Colangiocarcinoma: via libera a pemigatinib in UE


L’UE approva pemigatinib per il trattamento del colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico con fusioni o riarrangiamenti dell’FGFR2

Farmaci per colangiocarcinoma, medicina

La Commissione Europea ha approvato pemigatinib per il trattamento dei pazienti adulti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico con fusioni o riarrangiamenti del recettore 2 del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR2) e con progressione di malattia dopo almeno una precedente linea di terapia sistemica.

Pemigatinib è la prima target therapy approvata nell’UE per questa indicazione. Pemigatinib è un potente inibitore selettivo orale delle isoforme di FGFR 1, 2 e 3 che, nel corso di studi preclinici, ha dimostrato un’attività farmacologica selettiva contro le cellule tumorali con alterazioni di FGFR.

La decisione fa seguito al parere positivo ricevuto dal Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel gennaio 2021, che ha raccomandato l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio condizionata di pemigatinib.

La decisione della CE è basata sui dati dello studio clinico FIGHT-202, che sta valutando la sicurezza e l’efficacia di pemigatinib nei pazienti adulti con colangiocarcinoma localmente avanzato o metastatico con stato FGF/FGFR documentato e pretrattati.

I risultati ad interim dello studio clinico FIGHT-202 hanno dimostrato che, nei pazienti che presentano fusioni o riarrangiamenti di FGFR2 (Coorte A [108 pazienti]), la monoterapia con pemigatinib ha determinato un tasso di risposta globale (ORR, Overall Response Rate) del 37% (endpoint primario) e una durata mediana della risposta (DOR, Duration of Response) di 8 mesi (endpoint secondario), sulla base di una revisione radiologica centralizzata indipendente. Pemigatinib è stato generalmente ben tollerato. Le avvertenze e le precauzioni per il farmaco includono livelli ematici di fosfato alti e bassi, problemi alla visione o agli occhi, aumento della creatinina ematica e, per le donne in gravidanza, un rischio di danno al feto.

“I dati dello studio FIGHT-202 hanno dimostrato i potenziali benefici che pemigatinib può fornire ai pazienti con colangiocarcinoma idonei al trattamento”, ha dichiarato Eric Van Cutsem, M.D., Ph.D., Professore e Capo Divisione di Oncologia Digestiva presso l’Università di Leuven (KUL) e gli Ospedali universitari di Gasthuisberg (Leuven, Belgio). “Pemigatinib rappresenta un’opzione terapeutica di cui si sentiva il bisogno per i pazienti idonei, che finora avevano avuto a disposizione solo poche opzioni di trattamento efficaci”.

Il colangiocarcinoma è un tumore raro che si forma nei dotti biliari. Viene classificato in base alla sua origine: il colangiocarcinoma intraepatico origina dai dotti biliari all’interno del fegato, mentre il colangiocarcinoma extraepatico si verifica nei dotti biliari all’esterno del fegato. I pazienti con colangiocarcinoma vengono spesso diagnosticati in una fase tardiva o avanzata della malattia, quando la prognosi è sfavorevole. In Europa, l’incidenza del colangiocarcinoma varia tra i 6000 e gli 8000 casi. Le fusioni o i riarrangiamenti di FGFR2 si verificano quasi esclusivamente nel colangiocarcinoma intraepatico, dove vengono osservati nel 10-16% dei pazienti.

“Storicamente, i pazienti affetti da colangiocarcinoma avanzato hanno opzioni di trattamento molto limitate”, ha detto Helen Morement, CEO, AMMF – The Cholangiocarcinoma Charity. “Siamo felici di constatare che in Europa iniziano ad essere approvate nuove terapie target che danno speranza a chi ha un disperato bisogno di alternative”.

Lo studio clinico FIGHT-202
Lo studio multicentrico di fase II FIGHT-202 (NCT02924376), condotto in aperto, valuta la sicurezza e l’efficacia di pemigatinib – un inibitore selettivo del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR) – nei pazienti adulti (età ≥18 anni) con colangiocarcinoma in stadio localmente avanzato o metastatico, già trattato in precedenza e con stato FGF/FGFR documentato.

I pazienti sono stati arruolati in una di tre coorti: Coorte A (pazienti con fusioni o riarrangiamenti di FGFR2), Coorte B (pazienti con altre alterazioni genetiche di FGF/FGFR) o Coorte C (nessuna alterazione genetica di FGF/FGFR). Tutti i pazienti hanno ricevuto 13,5mg di pemigatinib per via orale una volta al giorno (QD) per un ciclo di 21 giorni (due settimane di assunzione/una settimana senza assunzione) fino alla progressione radiologica della malattia o a tossicità inaccettabile.

L’endpoint primario dello studio FIGHT-202 è il tasso di risposta globale (ORR, Overall Response Rate) nella Coorte A, valutato mediante revisione indipendente secondo i criteri RECIST versione 1.1. Gli endpoint secondari includono l’ORR; la sopravvivenza libera da progressione (PFS, Progression Free Survival), la sopravvivenza globale (OS, Overall Survival), la durata della risposta (DOR, Duration of Response), il tasso di controllo della malattia (DCR, Disease Control Rate) e la sicurezza in tutte le coorti.