Migranti, si rovescia gommone al largo delle coste della Libia, nuova strage nel Mediterraneo. Ocean Viking: “Almeno 100 morti”
Naufragio nella notte con numerose vittime per un gommone di migranti partito dalla Libia. Lo ha denunciato Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia e soccorritore a bordo della Ocean Viking. Nell’imbarcazione, che secondo le organizzazioni per i diritti dei migranti chiedeva aiuto almeno da mercoledì, erano presenti più di 100 persone. “Da oltre 24 ore la Ocean Viking stava inseguendo dei destini nel mare, quelli di due imbarcazioni in difficoltà, molto lontane fra di loro. Della prima non abbiamo trovato alcuna traccia – ha raccontato Porro -, possiamo solo sperare che sia rientrata a terra o comunque giunta in salvo. La seconda è stata rincorsa attraverso una bufera, in una notte con onde alte sei metri. Non ho difficoltà ad ammetterlo, ho passato qualche ora in bagno a vomitare. Non sono bastati la prometazina, il dimenidrinato, metà degli ultimi tre anni passati in mare. Ero esausto, disidratato, a fatica sono tornato nel letto, ed ero protetto da una signora delle acque che pesa migliaia di tonnellate. Colpi secchi sulla chiglia, oggetti rovesciati nelle cabine. Fuori, da qualche parte in quelle stesse onde, un gommone con 120 persone. O 100, o 130. Non lo sapremo mai, perché sono tutte morte”.
“NESSUN AIUTO DAGLI STATI, SIAMO RIMASTI SOLI IN UN MARE DI CADAVERI”
Nella lettera pubblicata sul sito web dell’ong, Porro continua: “All’alba abbiamo cercato ancora, assieme a tre mercantili, senza coordinamento né aiuto da parte degli Stati. Fosse cascato un aereo di linea ci sarebbero state le marine di mezza Europa, ma erano solo migranti, concime del cimitero mediterraneo, per i quali è inutile correre, e infatti siamo rimasti soli”. Il presidente di Sos Mediterranee Italia nave prosegue riferendo che “nel pomeriggio la nave My Rose ha avvistato il gommone, ci siamo avvicinati ed è stato navigare in un mare di cadaveri. Letteralmente. Del natante restava poco, delle persone neanche il nome. Impotenti, abbiamo fatto un minuto di silenzio, a riecheggiare sulle terre degli uomini. Le cose devono cambiare, le persone devono sapere”.
LEGGI ANCHE: Sea-Watch: nave con 106 migranti respinta in Libia, morti una donna e un bambino
SAVIANO: “PROVO SCHIFO PER ISTITUZIONI ITALIANE ED EUROPEE”
“Nel Canale di Sicilia sono annegate 130 persone. Le autorità europee ne erano al corrente e le hanno lasciate morire“. Lo scrive su Facebook Roberto Saviano. “Sono certo – aggiunge il giornalista – che la magistratura italiana aprirà un fascicolo per accertare se qualcuno, annidato nelle nostre istituzioni, abbia deliberatamente lasciato morire in mare oltre 100 esseri umani. Se non lo facesse, potremmo legittimamente pensare che il suo unico interesse sia indagare e perseguire chi salva vite, e intercettare illegalmente chi racconta ciò che accade in Libia e nel Mediterraneo”. Al momento, prosegue Saviano, “posso solo manifestare un dolore immenso per le vite spezzate e lo schifo più profondo per quelle istituzioni italiane ed europee che, ignorando ancora una volta le richieste di soccorso di Watch The Med – Alarmphone, oggi come 70 anni fa, hanno deciso di voltare la faccia dall’altra parte”.
SANT’EGIDIO: “L’UE AIUTI A COSTRUIRE UN FUTURO VIVIBILE NEI PAESI D’ORIGINE”
Anche la comunità di Sant’Egidio in una nota si è espressa sulla nuova tragedia nel mar Mediterraneo: “Al largo della Libia si è consumato l’ennesimo dramma dell’immigrazione con un bilancio di vittime che alcune ong stimano ad oltre cento. La Comunità di Sant’Egidio esprime innanzitutto il suo cordoglio alle famiglie dei migranti, che nel loro viaggio hanno patito sofferenze e soprusi dalla partenza dal loro paese fino alla tragica sorte nelle acque del Mediterraneo. Un sentimento di pietà che occorre riaffermare di fronte ad una notizia che rischia di passare in secondo piano in questo amaro tempo di pandemia”. Sant’Egidio ha anche voluto lanciare un appello alle autorità che “avrebbero potuto provare a soccorrere il battello di fortuna andato alla deriva, a fronte di segnalazioni già arrivate nella giornata di mercoledì, perché vengano garantiti i salvataggi in mare di chi è in pericolo di vita. È urgente rispondere al più presto alla domanda di aiuto proveniente dai migranti in transito verso l’Europa, in particolare di quelli attualmente in Libia, con progetti a lungo respiro che puntino a svuotare i luoghi di detenzione, a esaminare le situazioni delle singole persone e a consentire vie di salvezza legali come i corridoi umanitari. Al tempo stesso occorre costruire un futuro vivibile nei paesi di origine, soprattutto per i giovani, con il sostegno dell’Unione europea”.
FRATOIANNI (SI): “DRAGHI RINGRAZIA ANCORA LA GUARDIA COSTIERA LIBICA?”
Sul tema, spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), è intervenuto anche Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, attaccando il premier Mario Draghi che in una recente visita a Tripoli aveva ringraziato la guardia costiera libica per il suo lavoro sul fronte della gestione dei flussi di migranti. “Ancora una terribile tragedia nel Mediterraneo con oltre 100 esseri umani annegati, che poteva benissimo essere evitata – ha scritto Fratoianni su Twitter – Una ennesima vergogna per l’Europa ma anche per il nostro Paese. Caro Presidente Draghi, pensa ancora che la guardia costiera libica vada ringraziata?”.
PALAZZOTTO (LEU): “Interrogazione parlamentare per chiarire responsabilità italiane”
“Le 24 ore che precedono il naufragio di 130 persone nel Mediterraneo centrale sono un insulto all’umanità e al valore della vita degli uomini e delle donne. Decine di chiamate, richieste di soccorso, Frontex che sorvola e non interviene, un vergognoso scaricabarile tra autorità libiche, italiane ed europee. Donne, uomini e bambini lasciati agonizzare in alto mare tra onde di sei metri e poi lasciate affogare. Presenterò un’interrogazione urgente al Governo perché le responsabilità italiane siano chiarite”. Lo ha scritto in una nota il deputato di LeU, Erasmo Palazzotto, in merito al naufragio avvenuto al largo delle coste libiche.