Italian Green Road Award, al via la VI edizione: l’Oscar del cicloturismo premia il miglior percorso da compiere in bici
Quale sarà la “via verde” migliore d’Italia? Per saperlo bisognerà attendere il 19 giugno, giorno in cui sarà assegnato l’Italian Green Road Award, il premio che riconosce l’impegno di regioni e territori nel valorizzare i propri percorsi ciclabili, completandoli con servizi adatti a favorire un tipo di turismo slow, dalla semplice identificazione nominale alla messa in sicurezza dei tracciati, passando per la segnaletica.
L’Oscar italiano del cicloturismo, giunto alla sesta edizione, è stato presentato l’8 aprile, nel corso di una conferenza stampa che ha aperto le candidature per chi intende partecipare. C’è tempo fino al 31 maggio per proporre al massimo due green road, da intendere non solo come strade riservate esclusivamente ai pedoni e a mezzi non motorizzati, ma anche come strade bianche poco trafficate o strade secondarie a bassa percorrenza.
Tra le novità del 2021 la scelta di assegnare il premio nella regione che se lo è aggiudicato nell’edizione precedente. Così sarà l’Abruzzo, vincitore nel 2020 con la ciclovia Bike to Coast, a ospitare una tre giorni nella città di Pescara, dal 18 al 20 giugno, durante la quale oltre alla cerimonia di premiazione, saranno presentate alcune anticipazioni dell’Osservatorio sul cicloturismo, realizzato da Isnart e Legambiente in vista del Bike Summit 2021, che farà il punto sull’economia generata dal cicloturismo in Italia in autunno.
Un fenomeno sempre più in crescita: secondo dati ANCMA sono state 2.010.000 le bici vendute nel 2020, registrando un incremento del 17% rispetto al 2019, mentre il Rapporto sul Cicloturismo realizzato da Isnart-Unioncamere e Legambiente ha stimato che circa 5 milioni di italiani hanno utilizzato la due ruote durante le vacanze estive dello scorso anno. L’esplosione della pandemia è stata senza dubbio una marcia in più: il distanziamento sociale, il desiderio di spazi e vacanze lontani dalle mura di casa, gli incentivi per l’acquisto di bici e monopattini e una rinnovata attenzione per l’ambiente e la sostenibilità hanno dato nuovo concime per un terreno già fertile, quello della mobilità dolce.
Grande impulso allo sviluppo delle green road è arrivato dalle ferrovie dismesse, non più utilizzate per il servizio ferroviario e riconvertite in strade ciclabili. Il rapporto tra treno e bici diventa così sempre più forte: rappresentano i due estremi di un cerchio che racchiude la mobilità umana, due mezzi in cui moltitudine e singolo si incontrano e si accompagnano, due mezzi sicuramente tra i più sostenibili, meno impattanti sull’ambiente e meno energivori.
Sono 1100 i km di ferrovie dismesse di FS ed RFI che potrebbero essere sfruttate e trasformate in ciclovie. Se al calcolo si aggiungono le ferrovie ex concesse, le tramvie e altre linee si arriva a 7mila km di sedime ferroviario, di cui almeno la metà può trasformarsi in percorsi da cicloturismo. Il 17 marzo è poi partito un progetto del MIMS per finanziare ciclovie che uniscono scali ferroviari e università, dal momento che l’83% degli atenei italiani sono distanti dalle stazioni non più di 3-4 km. Per agevolare il trasporto su bici anche Trenitalia fa la sua parte: ad esempio dalla fine del 2020 è possibile portare la propria due ruote anche a bordo degli Intercity, mentre sui Regionali di ultima generazione, come i Rock e i Pop, è possibile anche ricaricare la bici elettrica. Per tutti gli appassionati è poi disponibile il travel book dedicato alle ciclovie, utile per avere tutte le informazioni per organizzare passeggiate in bici su sentieri posti in prossimità delle stazioni.