Auto elettriche: arrivano etichette per tipi di ricarica


L’Unione europea ha introdotto una serie specifica di etichette, obbligatorie per catalogare i vari sistemi di ricarica su tutte le auto elettriche

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In tempo di pandemia, anche il mondo automobilistico ha patito una forte contrazione nelle vendite, una crisi che potrebbe non vedere rapidamente la ‘luce infondo al tunnel’ per la riduzione delle disponibilità economiche delle famiglie. Questo malgrado le case stiano sfornando continue novità per attrarre i clienti, soprattutto puntando sugli aspetti tecnologici e di conversione verso l’elettrico per ridurre l’impatto delle auto sull’ambiente.

I sistemi attualmente sono molti o molto diversificati e ciò potrebbe disorientare i futuri acquirenti: cavo di Tipo 1, di Tipo 2, con Wallbox, alle colonnine pubbliche ed altro ancora. Per fare chiarezza, è intervenuta l’Unione Europea annunciando che una serie specifica di etichette diventerà obbligatoria da poche ore per catalogare i vari sistemi di ricarica su tutti i veicoli a batterie. Un po’ come già accade per i mezzi a benzina e gasolio, anche le prese di ricarica presto saranno provviste di una lettera identificativa, che diventerà la discriminante principale per il cliente che si reca a fare rifornimento.

Qui bisognerà fare attenzione a far combaciare l’etichetta presente sulla propria auto (o moto), visibile anche sul libretto di uso e manutenzione con un esagono bianco, con quella della stazione di ricarica, contraddistinta da un esagono nero.

A questo punto sarà sufficiente cercare l’associazione della lettera identificativa per concludere i giochi: la B, per esempio, è dedicata alla cavo di Tipo 1 in corrente alternata, mentre la C, la D e la E per il cavo di Tipo 2. Il ripristino dell’energia in corrente continua, invece, è caratterizzato dalle lettere K, L, M, N e O, diversificate a seconda del tipo di veicolo (auto, moto, furgone, autobus…), della potenza di ricarica e della presa utilizzata.

Come spiega Garantitaly si tratta certamente di un passo avanti ma che forse non basta a rendere tutto chiaro, tant’è che l’ACEA, l’Associazione di Costruttori Europei di Automobili, in collaborazione con ACEM, ChargeUp Europe, CharIN e EurElectric, ha dovuto redarre un appositi testo disponibile online.