Aumenti fino al +97% per l’attrezzatura da palestra e scoppia il business dei personal trainer. Consumerismo denuncia: inaccettabile speculazione sui prodotti sportivi
Con la prolungata chiusura di palestre, piscine e centri sportivi a causa del Covid sono letteralmente impennati in Italia i prezzi dei prodotti legati al fitness, con rincari generalizzati specie sulle varie piattaforme online, ed esplode il business dei personal trainer che organizzano lezioni online.
Lo denuncia Consumerismo No profit, associazione di consumatori specializzata in tecnologia, che ha realizzato un apposito studio sull’argomento.
“A partire dal lockdown dello scorso anno i consumatori hanno segnalato anomali rincari dei prezzi per tutti quei prodotti legati all’attività fisica da svolgere in casa – spiega il presidente Luigi Gabriele – Un fenomeno che si è intensificato nelle ultime settimane, a causa del perdurare delle misure anti-Covid che, come noto, dispongono la chiusura di palestre e centri sportivi. Al punto che oggi, chi vuole dotarsi di una attrezzatura completa per l’allenamento in casa, è costretto a spendere in media oltre 1.100 euro”.
Analizzando l’andamento dei prezzi dei prodotti da palestra e fitness più richiesti in Italia, si scopre che in testa alla classifica dei rincari rispetto al periodo pre-Covid ci sono i manubri (+97,7%), indispensabili per svolgere tutta una serie di esercizi muscolari – spiega Consumerismo – Manubri che devono poi essere utilizzati assieme ai pesi, i cui prezzi hanno subito un aumento medio del +81,8%. Fortissimi gli incrementi anche per i listini di tapis roulant e cyclette, i cui prezzi per prodotti di medio livello erano rispettivamente di 350 euro e 130 euro nel 2019, oggi introvabili a meno di 650 euro e 250 euro (a parità di modello).
Anche i tappetini per fare addominali e stretching hanno subito rincari medi del +63,3%, mentre per una panca si spende oggi il 67,8% in più.
A tutto ciò si aggiunge il fenomeno di allenatori e personal trainer, che attraverso lezioni prima all’aperto e ora online, hanno dato vita ad un nuovo business: per un’ora di allenamento a distanza collegati da pc o tablet, si arriva a spendere fino a 70 euro, un giro d’affari spesso sommerso e che sfugge al fisco.
“L’aumento dei prezzi è una mera speculazione legata al Covid e allo stato di necessità dei cittadini – denuncia il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele – La maggiore domanda da parte degli italiani che, non potendosi allenare in palestra, decidono di acquistare online attrezzatura sportiva, ha prodotto un ingiustificato incremento dei prezzi, su cui farebbe bene ad indagare l’Antitrust”.