Chi gioca ai videogiochi di sera rischia di dormire peggio: lo dimostrano i risultati di una ricerca della University of North Texas
Chi gioca ai videogame di sera rischia di perdere il sonno. E così la lista dei nemici del buon riposo si allunga: anche joystick e consolle interferiscono con una sana routine sonno/veglia. Secondo una ricerca della University of North Texas, per colpa dei videogiochi si ritarda la buonanotte di oltre un’ora e mezzo.
Lo studio è stato realizzato con la collaborazione di 963 ragazzi di età media pari a 28,7 anni, che avevano giocato almeno una volta ai videogiochi nella settimana precedente. Dai sondaggi online compilati dai volontari è emerso che, in media, oltre 4 notti a settimana erano state dedicate ai giochi virtuali e che, per questo motivo, più del 67% dei giocatori aveva perso preziose ore di sonno. Per ogni notte passata a giocare i ragazzi sono andati a letto 101 minuti più tardi.
Dopo aver analizzato le motivazioni date dai giocatori per la loro scelta di ritardare il sonno, l’autrice dello studio ha concluso suggerendo di inserire l’abitudine a giocare ai videogame tra i comportamenti che possono creare dipendenza.
Di questo tema si è occupata anche un’altra ricerca pubblicata di recente su PlosOne condotta dalla McMaster University (Canada) su bambini e adolescenti tra 10 e 17 anni. La tendenza alla dipendenza ai videogiochi potrebbe costare ore di sonno ed esporre al rischio di disordini del metabolismo associati all’obesità e a una salute cardio-metabolica non ottimale.
La luce disturba l’addormentamento
«In questo caso entra in gioco la luce emessa dagli strumenti elettronici (e quindi gli schermi delle tv su cui si gioca o dei dispositivi hi-tech) che interferisce con la produzione di melatonina, la sostanza che regola il ciclo sonno/veglia», spiega il dottor Vincenzo Tullo, specialista neurologo e responsabile dell’ambulatorio sulle cefalee di Humanitas LAB.
«È un dato conclamato quello dell’associazione tra l’abitudine a far tardi la sera giocando ai videogame e la carenza di sonno. Dal momento che il fenomeno interessa in particolare bambini e adolescenti – conclude lo specialista – un po’ di educazione familiare non guasterebbe: i bambini e i ragazzi devono capire che il sonno non è un momento secondario della giornata. Dormire male e non a sufficienza può causare cali di prestazioni scolastiche e inficiare il benessere generale».