Progetto FABER: ecco i “cervelli” assunti dalle aziende


Dai saponi che non inquinano i mari alle zanzariere ultrasottili: ecco gli 8 ricercatori assunti in azienda per fare ricerca grazie al progetto FABER

Sara Aquino, progetto FABER

Dai detergenti e solari che non inquinano i mari alle zanzariere ultrasottili, dal software che supporta in maniera innovativa i processi di produzione dell’azienda agli accessori di alta moda e lusso prodotti senza nichel e cianuri: sono sette i progetti di ricerca per i quali sono stati assunti in azienda altrettanti ricercatori che contemporaneamente conseguiranno il Dottorato di Ricerca nella formula del Dottorato Industriale presso l’Università di Firenze, grazie al progetto FABER. A questi si aggiunge un ottavo progetto che sarà realizzato da un ricercatore già in possesso di dottorato anch’egli regolarmente assunto in azienda grazie a FABER. Sono i vincitori della terza edizione del bando di Fondazione CR Firenze, in collaborazione con Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione e Confindustria Firenze per promuovere la valorizzazione del capitale umano e il trasferimento tecnologico in azienda.

Il progetto agevola le micro, piccole e medie imprese appartenenti ai territori della Città Metropolitana di Firenze e alla provincia di Arezzo nell’inserimento di figure altamente specializzate, ricercatori universitari e non, con un contributo economico di circa 20 mila euro annui per ciascuno, per un investimento totale da parte di Fondazione CR Firenze di 500 mila euro nei tre anni di progetto. FABER permette dunque l’incontro fra giovani ricercatori e aziende che intendono investire nell’innovazione. Un’opportunità di crescita per il tessuto imprenditoriale che ha risposto alla call lanciata nonostante il periodo di crisi generato dalla pandemia: 17 le domande pervenute, meno della metà sono state accolte per un valore stimato, in termini di investimenti da parte delle aziende di quasi 2,6 milioni di euro. L’impresa cofinanzia infatti con 15.000 € annui il contributo destinato al contratto del ricercatore e, contestualmente, investe risorse proprie per la realizzazione del progetto di ricerca industriale che ha proposto a FABER.

Per la prima volta, in sinergia con l’Università di Firenze, i giovani assunti potranno inoltre conseguire grazie ai progetti portati avanti in azienda il Dottorato di Ricerca nella formula del Dottorato Industriale; l’80% dei Dottorati di Ricerca Industriali attivati in quest’anno accademico è stata attivata grazie a FABER.

“La prima edizione di FABER è partita nel 2016 e il nostro intento era quello di sperimentare un’azione che facesse incontrare le micro e piccole imprese del nostro territorio con la ricerca scientifica – spiega Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze –. Il nostro Paese è tristemente carente rispetto ad altri paesi proprio nella ricerca industriale e nella produzione di brevetti pur essendo i ricercatori italiani qualitativamente tra i migliori al mondo. A questo problema si aggiunge il fatto che moltissimi ricercatori italiani svolgono la loro attività, e dunque vincono grant e premialità, all’estero e dunque contribuiscono allo sviluppo economico e sociale di altri paesi perché trovano un ambiente scientifico più accogliente e sfidante per le loro carriere. Da queste considerazioni abbiamo pensato di lanciare quella che allora era una piccola azione pilota e che quest’anno è alla terza edizione con risultati che consideriamo incoraggianti. Nelle precedenti edizioni infatti ben 18 ricercatori sono stati inseriti, e ora vi lavorano stabilmente, in aziende del tessuto produttivo locale: giovani con curriculum importanti, nella maggior parte dei casi con esperienze all’estero, desiderosi di trovare una opportunità nel proprio paese. Per questa edizione abbiamo deciso di fare un ulteriore passo e, in collaborazione con l’ateneo, abbiamo dato ai giovani laureati la possibilità di conseguire il Dottorato Industriale. I ricercatori sono stati già assunti nelle aziende e per tre anni studieranno per conseguire il titolo accademico. Siamo orgogliosi di questo progetto perché, con una quadra consolidata che ci vede collaborare con Confindustria Firenze e Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione, siamo stati in grado di far incontrare altissime professionalità e aziende, di facilitare dunque il trasferimento tecnologico e l’innovazione, offrendo contestualmente una opportunità di carriera a giovani ricercatori toscani. Siamo impegnati, in questa come in altre iniziative, a valorizzare persone e competenze per affrontare insieme la dura sfida di un’economia messa a dura prova dall’emergenza pandemica”.

“Fin dalla prima edizione – dichiara Andrea Arnone, presidente della Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione e prorettore dell’Ateneo fiorentino al trasferimento tecnologico e ai rapporti con il territorio e con il mondo delle imprese – abbiamo considerato FABER una delle iniziative più importanti in un’ottica di trasferimento tecnologico. Questo strumento, messo a punto in collaborazione con la Fondazione CR Firenze, la Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione e Confindustria Firenze aveva l’obiettivo di valorizzare il sistema delle imprese attraverso l’inserimento di giovani che avessero acquisito specifiche competenze all’interno di un percorso universitario del nostro Ateneo. Considerando il contributo fornito al sistema produttivo del territorio dai 18 ricercatori selezionati nelle precedenti edizioni del bando, possiamo considerare il bilancio di quest’esperienza già molto positivo. Quest’anno il bando FABER ha compiuto un ulteriore salto di qualità: i vincitori della selezione potranno conseguire il Dottorato industriale beneficiando di un finanziamento per i tre anni previsti dal ciclo. L’alta formazione diventa parte integrante del percorso con il preciso scopo di accrescere il contributo che i nostri ragazzi, il capitale umano più prezioso dell’Università di Firenze, possono portare al sistema delle imprese. Si tratta di un passo tanto più importante e significativo in questa fase così delicata per le nostre aziende alle prese con le difficoltà dovute alla pandemia”.

“Le nostre piccole e medie imprese manifatturiere o dei servizi innovativi hanno nel Dna il miglioramento continuo e perseguono l’innovazione che riesce ad attivare le energie positive dello sviluppo, della crescita del valore aziendale. FABER in questi anni ha consentito a molte di queste aziende di accompagnare, con l’aiuto dei giovani ricercatori, i loro progetti e i risultati che sono stati raggiunti, li reputiamo come un forte segnale di cambiamento verso prodotti e servizi che certamente portano le impronte delle nuove tecnologie, della sostenibilità, dell’attenzione verso i consumatori – sottolinea Azzurra Morelli, vicepresidente di Confindustria Firenze -. Il capitale che l’Università ci mette a disposizione rappresenta per noi imprenditori la vera sfida per essere competitivi e concorrere, con i migliori, nello spazio della frontiera tecnologica che unisce ricerca e trasferimento. Siamo molto contenti come Confindustria Firenze di essere partner strategici di FABER. La nostra missione di aprire le porte delle imprese ai giovani e all’università si realizza anche con queste modalità che non solo premiano i migliori giovani e le imprese più innovative, ma fungono da esempio per il nostro tessuto produttivo”.

I settori di intervento ammessi al bando erano della moda/design/arredamento, meccanica, agroalimentare, industria turistica, chimico/farmaceutico e ICT. Le aziende e i ricercatori a vincere la terza edizione di FABER sono:

Giulia Guidelli, 34 anni, di Arezzo, laureata in Farmacia con master universitario di 2°livello in Scienze Cosmetiche, ha iniziato il suo dottorato in Scienze Chimiche presso Farmad Laboratori Firenze (prodotti innovativi nella cosmesi). Il suo progetto di ricerca si concentra sullo studio di detergenti e solari che siano tollerabili ed efficaci nell’uso, ma anche sicuri per l’ambiente, soprattutto per la flora e la fauna dei nostri mari. “FABER – spiega Giulia – crea un ponte fra università e realtà aziendale che dà la possibilità all’azienda di accedere all’importante know how del dipartimento universitario favorendo lo sviluppo dell’innovazione”.

Albi Qehajaj, 28 annilaurea magistrale in Ingegneria Meccanica, ha intrapreso il dottorato Industriale in Ingegneria Industriale presso GEI S.r.l l’unica azienda toscana che opera nei sistemi di pompaggio antincendio. Il progetto consiste nell’installazione e gestione di un software che archivia i disegni 3D degli oggetti in produzione, in modo tale che possano essere condivisi con i vari reparti in forma consultabile ma non modificabile.

Emanuele Salvietti, 42 anni, originario della provincia di Arezzolaurea magistrale in Chimica, ha già conseguito il Dottorato Industriale in Scienze Chimiche e ha 12 anni di esperienza nel campo. Ha intrapreso il progetto FABER con l’azienda Italfimet S.r.l., impresa specializzata nella produzione di bagni e impianti galvanici. Si occupa di un progetto per lo sviluppo di nuovo bagno galvanico senza cianuri, più ecologico e meno impattante per la salute dei lavoratori.

Alessio Viti, laureato in Ingegneria Elettronica delle Telecomunicazioni, ha iniziato il Dottorato Industriale in Ingegneria dell’Informazione presso Mad Automation S.r.l. (produzione di macchinari e impianti automatici). Il suo progetto consiste nella creazione di un ‘cervello’ software aziendale in grado di condividere in tempo reale le informazioni relative alle linee di produzione da qualunque postazione.

Marco Melani, 25 anni, di Pistoia, con una laurea magistrale in Ingegneria Meccanica, ha intrapreso il Dottorato Industriale in Ingegneria Industriale nell’azienda di Fucecchio Palagina S.r.l., leader nella realizzazione e vendita di sistemi zanzariera e tende tecniche. Il suo progetto è incentrato sullo sviluppo di una zanzariera innovativa ultrasottile, a movimentazione laterale, basata su un meccanismo “a carro” che occupi poco spazio e allo stesso tempo possa mantenere elevati standard di qualità e affidabilità del prodotto. “FABER mi ha dato la possibilità di continuare nei miei studi lavorando allo stesso tempo – racconta Marco – ma soprattutto di restare nel territorio”.

Davide Martini, 29 anni, Castel San Niccolò (AR), laurea magistrale in Ingegneria Elettrica e dell’Automazione, ha iniziato il Dottorato Industriale in Ingegneria dell’Informazione presso Tekne Dental Srl (uno dei più grandi produttori italiani di strumentazione ruotante per uso odontoiatrico). Sta lavorando a un sistema di controllo ad effetto di campo ottimizzato per un micromotore elettrico a induzione trifase senza spazzole del tipo PMSM (Permanent Magnet Synchronous Motor) e senza sensori per il campo odontoiatrico.

Andrea Comparini, 29 anni, fiorentino, laureato in Scienze Chimiche, ha intrapreso il Dottorato Industriale in Scienze Chimiche presso Valmet Plating Srl (bagni galvanici). Il suo progetto consiste nello sviluppo di processi di nobilitazione di leghe di alluminio mediante processi galvanici sostenibili con l’obiettivo di eliminare i cianuri ed il nichel dal bagno. “FABER – spiega – permette di vivere l’azienda mantenendo un accesso all’università, al suo supporto e alla sua strumentazione”.

Sara Aquino, 29 anni, livornese, laureata in Ingegneria Biomedica, ha iniziato il Dottorato Industriale in Davas 4.0, presso Smart Operations Srl (software e big data). Si occupa di dare valore ai dati con tecnologie di realtà aumentata e virtuale. “FABER è una grande opportunità – dice – perché consente di unire due mondi, quello del lavoro e quello universitario, che normalmente nella fase di dottorato sono distanti”.

Il progetto, che ha avuto inizio nel 2016, ha permesso di sostenere nelle 3 edizioni 25 aziende e creare 26 nuovi posti di lavoro sul territorio. Ad oggi sono stati erogati 916.000 euro per l’inserimento dei ricercatori nelle 17 aziende partecipanti alla 1° e 2° edizione. La terza annualità può contare su un deliberato di € 500.000 per la copertura totale delle borse triennali di dottorato industriale per gli 8 ricercatori arruolati. Per maggiori informazioni consultare il sito: www.progettofaber.it.