Le cinque direttrici per la moda del futuro: si diffonde il “less is more” e i consumatori vogliono un fashion con più qualità e sostenibilità
Con l’occasione della “New York Fashion Week”, l’autorevole società internazionale di consulenza manageriale McKinsey ha pubblicato una ricerca dal titolo “Five charts that set the tone as New York Fashion Week 2021 kicks of” nella quale si identificano i cinque trend diffusi tra i ‘consumatori’ della moda e che la pandemia di Covid-19 ha accelerato.
Nello scenario di ripresa economica più favorevole, nel 2021 le vendite del comparto moda in Cina potrebbero superare quelle del 2019, l’Europa potrebbe avvicinarsi al livello del 2019 (in calo dal 2 al 7%), e gli Stati Uniti potrebbero rimanere un po’ più indietro (in calo dal 7 al 12%).
Sicuramente, spiega Garantitaly, i clienti del fashion in questi ultimi mesi hanno preso confidenza con i negozi virtuali per cui, se anche il retail offline potrebbe quest’anno riguadagnare parte della sua quota di mercato, le vendite online dovrebbero rimanere alte e gli acquirenti richiederanno interazioni digitali sempre più sofisticate. C’è quindi da attendersi che i brand lavoreranno nella direzione di incrementare il livestreaming, l’abbigliamento virtuale di marca per avatar e le collaborazioni tra aziende di moda e videogiochi.
Altra direttrice sarà certamente quella della sostenibilità: non soltanto quella ambientale, ma anche quella legata ai temi della giustizia sociale e i diritti umani: i marchi dovranno impegnarsi in modo significativo per i diritti dei lavoratori.
Secondo McKinsey, ci vorrà ancora qualche anno prima che il turismo internazionale possa tornare ai livelli prepandemici e quindi per le aziende di moda sarà meglio puntare sulla clientela locale. Con un problema in più: già prima della pandemia si registrava un aumento delle giacenze invendute, un problema che nei mesi di lockdown si è straordinariamente amplificato. Quasi come conseguenza delle misure assunte per combattere la pandemia, tra i consumatori si è diffusa una nuova ‘filosofia’ che spinge verso beni più duraturi, di qualità e sostenibili.