La Corte d’Assise condanna all’ergastolo Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth per l’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega
Ergastolo per Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth. Questa la condanna della prima Corte d’Assise per i 20enni americani accusati dell’omicidio di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dei carabinieri ucciso con 11 coltellate la notte del 26 luglio 2019 nel quartiere Prati di Roma. La sentenza nell’aula bunker di Rebibbia, alla presenza degli imputati, è stata letta dalla presidente Marina Finiti dopo oltre 13 ore di Camera di consiglio. Presenti in aula al momento della lettura della sentenza anche Andrea Varriale, il collega di Mario Cerciello che era in servizio con lui la sera dell’omicidio, Ethan Elder, il padre Finnegan Lee, Fabrizio Natale, padre di Christian Gabriel, Paolo Cerciello Rega e Rosa Maria Esilio, fratello e vedova di Mario.
AMERICANI CONDANNATI A 1 MLN DI PROVVISIONALE
Un milione di euro circa a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva e due mesi di isolamento diurno, uno in più di quanto era stato sollecitato dalla Procura, è stato disposto dalla prima Corte d’Assise di Roma nei confronti di Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjort.
LA DROGA, IL ‘CAVALLO DI RITORNO’ E LE 11 COLTELLATE
ll carabiniere fu ucciso dopo un tentato acquisto di droga, che non andò a buon fine. I due americani rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, incontrato in strada nella zona di Trastevere, che aveva indicato loro un pusher dal quale acquistare della droga rivelatasi poi altro. Brugiatelli chiese aiuto ai Carabinieri. Sul posto intervennero Mario Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale, i due si presentarono all’appuntamento fissato da Elder e Hjorth, che stavano tentando il cosiddetto ‘cavallo di ritorno‘ ovvero avevano chiesto a Brugiatelli la somma di 100 euro e della cocaina, in cambio dello zaino rubato. Ma quando i due carabinieri tentarono di bloccare i due americani, Elder reagì colpendo a morte Cerciello con 11 coltellate per poi fuggire. I due 20enni furono fermati il giorno dopo in una camera dell’albergo Le Meridien, non lontano da via Pietro Cossa, dove Cerciello era stato assassinato. In camera venne ritrovato il coltello, un’arma da taglio con una lama lunga quasi 20 centimetri. Ai due americani condannati all’ergastolo è stato disposto l’isolamento diurno come richiesto dall’accusa.
ALLA LETTURA DELLA SENTENZA LA VEDOVA SCOPPIA IN LACRIME
È scoppiata in lacrime alla lettura della sentenza che condanna all’ergastolo i due ragazzi statunitensi, Rosa Maria Esilio, la vedova di Mario Cerciello Rega. Senza parlare si è poi lasciata ad un lungo abbraccio con Paolo, il fratello di Mario. “È stato un lungo e doloroso processo. Questo non mi riporterà Mario. Non lo riporterà in vita, non ci ricadrà la nostra vita insieme. Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova e Mario rappresenta il precedente a cui chi avrà bisogno potrà appellarsi. La sua integrità è stata difesa è dimostrata nonostante da vittima abbia dovuto subire tante insinuazioni”, ha dichiarato Esilio, commentando in lacrime la sentenza.
“Mario – ha proseguito – doveva solo tornare a casa. Arrivare qui oggi è stato come arrivare in quell’ospedale. Non possiamo che ringraziare il complicato lavoro dei giudici, gli avvocati e tutte le persone che sono state a fianco a Mario perché lo conoscevano, perché era figlio e carabiniere di tutti. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto nel suo essere un marito e un uomo meraviglioso e un servitore dello stato che merita soltanto rispetto e onore che lui stesso da martire ha dimostrato”.
LEGALE FAMIGLIA CERCIELLO: “SENTENZA SEVERA MA DELITTO FU ATROCE”
“È una sentenza molto severa ma corrispondente alla gravità oggettiva del delitto che è stato atroce e anche al comportamento dei due imputati che non hanno dato alcun segno di pentimento“. Così l’avvocato Franco Coppi, legale di parte civile della famiglia di Mario Cerciello Rega, commentando la condanna all’ergastolo per Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth.
L’AVVOCATO DI ELDER: “È UNA VERGOGNA PER L’ITALIA”
“Questa sentenza rappresenta una vergogna per l’Italia con dei giudici che non vogliono vedere quello che è emerso durante le indagini e il processo. Non ho mai visto una cosa così indegna. Faremo appello. Qui c’è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito. Abbiamo assistito al solito tandem tra le Procure della Repubblica e i giudici”. Così Renato Borzone, difensore di Finnegan Lee Elder, lasciando l’aula bunker di Rebibbia dove è stata data lettura alla sentenza che ha condannato all’ergasto i due americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega.
LEGALE NATALE HJORTH: “CONTINUEREMO LA BATTAGLIA“
“Era senza parole, ho cercato di controllarlo e gli ho detto che domani lo andrò a trovare in carcere. La battaglia continua, riusciremo a dimostrare la sua totale estraneità”, ha dichiarato l’avvocato Fabio Alonsi, legale di Natale Hjorth, come riferisce la Dire (www.dire.it).