In scena dal 6 al 9 maggio al Teatro Lo Spazio lo spettacolo di Maximilian Nisi dal titolo “Giuda” prodotto dal Centro Mediterraneo delle Arti
Il Teatro Lo Spazio è pronto a riaprire le sue porte e rialzare il sipario con l’entusiasmo che da sempre lo contraddistingue.
“In tutti questi mesi di difficoltà ci hanno tolto dello spazio in cui poter vivere e noi ripartiamo proprio dallo spazio, riappropriamoci dello spazio con un occhio alla qualità e all’artigianalità dei prodotti che vengono proposti”- dichiara il direttore artistico Manuel Paruccini.
Una mini- stagione, per tutto maggio, che sottolinea tutta la voglia e il coraggio di ricominciare, di riportare l’arte, che non si è mai fermata in questi mesi, al suo pubblico, di voler ridare “spazio” allo spettacolo dal vivo.
Si riparte proprio dove tutto si era interrotto, con Giuda, monologo di Raffaella Bonsignori, a cura di Maximilian Nisi, sul cattivo biblico per eccellenza, l’uomo che l’umanità ha messo sotto accusa, che esce allo scoperto per dare la sua versione dei fatti, in scena dal 6 al 9 maggio.
Giuda, interpretato dallo stesso Nisi, racconta la sua verità, riscrivendo i confini del suo rapporto con Cristo. Giuda è un uomo, capace di amare ma come, purtroppo, spesso si riducono ad amare molti esseri umani, con la loro innata imperfezione: il loro è un amore-possesso, vissuto guardando allo specchio solo i propri sentimenti e il proprio desiderio di essere, per gli altri, gli unici destinatari della loro attenzione, dei loro pensieri. Non si ammette alcuna condivisione, non si comprende un amore diverso da una catena che unisca indissolubilmente lo spirito di due esseri fino a fare sì che solo nell’ esistenza dell’uno l’altro trovi le motivazioni sufficienti per continuare a vivere.
Gesù è Il figlio di Dio, maestro di amore ma di un amore universale, sublime, che Lui sa offrire a piene mani a tutti gli uomini capaci di comprendere i suoi insegnamenti e di seguirlo. Non c’è alcun vincolo esclusivo, in questo amore, è un amore universale, che dovrebbe affratellare, permettere a tutti gli uomini che ne abbiano volontà di affrontare le intemperie della vita riscaldandosi al focolare di uno stesso Padre. Non è un amore-possesso ma è un amore che, come un pane, si spezza in parti uguali per essere distribuito a tutti i commensali che di quel pane abbiano fame.
L’amore-possesso di Giuda incontra il messaggio di un Amore diverso, immensamente più̀ grande, di Gesù̀ Cristo e in quell’oceano infinito si perde, sente la propria inadeguatezza ma rimane prigioniero dei propri limiti terreni. Vorrebbe essere riconosciuto, avere un premio solo per il fatto stesso di esistere, una ricompensa per la sua devozione che lo porta a desiderare la vicinanza di un uomo che, pure, è lontano da quell’ipotesi di Messia che per tanti anni aveva vagheggiato. Non un leone capace di scacciare i romani dalle terre occupate con la loro protervia di conquistatori ma un “agnello” che percorre una strada impervia che lo porterà̀ ad un’ inevitabile sacrificio finale. L’amore di Giuda non comprende tutto questo, vorrebbe da Gesù quelle risposte che l’uomo Giuda, inutilmente, chiede a suo Padre, quel Dio di cui soffre terribilmente la presenza-assenza. Eppure potrebbe anche accettarlo, in cambio, però, di essere amato come lui pretende, con una forza unica, esclusiva, più̀ del prediletto Giovanni, più̀ di Pietro, che pure per amore di Gesù potrebbe anche uccidere. Dalla disillusione cocente di questo suo desiderio di essere amato come lui vorrebbe, non “come” gli altri ma “più” degli altri, nasce poi, dentro l’animo di Giuda, il risentimento feroce che lo porterà̀ al tradimento, alle trenta monete lorde del sangue di Colui che, pure, tanto amava. C’è anche l’ineluttabilità̀ di un disegno divino dietro tutto questo, Giuda sente che, in qualche modo, quello che ha fatto gli è stato chiesto: ma dentro la sua tragedia non si può̀ dimenticare la forza devastante che ha avuto quell’amore disilluso che per lui era diventato più̀ importante della sua stessa vita e che lo trascina ad agire come lui non avrebbe mai voluto. Nel suo tormento interiore, Giuda è un’icona delle contraddizioni dell’uomo moderno, tanto fragile che, a volte, si smarrisce nella sua ricerca di amore e finisce per commettere delitti persino peggiori di quelli che gli suggerirebbe l’odio.
La “coda” di stagione proseguirà con lo spettacolo “Albania- Italia. Sola andata” di Marbjena Imeraj (dal 12 al 14 maggio), la stand up comedy al femminile delle Incoronate Comiche (il 20 maggio), “One shot… fino all’ultimo round”, una sfida a suon di gag, canzoni e “fiabe” con Attilio Fontana e la partecipazione di Emiliano Reggente (domenica 23 maggio doppio appuntamento alle ore 17 e ore 20), “Occhio al cuore” di Emiliano Metalli (dal 28 al 30 maggio), e poi con la nuova edizione del concorso “Idee nello Spazio”.