Uno studio retrospettivo italiano focalizza l’effetto del vaccino antinfluenzale sulla riduzione della mortalità da SARS-CoV-2
Uno studio retrospettivo italiano, dal titolo originale “Effect of influenza vaccine on COVID-19 mortality: a retrospective study” a firma di ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli-IRCCS e pubblicato da ‘INTERNAL AND EMERGENCY MEDICINE‘ mette a fuoco il ruolo che la vaccinazione antinfluenzale potrebbe mostrare nella riduzione della mortalità da infezione con SARS-CoV-2. A seguire il riassunto dello studio, pubblicato dagli autori.
“È stato ipotizzato che vaccini possano esercitare un effetto protettivo aspecifico contro agenti infettivi, anche differenti (da quello per cui si effettua la vaccinazione NDR) . La malattia da Coronavirus 2019 (COVID-19) è un’infezione pandemica con elevata mortalità nei pazienti anziani a causa della Sindrome Respiratoria Acuta grave da Coronavirus 2 (SARS-CoV-2). L’elevato numero di vaccinazioni potrebbe essere uno dei motivi per cui i bambini mostrano una minore suscettibilità all’infezione da SARS-CoV-2 e una gravità più lieve rispetto agli adulti”.
“Abbiamo progettato uno studio volto a verificare se il vaccino antinfluenzale possa ridurre la suscettibilità e la gravità dell’infezione da SARS-CoV-2. Abbiamo arruolato retrospettivamente 635 pazienti, i quali hanno avuto accesso al nostro pronto soccorso dal 1 marzo al 30 giugno 2020 e sono stati diagnosticati con infezione da COVID-19 confermata da una RT-PCR su un tampone orofaringeo” spiegano dal Cemad Gemelli.
“I dati clinici, i risultati e la prova della vaccinazione antinfluenzale sono stati raccolti dalle cartelle cliniche elettroniche del nostro ospedale. Abbiamo anche utilizzato i dati del Ministero della Salute italiano per confrontare la percentuale della vaccinazione antinfluenzale tra la popolazione generale della Regione Lazio e i nostri pazienti arruolati. Abbiamo quindi confrontato i risultati clinici tra pazienti vaccinati e non vaccinati, mediante analisi univariata e multivariata” proseguono.
“I pazienti positivi al COVID-19 di età superiore ai 65 anni hanno riportato una minore percentuale di vaccinazione antinfluenzale effettuata rispetto alla popolazione generale residente nel Lazio (p = 0,004). Dopo la correzione per sesso, età e comorbidità, abbiamo riscontrato un minor rischio di morte a 60 giorni nei pazienti con vaccinazione antinfluenzale rispetto ai pazienti non vaccinati (p = 0,001). Il nostro studio mostra che la vaccinazione antinfluenzale potrebbe ridurre la mortalità da COVID-19. Sono necessari studi prospettici per confermare questo risultato”.