48 ore di tempo per decidere

“Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48ore per riflettere bene. E poi decidere”. Lo scrive su twitter Enrico Letta in merito alle sempre più pressanti richieste che lo vorrebbero come successore di Nicola Zingaretti alla segreteria dem.

Enrico Letta è una figura autorevole, ci sono stati anche altri nomi che sono emersi, le candidature si raccoglieranno domenica durante l’assemblea, quindi fino a quel momento si continuerà a ragionare e a capire dove il partito vuole andare”. Lo ha detto a Start, su Sky TG24, la presidente del Pd Valentina Cuppi.

“Ci saranno colloqui e interlocuzioni – ha aggiunto come riferisce la Dire (www.dire.it) – vedremo nelle prossime ore, ma è l’assemblea il luogo deputato a decidere e a scegliere, quindi attendo domenica“.

Bonaccini: “Siamo meglio di così”

Un messaggio disastroso: è quello che rischia di dare il Pd con la vicenda che ha portato alle dimissioni di Nicola Zingaretti. L’allarme è del presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che invoca ora un accordo tra le correnti per eleggere domenica un nuovo segretario in grado di traghettare i dem. Se l’ormai ex leader Zingaretti ha dipinto un partito più interessato alle dinamiche correntizie che alla lotta alla pandemia, Bonaccini pensa “che una riflessione sulle parole di Nicola vada fatta, se è così è un problema- concede il governatore, oggi a Mattino5 sulla rete Mediaset- ma un ristoratore che dicesse ai clienti di non entrare perché nel ristorante si mangia da schifo non è che diventa molto attrattivo e oggi abbiamo un problema in più, non uno in meno“. Ma “secondo me ci rappresentiamo peggio di quello che siamo”, sottolinea ancora Bonaccini. “Oggi- aggiunge- serve un accordo tra le cosiddette correnti, che in sé non sono un male ma quando la cristallizzazione nel dibattito diventa questa, la rappresentazione esterna è quella che ci porta nei sondaggi a scendere di parecchio e questo ovviamente mi preoccupa molto”.

Bonaccini glissa su una sua possibile, futura candidatura al congresso, quando ci sarà. “In questo momento non trovo un solo cittadino che mi chieda quando saranno le primarie del Pd”, ribadisce il democratico. “Adesso abbiamo bisogno di trovare una personalità che guidi il Pd”, dice. “Questo è il disastro che rischiamo di dare come messaggio, la protezione di una classe dirigente quando oggi invece dobbiamo proteggere gli italiani, in grande difficoltà. A partire da domenica serve una personalità, scelta col massimo del consenso per dare un messaggio all’Italia”, un messaggio che sia di segno opposto.

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