Stipsi idiopatica: dieta, corretta idratazione dell’organismo e attività fisica regolare possono aiutare l’intestino e ridurre il rischio
Quando la regolarità intestinale è alterata con una frequenza ridotta dell’emissione di feci si parla di stipsi o stitichezza. La distinzione fondamentale è tra una forma di stipsi primaria o idiopatica e quella secondaria in cui questa condizione si associa all’utilizzo di farmaci o alla presenza di patologie intestinali o neurologiche come ad esempio il Morbo di Parkinson. Nel caso della forma idiopatica, non c’è una causa organica che possa spiegare la scarsa frequenza dell’emissione di feci. È in ogni caso la forma più frequente di stipsi e interessa soprattutto alcune categorie di individui come le donne e gli anziani. Ne parla la dottoressa Beatrice Salvioli, gastroenterologa di Humanitas.
Lo stile di vita conta
La stipsi idiopatica è un disturbo funzionale perché non ci sono anomalie organiche nell’apparato gastrointestinale il cui funzionamento fisiologico è compromesso. Oltre alla riduzione della frequenza delle evacuazioni sono diversi i tratti caratteristici della stipsi. Chi ne è affetto può avere difficoltà a evacuare, oppure può farlo con uno sforzo eccessivo, può emettere feci caprine o dure ovvero può avvertire un senso di incompleta evacuazione.
La stitichezza può essere anche uno dei sintomi tipici della sindrome dell’intestino irritabile.
La correlazione tra questa condizione e lo stile di vita è molto stretta. Ad esempio vi è un legame ben definito con la sedentarietà e con l’alimentazione. Una dieta senza un adeguato apporto di prodotti ricchi di fibre e di acqua non favorisce il transito intestinale. Ecco perché per mantenere una buona funzionalità intestinale è importante garantirsi il giusto apporto di fibre, bere a sufficienza e praticare attività fisica aerobica regolarmente. In questo modo le feci saranno più morbide, il loro passaggio nell’intestino sarà più agevole. È importante anche non reprimere lo stimolo evacuativo.
“Vi sono criteri internazionali, codificati, che definiscono la stipsi funzionale quando la defecazione è difficoltosa, saltuaria o incompleta – ha commentato la dottoressa Salvioli -. Altri sintomi come il dolore o gonfiore possono essere presenti, ma non sono quelli predominanti”.
Mentre nella stipsi funzionale il sintomo più frequente è la mancanza di stimolo per il rallentamento del transito intestinale, nella sindrome dell’intestino irritabile, alla stipsi, si associano sintomi fastidiosi come il gonfiore e meteorismo. Spesso questi sintomi migliorano se il soggetto riesce ad evacuare.
L’importanza delle fibre
Le fibre aiutano sempre il transito intestinale se prese con moderazione e con la giusta quantità di liquidi: “Come integratori le fibre funzionano molto bene perché non irritano l’intestino che spesso non tollera un’eccessiva quantità di verdura (soprattutto lattuga) – ha concluso la specialista -. Le fibre poi stimolano la crescita di una flora batterica favorevole e questo contribuisce al benessere della “pancia”. Altri tipi di lassativi, come gli osmotici ed emollienti, vengono invece utilizzati a secondo della tollerabilità ed efficacia individuali”.