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Crisi: alle imprese quasi 65 miliardi di aiuti

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I governi Conte e Draghi hanno stanziato finora quasi 65 miliardi di aiuti anti Covid alle imprese e agli autonomi: ma gran parte delle risorse non è ancora arrivata

Ammontano a 64,7 miliardi di euro gli aiuti diretti [1] stanziati dai governi Conte e Draghi alle imprese e ai lavoratori autonomi in questo primo anno di pandemia. Risorse, comunque, che in buona parte devono essere ancora erogate.

L’Ufficio studi della CGIA stima che fino a ora gli imprenditori italiani hanno beneficiato di 27 miliardi di euro, mentre le risorse ascrivibili alla legge di Bilancio 2021 e quelle riconducibili al “decreto Sostegni” espleteranno i propri effetti principalmente nel corso di quest’anno.

Sebbene in termini assoluti questi 64,7 miliardi di euro costituiscono un importo molto rilevante, tuttavia, se rapportati ai circa 350 miliardi di euro di contrazione del fatturato  registrato dalle aziende italiane nel 2020, “compensano” solo il 18,5 per cento dei mancati ricavi totali.

E’ evidente che a fronte di questi numeri c’è ora la necessità che sul fronte delle misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori autonomi il governo Draghi cambi registro.

Oltre a rimborsare in misura maggiore le perdite subite, secondo la l’Ufficio studi della CGIA bisogna  compensare anche una buona parte dei costi fissi, così come fanno in Francia e in Germania che da mesi hanno recepito le nuove disposizioni introdotte  dall’UE in materia di aiuti di stato alle imprese.

Costi, quelli fissi (come gli affitti, le assicurazioni, le bollette energetiche, etc.) che, nonostante l’obbligo di chiusura e il conseguente azzeramento dei ricavi, le attività economiche continuano purtroppo a sostenere.

Se i nuovi aiuti saranno stanziati con una certa continuità e con dimensioni economiche accettabili almeno fino alla fine di quest’anno –  come ha annunciato nei giorni scorsi il ministro dell’Economia Daniele Franco – possiamo ancora farcela. Altrimenti, rischiamo una chiusura generalizzata di tante botteghe  artigiane e di altrettanti piccoli negozi commerciali che provocherà la desertificazione sia dei centri storici sia dei quartieri periferici.

E’ vero che questa ulteriore spesa corrente contribuirebbe ad aumentare il debito pubblico, ma è altrettanto vero che se non salviamo le imprese e i posti di lavoro,  non poniamo le basi per rilanciare l’economia del Paese che rimane l’unica possibilità in grado di ridurre nei prossimi anni la mole di debito pubblico che abbiamo spaventosamente accumulato con questa crisi.

Tornando alle risorse stanziate alle imprese fino a ora, 27 miliardi sono stati erogati l’anno scorso, mentre altri 38 miliardi di euro circa lo saranno nei prossimi mesi. Di questi ultimi 24 sono riconducibili alle misure introdotte con la legge di Bilancio 2021 e 11 alle disposizioni previste dal decreto Sostegni. Analizzando le  voci principali,  spiccano i 22,8 miliardi di contributi a fondo perduto stanziati complessivamente (di cui 11,3 già accreditati). Altrettanto significativa è la decontribuzione Inps in capo alle aziende in caso di assunzione che raggiunge un importo totale di 9,2 miliardi. Solo per l’anno in corso sono inoltre disponibili 6,3 miliardi  di credito di imposta per far ripartire gli investimenti, 5,1 miliardi di sgravi per la sanificazione dei locali/canoni di locazione e 3,9 miliardi di taglio dell’Irap applicato l’anno scorso.  Infine, è di 13,7 miliardi la voce altri interventi che include i ristori al settore fiere e congressi; aiuti alla filiera agricola, pesca e acquacoltura; riduzione bollette elettriche, etc..

Un approfondimento particolare merita il decreto Sostegni; la prima misura economica approvata dal governo Draghi. Di seguito si riportano alcune simulazioni sull’entità del contributo a fondo perduto che nelle prossime settimane riceveranno le attività che sono state maggiormente colpite dagli effetti negativi provocati dal Covid.

* A un bar che nel 2019 ha fatturato 90 mila euro e a causa della pandemia l’anno scorso ha perso il 50 per cento del fatturato, l’importo che gli verrà riconosciuto nelle prossime settimane sarà di 2.250 euro, praticamente il 5 per cento della perdita;

* a un’ agenzia di viaggi che nel 2019 ha registrato un fatturato di 200 mila euro e l’anno successivo ha subito un calo dello stesso dell’80 per cento, gli verrà riconosciuto  un rimborso di 6.667 euro, pari al 4,2 per cento della perdita di fatturato;

* un albergo che nel 2019 ha fatturato 500 mila euro e nel 2020 ha visto contrarsi lo stesso del 60 per cento, riceverà 10 mila euro, “coprendo” il 3,3 per cento delle perdite;

* una piscina o una palestra con un fatturato di 2 milioni di euro e un calo del medesimo registrato nel 2020 del 75 per cento, “porterà” a casa 37.500 euro. Cifra che ammonta al 2,5 per cento della perdita subita;

* a una azienda tessile con un fatturato 2019 di 7 milioni di euro e una perdita avvenuta nel 2020 del 35 per cento, gli verrà riconosciuto un indennizzo di 40.833 euro. Importo, quest’ultimo, che compenserà l’1,7 per cento delle perdite.

[1] Non includono le agevolazioni per l’accesso al credito introdotte dal governo Conte e gli effetti economici riconducibili allo slittamento di alcune scadenze fiscali.
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