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Un docufilm racconta Giovanni Capurro

Giovanni Capurro

Giovanni Capurro, autore di ‘O sole mio, raccontato in un docufilm ideato in occasione del centenario dalla sua morte dall’associazione Giano Bifronte

“Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia”, questo il titolo del documentario che l’associazione Giano Bifronte dedica all’autore partenopeo che, forse più di altri, ha reso Napoli celebre nel mondo. Suo, infatti, il testo di ‘O sole mio, messo in musica da Eduardo di Capua nel lontano 1898. Il documentario sarà presentato in anteprima Facebook sulla pagina dell’associazione, venerdì 23 aprile alle 20:30. Poi comincerà il suo particolarissimo tour tra i festival tematici italiani ed europei. “Aver realizzato questo progetto ci inorgoglisce – dichiara Paolo Nappi dell’associazione Giano Bifronte -, perché vogliamo regalare alle nuove generazioni un tesoro prezioso e raro quale è quello di Capurro. Un cristallino autore e poeta. Credo sia imprescindibile che i più giovani abbiano coscienza delle radici creative che diventano la nostra cultura contemporanea”.

Capurro è l’essenza del patrimonio culturale napoletano. Fra le sue composizioni Lilì Kangy, testimonianza di una Napoli povera ma fiera, e Totonno ‘e Quagliarella. Naturalmente sono decine, i memorabili brani da lui firmati che una schiera infinita di cantanti ha interpretato in oltre un secolo di spettacoli, album, recital. Con i suoi versi, Capurro cattura e illumina continue fotografie della Napoli dell’Ottocento e del Novecento, proprio a partire da suggestioni urbane che nel tempo hanno ispirato pure il suo “figlioccio” d’arte, Raffaele Viviani.

È da queste intuizioni, spiega la Dire (www.dire.it), che durante il 2020, anno del centenario dalla sua morte, l’associazione Giano Bifronte ha ideato il docufilm curato nella regia di Fabiana Fazio e realizzato con il sostegno della Regione Campania. L’approfondimento d’autore è stato fatto dagli studiosi Ciro Daniele e Antonio Raspaolo, raccogliendo memorabilia dell’artista sia grazie ad archivi privati che per gentile concessione della Fondazione Bideri. Numerosi, altrettanti, sono i contributi artistici girati ad hoc: il trio Suonno d’Ajere ha interpretato le canzoni Ammore che gira e ‘A vongola.

Lo scrittore e performer Gianni Valentino ha recitato le poesie Sfratto ‘e casa e Scunferenza. Luigi Scialdone ha eseguito col suo mandolino l’iconica ‘O sole mio. Nel docufilm “Giovanni Capurro. L’eredità, l’antologia” c’è anche il dj-producer Uncino che ha creato un mashup, tratto dal progetto Neapolitan Classic Beat Making: un’immersione nel battito e nel groove di Partenope, la cui fonte oscilla dall’Ottocento ai giorni nostri.”

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