I polipi del colon nella maggior parte dei casi sono asintomatici, ma se non vengono diagnosticati e curati per tempo, possono sviluppare un cancro. Ecco come scoprirli
I polipi sono delle crescite anomale della mucosa, o tumori benigni, che possono presentarsi in molte sedi dell’organismo; più frequentemente possono presentarsi nel colon e meno spesso nello stomaco o nel piccolo intestino.
“In genere – spiega il dottor Eugenio Jonghi Lavarini, responsabile del servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio – i polipi sono inizialmente benigni e non cancerosi. Tuttavia, se non vengono diagnosticati, possono crescere indisturbati e una piccola percentuale di essi può sviluppare un cancro. Se i polipi vengono diagnosticati precocemente e quindi rimossi, il cancro può essere prevenuto prima che abbia la possibilità di diffondersi”.
Come si manifestano
Sfortunatamente, i polipi del colon spesso non danno sintomi e di frequente vengono diagnosticati per caso, come spiega lo specialista: “Come sintomatologia possono occasionalmente dare sanguinamento rettale o diarrea ma, di certo, non danno dolore addominale almeno fino a che non diventano così estesi da determinare un’ostruzione dell’intestino”.
La familiarità
“La causa dei polipi è sconosciuta. Tuttavia, esiste una familiarità per i polipi e il cancro del colon: per tale motivo i parenti di primo grado (come genitori o fratelli o sorelle) di pazienti a cui è stata diagnosticata la presenza di polipi o di cancro del colon dovrebbero sottoporsi a uno screening endoscopico con la colonscopia”, avvisa il dottore.
I fattori di rischio
Oltre alla storia familiare, fattori aggiuntivi che possono aumentare il rischio di polipi o di cancro del colon sono una storia di malattia cronica infiammatoria dell’intestino come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn, una dieta ricca di grassi animali, il fumo di sigaretta o una pregressa radioterapia per il cancro della prostata
Ma anche l’aver gia avuto polipi: “I pazienti che hanno avuto dei polipi possono averne degli altri nel futuro – avvisa il dottore -. Per tale motivo devono essere tenuti sotto controllo negli anni successivi”.
Quando fare lo screening
“I polipi sono egualmente distribuiti fra gli uomini e le donne – continua il medico -. Viene comunemente raccomandato che tutti gli individui sopra i 45 anni si sottopongano a un test di screening per il cancro colorettale con la ricerca del sangue occulto nelle feci o meglio con una colonscopia.
È molto importante che si sottopongano alla colonscopia le persone a rischio più elevato che hanno presentato:
- un sanguinamento rettale
- un cambiamento delle abitudini di evacuazione
- dolore addominale o un calo di peso inspiegabile o un’anemia da carenza di ferro”.
Le campagne di screening gratuiti per la prevenzione
“Il nostro Ministero della Salute – dice il dottor Jonghi-Lavarini – si fa promotore della prevenzione della poliposi del colon e del cancro colorettale, come con le periodiche campagne di screening con la ricerca del sangue occulto fecale e con la predisposizione di una esenzione totale del ticket (esenzione D04) per la colonscopia dai 45 ai 70 anni da effettuare ogni 5 anni”.
Lo screening per chi ha familiarità
“Bisogna sempre considerare la familiarità (ovvero la predisposizione) per la poliposi del colon e l’ereditarietà di determinate forme di poliposi familiare che possono poi degenerare nella crescita tumorale.
Questo non è un discorso allarmistico, ma è sempre importante una sorveglianza endoscopica nel caso in cui a un parente prossimo, come genitore o fratello/sorella, sia stata diagnosticata una poliposi del colon”.
La colonscopia: diagnosi e rimozione
“Al momento la colonscopia è il metodo più accurato per esaminare il colon, scoprire i polipi e studiare la fonte di un sanguinamento – spiega il gastroenterologo -. Sono disponibili anche tecniche radiologiche come la colonscopia virtuale e il clisma opaco. Purtroppo, queste metodiche rilevano un numero minore di polipi rispetto alla colonscopia mediante la quale è possibile inoltre procedere alla loro rimozione.
Durante la colonscopia i polipi vengono rimossi facendo passare attraverso il colonscopio uno speciale laccio metallico, che stringe il polipo e lo taglia mediante la corrente elettrica, cauterizzando la base di impianto; il tutto in maniera indolore. Il polipo viene poi raccolto e, infine, esaminato al microscopio. Nelle forme più estese si può procedere alla rimozione anche della mucosa e della sottomucosa circostante”.