Un plantare può fare la differenza per il ginocchio del corridore o sindrome della bandelletta ileotibiale, uno degli infortuni più comuni nella corsa
Tecnicamente è definito sindrome della bandelletta ileotibiale ma ai più è noto come ginocchio del corridore. Si tratta di uno degli infortuni più comuni tra chi si dedica alla corsa, ma non solo: «Sono esposti al rischio anche i ciclisti e i triatleti che, oltre a nuotare, corrono e vanno in bici, per l’appunto. Tuttavia la sindrome è molto frequente tra chi pratica la corsa sulle lunghe distanze», aggiunge il dottor Piero Volpi, responsabile di Ortopedia del Ginocchio e Traumatologia dello Sport di Humanitas.
La bandelletta ileotibiale
È una fascia di tessuto connettivo che si estende lungo la coscia. Connette due muscoli, il grande gluteo e il tensore della fascia lata, e infine si inserisce nella rotula e nella tibia. È qui che si avverte il dolore. Il soggetto lamenta un dolore sull’area laterale dovuto all’infiammazione di una porzione della bandelletta ileotibiale: «All’origine della sindrome c’è l’effetto del meccanismo ciclico e ritmico di flessione ed estensione del ginocchio che porta alla frizione continua della bandelletta», spiega l’esperto.
Il dolore prima è sordo, poi aumenta di intensità ed è più diffuso sempre nell’area laterale esterna del ginocchio. Si manifesta inizialmente durante l’attività fisica, poi sempre più anticipatamente e può dunque portare all’interruzione dell’attività: «Tendenzialmente si avverte dopo circa 20-30 minuti dall’inizio della corsa. Il giorno successivo alla prestazione fisica, a riposo, il dolore non è più avvertito».
Trattamento
Sono due i presidi fondamentali per chi è colpito dal ginocchio del corridore: «Esercizi di stretching della fascia lata e della stessa bandelletta ileotibiale, che un fisioterapista esperto saprà definire, e poi un plantare sportivo, da jogging», ricorda il dottor Volpi. «Il plantare servirà ad ammortizzare le sollecitazioni e a modificare, riequilibrandoli, la postura e gli assetti. Di solito grazie a questi due strumenti la sintomatologia migliora e le condizioni del paziente saranno compatibili con l’attività fisica».
L’intervento chirurgico sarà residuale, «riservato ai casi in cui i sintomi non saranno migliorati con l’intervento conservativo. Con la chirurgia si cercherà di detendere la bandelletta che sarà diventata più spessa e meno elastica».
Il consiglio di rinforzare la muscolatura degli arti inferiori e di fare stretching valgono come indicazioni generali per tutti quelli che si dedicano all’attività fisica e non specificatamente per la prevenzione del ginocchio del corridore: «La prevenzione mirata è poco attuabile finché questa sindrome non sarà comparsa. Raccomandiamo comunque il riscaldamento, il rinforzo muscolare e la scelta di calzature adatte con tecniche ammortizzanti per il mezzofondo», conclude lo specialista.