La dermatite atopica è una malattia che colpisce a tutte le età: oltre al fastidioso prurito, tra le conseguenze ci sono anche ansia e depressione
La dermatite atopica (DA) è una patologia infiammatoria cronica della pelle. Una volta era ritenuta esclusiva della età pediatrica, ma negli ultimi anni si manifesta sempre più anche in adolescenti, adulti ed anziani. Questa malattia ha un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti e dei familiari (genitori, partner, figli), e condiziona ogni scelta di vita. Chi ne soffre, inoltre, tende a isolarsi anche a causa della discriminazione e del bullismo di cui può essere vittima.
Di cosa si stratta? Perché è in aumento? Come si cura? A che punto è la ricerca? Ne parla con Silvia Ferrucci, dermatologa del Policlinico di Milano, esperta in dermatite atopica.
Abbiamo detto che la dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica della pelle. Ma cosa accade?
Per capire cosa succede possiamo pensare alla cute come un muro di tanti mattoni tenuti insieme dalla malta. Nel paziente con dermatite atopica questa malta è irregolare, non è stesa bene per così dire, e ci sono quindi dei buchi, attraverso i quali si ha passaggio e perdita di acqua. Questo porta a secchezza della pelle, sintomo tipico di questa patologia. Da questa barriera alterata entrano facilmente microrganismi e altre sostanze, che attivano il sistema immunitario portando così a irritazione e infiammazione (arrossamento, prurito, eczema).
Un sistema immunitario iperreattivo risponde in maniera esagerata a tutti gli stimoli, anche a quelli innocui come sudore o contatto con certi tessuti. È una malattia che vede quindi 2 protagonisti: da una parte la barriera cutanea compromessa e dall’altra un sistema immunologico iperreattivo.
Qual è il sintomo principale?
Il prurito. Frequente e spesso intrattabile, spinge a grattarsi anche di notte, con conseguente disturbo del sonno e comparsa di lesioni. Grattarsi non dà sollievo e può aggravare la situazione instaurando un circolo vizioso chiamato circolo itch-scratch (prude-gratto) che danneggia ulteriormente l’integrità della barriera cutanea favorendo il passaggio di microrganismi con possibile sviluppo di infezioni. Oltre al danno fisico, grattarsi di continuo comporta uno stress che altera la qualità di vita con possibile insorgenza di ansia e depressione.
Perché è definita atopica?
Col termine atopico si intende una predisposizione a sviluppare altre patologie allergiche nel corso della propria vita. Nella dermatite atopica il sistema immunitario risponde con un meccanismo analogo a quello di altre patologie allergiche come rinite, sinusite, poliposi nasale, asma, esofagite eosinofila e allergie alimentari (nello specifico intervengono le interleuchine 4 e 13).
Qual è il suo decorso nel tempo?
Questa malattia ha un andamento cronico intermittente caratterizzato da momenti di benessere che si alternano a episodi di peggioramento spesso scatenato da fattori ambientali: si ha infatti un miglioramento durante l’estate, in particolare se si trascorrono le vacanze al mare, e un aggravamento con il freddo e il vento. In generale, si può dire che la predisposizione genetica, le condizioni ambientali e situazioni di stress sono in grado di scatenare o aggravare la DA.
C’è un’età tipica in cui insorge la Dermatite Atopica?
Nell’80% dei casi si manifesta prima dei 5 anni: può diventare cronica persistendo nell’età adulta, oppure risolversi prima dell’adolescenza. Nel 20% dei casi, invece, l’insorgenza è in età adulta, anche dopo i 60 anni.
Ci sono aree più colpite?
L’infiammazione è presente su tutto il corpo, anche dove non ci sono lesioni evidenti. Si può dire però che a seconda dell’età vengono interessate maggiormente alcune aree: nel neonato è caratteristica la localizzazione al viso (con risparmio della regione attorno alla bocca), mentre nei bambini, negli adolescenti e negli adulti la dermatite tende a localizzarsi a livello delle pieghe degli arti e anche o solo alle mani, viso, collo e genitali. Nelle forme acute si osserva arrossamento, vescicole, croste ed essudato (perdita di liquido giallastro dalle lesioni), mentre nelle forme croniche prevalgono l’ispessimento (lichenificazione) della cute che appare secca e spesso di colorito più scuro (iperpigmentazione). Accanto ai segni di malattia possono essere presenti lesioni da grattamento (escoriazioni, croste, cicatrici).
Ci sono fattori predisponenti all’insorgenza o riacutizzazione della malattia?
La presenza di asma bronchiale, rinocongiuntivite e familiarità sono elementi che indicano una maggiore possibilità di comparsa e continuità della patologia. Una insorgenza precoce, entro i primi 2 mesi di vita, in genere è correlata a una dermatite atopica grave che persiste nel tempo. Inoltre, gli studi mostrano come l’incidenza sia in aumento nei paesi industrializzati probabilmente a causa di una maggiore esposizione a inquinanti o a stili di vita scorretti, come la sedentarietà o l’abitudine a lavarsi troppo frequentemente con detergenti aggressivi.
A cosa deve fare attenzione chi ha la Dermatite Atopica?
In ogni fase di malattia il paziente deve prendersi cura della propria pelle. È importante che la cute sia sempre ben idratata e protetta. Ogni giorno deve essere applicata su tutto il corpo una crema idratante, senza profumazioni o altri componenti che potrebbero scatenare allergie da contatto. In sedi più esposte all’aria come viso, collo e mani, l’applicazione deve essere ripetuta più volte. Il bagno e la doccia possono essere quotidiani, ma sempre veloci (durata sotto i 5’) utilizzando prodotti delicati, meglio se oleosi. La cute va asciugata tamponando.
Qual è la terapia?
Dopo una visita dermatologica accurata, i farmaci di prima scelta sono pomate a base di cortisone che si applicano direttamente sulla pelle per attenuare i sintomi (prurito, infiammazione). Il loro utilizzo deve sempre seguire le indicazioni del dermatologo ed essere associato all’applicazione della crema idratante. Quando la terapia topica con creme non basta, si può fare ricorso alla fototerapia, soprattutto negli adulti. Nei casi di malattia severa si ricorre a una terapia sistemica. Fino a 3 anni fa, la terapia sistemica a lungo termine prevedeva solo l’utilizzo di farmadi immunossopressori fra cui la Ciclosporina che è l’unica ad avere l’indicazione per il trattamento della DA dopo i 16 anni di età. Tale terapia richiede un attento monitoraggio per la possibilità di effetti collaterali. Dal 2018, nel caso di dermatite atopica grave in pazienti in cui questo farmaco non venga tollerato, è possibile utilizzare Dupilumab, un anticorpo monoclonale che inibisce selettivamente le interleuchine 4 e 13. Oltre alla terapia farmacologica, si valuta se è necessario un appoggio psicologico per gestire situazioni di ansia e depressione.
A che punto è la ricerca?
Sono in corso studi sull’efficacia di farmaci biologici che agiscono su specifiche molecole che intervengono nella risposta immunitaria iperreattiva tipica della dermatite atopica. Alcuni farmaci agiscono su specifici bersagli come interleuchine 13 e 31 (lebrikizumab, tralokinumab, nepolizumab), e i Jak inibitori (baricitinib, upadacitinib, abrocitinib). Nuove molecole come delgocitinib per uso topico sono in studio in particolare per la localizzazione dell’eczema alle mani.
Anche il team della Dermatologia Allergologica del Policlinico di Milano partecipa attivamente all’attività di ricerca sia con trial clinici di fase III sia con studi osservazionali multicentrici mondiali e nazionali (es: Globostad e Atopy reg) che hanno l’obbiettivo di studiare la dermatite atopica per arrivare a conoscerla sempre meglio.
DERMATITE ATOPICA E ADOLESCENZA
In Italia la dermatite atopica colpisce il 7,7% degli adolescenti; sono più colpite le femmine rispetto ai maschi, ma la gravità della malattia è invece uguale in entrambi i sessi, anche se le ragazze possono avere un peggioramento durante il ciclo mestruale. Gli adolescenti spesso si vergognano della propria pelle, evitano di fare sport perché il sudore peggiora il prurito, hanno bassa autostima e tendono a isolarsi. A causa del prurito che li infastidisce giorno e notte, sono sempre stanchi e dormono male: questo influisce negativamente sulla resa scolastica e sulla loro qualità di vita.
L’adolescenza è un periodo della vita delicato e complesso: i ragazzi cercano la propria autonomia e spesso non seguono la terapia suggerita dai medici, aggravando la loro condizione. È importante quindi che si crei un rapporto di fiducia e stima con i ragazzi per poter far capire loro l’importanza di prendersi cura della propria pelle. Nel caso in cui sia necessario un appoggio psicologico per affrontare il disagio e la difficoltà nel gestire la malattia i giovani pazienti possono contare sugli specialisti dei Centri UONPIA regionali.
La Dermatologia del Policlinico di Milano segue un’ampia casistica di pazienti adolescenti e adulti affetti da dermatite atopica grave e trattati con Dupilumab (da novembre 2018 ad oggi più di 350) e ottima è la risposta alla terapia. In tutti i pazienti seguiti le lesioni si sono ridotte almeno del 50% già a 4 mesi di trattamento. All’anno di terapia, 6 pazienti su 10 hanno una riduzione delle lesioni del 90%, che vuol dire quasi guarito. Il miglioramento della qualità di vita si è osservato, nella maggior parte dei casi, già dal primo mese di terapia: il prurito migliora velocemente e così anche la qualità del sonno, con effetti positivi sulla loro qualità di vita.