Identificate le cause dell’inquinamento di Bagnoli


Inquinamento bagnoli

Determinare le cause dell’inquinamento del sito ex industriale di Bagnoli (NA), dismesso ormai da oltre 30 anni, è l’obiettivo di uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista “Science of the Total Environment”, condotto da ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV), Istituto di ricerca su innovazione e servizi per lo sviluppo (Iriss) del Cnr ed Università Federico II di Napoli.

Bagnoli Coroglio è un quartiere urbano della città di Napoli, che si affaccia sul golfo di Pozzuoli per quasi 3 km e posto al margine occidentale di una delle aree vulcaniche più esplosive d’Europa: la caldera dei Campi Flegrei. La necessità di riqualificare tale sito, dopo le intense attività industriali del ventesimo secolo, ha visto negli anni una notevole attività di ricerca per indagare il grado, la natura e l’estensione dell’inquinamento sia sulla terraferma che sul fondo del mare.

Renato Somma, ricercatore dell’INGV ed associato alla ricerca presso il Cnr-Iriss, afferma “dopo oltre tre decenni è stata utilizzata un’analisi estremamente dettagliata adottando simulazioni numeriche che tengono conto della propagazione delle onde, della generazione delle correnti e la presenza di strutture costiere. I parametri meteo-marini (onde, venti e marea) sono stati specificamente raccolti e analizzati per modellare la distribuzione di un elemento inquinante, quale l’arsenico, contenuto nei sedimenti marini prelevati durante una campagna di monitoraggio eseguita nel 2017 (progetto ABBaCO finanziato dal MIUR). Lo studio numerico ha permesso di fornire, per la prima volta, una visione chiara e sistematica delle forzanti idrodinamiche che caratterizzano l’area in esame e che svolgono un ruolo di primo piano nel trasporto degli inquinanti”.

“Questo articolo vuole identificare il ruolo delle acque termo-minerali come fonte di contaminazione da arsenico nei sedimenti marini di Bagnoli; acque termali di falda provenienti dall’ex lago vulcanico di Agnano, che sono state convogliate artificialmente fin dalla metà del XIX secolo verso il golfo di Pozzuoli”, continua Renato Somma.

A causa della natura intrinsecamente variabile delle forzanti idrodinamiche, l’approccio proposto sembra particolarmente auspicabile in situazioni in cui diverse fonti di contaminazione vengono confrontate. Tale metodica, potrebbe essere applicata con successo ai numerosi siti in cui il forte impatto antropico di tipo industriale insiste lungo la linea di costa.

I risultati fondamentali di questo studio permetteranno di affrontare la bonifica dell’area avendo ben chiaro quali siano le sorgenti di inquinamento geo-geniche, quindi ineliminabili, e quali quelle principalmente antropiche, che possono essere eliminate agendo appunto alla sorgente al fine di ripulire l’area dall’inquinamento accumulato. E, finalmente restituire quest’area, estremamente ricca a livello paesaggistico e termale, ad una piena fruizione da parte di cittadini e turisti, attraverso tecnologie di bonifica mirate.

Dati dello studio:
M. Buccino, M. Daliri, M. Calabrese, Renato Somma, A numerical study of arsenic contamination at the Bagnoli bay seabed by a semi-anthropogenic source. Analysis of current regime, in Science of The Total Environment, Volume 782, 2021, 146811, ISSN 0048-9697

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