Il peso alla nascita può influire sul rischio diabete


Il peso alla nascita, se superiore ai 2,5 kg, è legato al rischio di diabete di tipo 2 in età adulta secondo uno studio scientifico britannico

Il peso alla nascita può influire sul rischio diabete

Un peso alla nascita di 2,5 kg o più è risultato associato a livelli circolanti inferiori del fattore di crescita insulino-simile-1 in età adulta, un ormone simile all’insulina che influenza la crescita e il metabolismo energetico, e influenza il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 più avanti nella vita. Sono i risultati di uno studio britannico basato sulla popolazione e pubblicato sulla rivista BMJ Open Diabetes Research & Care.

Secondo i ricercatori le evidenze indicano che la suscettibilità al diabete di tipo 2 nel corso della vita è determinata da fattori di rischio tanto nella prima infanzia quanto in età adulta.

Il fattore di crescita insulino-simile-1 (IGF-1), un ormone prodotto prevalentemente dal fegato quando stimolato dall’ormone della crescita, ha una struttura molecolare simile all’insulina con la quale agisce in sinergia per mantenere l’omeostasi del glucosio. Un suo deficit prima o dopo la nascita può influire sullo sviluppo del diabete più avanti nella vita e bassi livelli durante la prima infanzia possono persistere fino all’età adulta, hanno premesso gli autori.

Analisi da un ampio studio prospettico
Per scoprire se ci potesse essere un’associazione tra i livelli circolanti negli adulti del fattore di crescita insulino-simile-1 (IGF-1), il peso alla nascita e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, i ricercatori hanno attinto ai dati di oltre 112mila donne e 68mila uomini presenti nell’UK Biobank.

Si tratta di un ampio studio prospettico basato sulla popolazione, che ha reclutato partecipanti di età compresa tra 37 e 73 anni tra il 2006 e il 2010 e che sta monitorando il potenziale impatto a lungo termine dei fattori genetici e dello stile di vita su una vasta gamma di malattie comuni in età adulta e nella vecchiaia.

Al momento del reclutamento, i soggetti arruolati hanno fornito dettagli personali socio-demografici, informazioni sulla loro dieta abituale, stile di vita (abitudine al fumo, assunzione di alcol, durata del sonno e attività fisica), dati relativi alla prima infanzia (peso alla nascita e fumo materno) e storia medica.

Hanno anche fornito campioni di sangue, urina e saliva e sono loro stati misurati altezza, peso, indice di massa corporea (BMI), circonferenze corporee (vita, fianchi e arti) e spessore della plica cutanea. Il sangue è stato controllato per IGF-1, colesterolo, trigliceridi e proteina C reattiva, un indicatore di infiammazione. Le informazioni sullo sviluppo del diabete di tipo 2 sono state auto-riportate dai pazienti o ottenute tramite cartelle cliniche e certificati di morte.

Rischio di diabete influenzato dal peso alla nascita 
Durante un monitoraggio della durata media di quasi 10 anni, 3299 persone hanno sviluppato il diabete di tipo 2. I soggetti con livelli più bassi di IGF-1 tendevano ad essere più anziani e più propensi a vivere in una zona svantaggiata, oltre ad avere maggiori probabilità di condurre uno stile di vita che favorisce il diabete e avere fattori di rischio per la malattia.

È tuttavia emersa una chiara associazione inversa e dose-dipendente tra i livelli di IGF-1 e il diabete di tipo 2: quanto più basso è il livello di IGF-1, tanto maggiore è il rischio di sviluppare la malattia. Il peso alla nascita, se di almeno 2,5 kg e solo negli uomini, è risultato un fattore in grado di modificare questa associazione in misura significativa.

Rispetto ai soggetti nel quintile (20%) con livelli più bassi di IGF-1, le probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2 erano inferiori del 14% nelle persone nel secondo quintile più basso e fino al 36% inferiori in quelle nel quintile più alto di livelli di IGF-1. I risultati ottenuti erano indipendenti da qualsiasi predisposizione genetica a un determinato peso alla nascita.

Ogni incremento di 1 unità di deviazione standard dell’IGF-1 circolante era statisticamente associato a un rischio inferiore del 9% di diabete, ma nei soggetti con peso alla nascita inferiore ai 2,5 kg l’IGF-1 non era associato al rischio di sviluppare la malattia (p=0,001)

«In qualità di studio osservazionale non può stabilire la causa. Inoltre non avevamo informazioni sul fatto che le nascite fossero state premature o a termine, oppure sull’etnia, fattori che potrebbero influenzare quanto emerso dallo studio» hanno fatto presente i ricercatori. «Tuttavia i nostri risultati sono in linea con quelli di altri studi epidemiologici ed evidenziano l’importanza di tenere in considerazione i fattori di rischio nella prima infanzia quando si valutano le strategie di prevenzione mirate all’IGF-1 e al diabete di tipo 2».

Bibliografia

Geng T et al. Birth weight modifies the relation between adulthood levels of insulin-like growth factor-1 and type 2 diabetes: a prospective cohort study. BMJ Open Diabetes Res Care. 2021 Jan;9(1):e001885. 

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