Con l’Intelligenza artificiale maggiore precisione diagnostica e velocità di lettura delle immagini: l’oncologia fa passi avanti verso il futuro
Oggi l’Intelligenza Artificiale può fare sì che una radiografia del torace venga attentamente analizzata da un software che identifica in modo completamente automatico dove ci sono noduli polmonari. E’ possibile sapere anche entro quanto tempo un paziente con nefropatia in stadio G4 entrerà in dialisi e quante postazioni di dialisi deve prevedere entro sei mesi un ospedale.
Gli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale, in campo sanitario, sono in grado di offrire le informazioni che possono impattare non solo la parte clinica e della cura del paziente ma anche l’organizzazione logistica ospedaliera. I modelli si basano su diverse fonti informative, come esami ematici, esami fisici, comorbidità, ricoveri, accessi al pronto soccorso, farmacoterapia, immagini,
dati di sensori.
In campo diagnostico si stanno facendo notevoli passi in avanti, sia per quel che riguarda l’identificazione della patologia tumorale che la prevenzione dei tumori.
Di questi temi si è parlato durante webinar dedicato alla prevenzione dei tumori, organizzato dall’Associazione Prevenzione Tumori in cui è intervenuto il Prof. Daniele Regge, Professore Associato di Radiologia all’Università degli Studi di Torino e Direttore della Radiodiagnostica presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Candiolo (To) e membro del Comitato Scientifico dell’associazione Prevenzione Tumori.
“I sistemi di Intelligenza Artificiale avranno un ruolo importante nella identificazione della malattia – spiega Daniele Regge, Professore Associato di Radiologia all’Università degli Studi di Torino e Direttore della Radiodiagnostica presso l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Candiolo (To) e membro del Comitato Scientifico dell’Associazione Prevenzione Tumori -. Ci sono oggi software che permettono di identificare i tumori della mammella meglio di un radiologo. In un futuro più lontano immagino che l’Intelligenza Artificiale riuscirà anche a caratterizzare la malattia, distinguendo ad esempio un tumore epatico benigno da un tumore maligno. Addirittura, essi potranno indicare nel caso dei tumori maligni qual è il tipo di farmaco più attivo”. Ma non solo. “Stiamo lavorando su sistemi di Intelligenza Artificiale che possano avere un impatto sui quattro
“big killers” – aggiunge il Professor Regge – e cioè il tumore del polmone, della mammella, del colon e della prostata che, come dato aggregato, rappresentano circa il 50% dei tumori maligni, se si escludono le neoplasie cutanee. Sicuramente l’Intelligenza Artificiale potenzierà la precisione diagnostica delle metodiche radiologiche ma consentirà anche di accelerare la lettura delle
immagini da parte del radiologo e ci consentirà di evidenziare quali sono le neoplasie più aggressive. Già oggi abbiamo disponibili software che consentono una biopsia virtuale su indagini di risonanza magnetica prostatica. Chissà, magari in un futuro non troppo distante si potrà evitare la biopsia agli uomini con sospetto cancro della prostata”.
Di fronte a questo scenario, si capisce bene che l’Intelligenza Artificiale permetterà ai medici di scegliere la cura migliore per ogni paziente ma anche di organizzare meglio la loro attività.
“La strada verso la terapia personalizzata sarà più facile da percorrere con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale, infatti già oggi sono disponibili sistemi di decisione clinica basati sull’Intelligenza Artificiale che suggeriscono la cura migliore per ogni paziente. Per quanto riguarda invece la nostra attività, nella pratica quotidiana il medico si occupa di tante cose che non sono
proprio inerenti alla sua professione, gestire le liste di attesa, ad esempio, o preparare il programma operatorio. Inoltre, il medico impiega molto tempo per risolvere problemi relativamente semplici, come ad esempio ricercare i noduli polmonari in una tomografia computerizzata. Ecco, io mi immagino un modo in cui l’Intelligenza Artificiale si prende in carico gli aspetti più ripetitivi e noiosi della professione in modo che il medico possa dedicare più tempo al suo paziente. Non credo che il computer si sostituirà mai al medico a cui deve spettare sempre la valutazione conclusiva. Questo almeno fino a quando le macchine prenderanno il sopravvento, come nel film “Terminator”. Speriamo che non succeda!”.
Il rovescio di questa innovazione dirompente può prendere il nome di “pericolo”, però.
“Il vero problema è che l’Intelligenza Artificiale è una specie di scatola nera. Non sappiamo come funziona e se può sbagliare. Più è complessa la rete neurale e più il computer potrebbe incorrere in un errore. È stato dimostrato che anche la variazione di un solo elemento digitale di un’immagine può alterare in modo drammatico l’interpretazione da parte della macchina. Un altro pericolo che vedo è l’intrusione da parte di malware che possono modificare l’immagine falsificandola, ad esempio introducendo un finto tumore sull’immagine. I falsi possono essere così ben congegnati da confondere anche un radiologo esperto. E’ necessario pertanto fare in modo che le immagini siano accessibili solo a chi deve fare la diagnosi”.
Quanto sia importante la formazione dei medici per l’impiego della Intelligenza Artificiale e considerare gli aspetti etici e legali è un tema centrale.
“Chi è responsabile se il sistema non funziona? Il medico, l’ospedale o chi ha prodotto il software? Questo è certamente uno dei diversi aspetti che si dovranno considerare. Per quanto riguarda la formazione il medico dovrà essere preparato, proprio come lo è oggi. Non vorrei che con la scusa dell’Intelligenza Artificiale in qualche modo venga a mancare quel percorso didattico e l’esperienza accumulata da anni di attività. Il medico dovrà imparare ad usare l’Intelligenza Artificiale per i compiti più semplici e ripetitivi che spesso sono quelli in cui è più facile un errore di distrazione. Poi ovviamente il medico dovrà istruirsi su ogni nuovo sistema, ma questo mi preoccupa di meno”.