Artrite reumatoide: arrivano ulteriori conferme di efficacia a 5 anni per abatacept in termini di miglioramento del danno articolare, dell’attività di malattia e della funzione fisica
Abatacept, nella pratica clinica reale, è in grado di assicurare nel lungo termine il mantenimento di efficacia nel trattamento dell’artrite reumatoide (AR) in termini di miglioramento del danno articolare, dell’attività di malattia e della funzione fisica. Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su International Journal of Clinical Rheumatology che ribadiscono i benefici già ampiamente documentati del farmaco nel trattamento dell’AR.
Razionale e disegno dello studio
Abatacept è una proteina di fusione solubile, totalmente umanizzata che comprende il dominio extracellulare di CTLA-4 legato alla porzione del frammento cristallizzabile della immunoglobulina umana G1. Questa proteina funziona da modulatore selettivo delle co-stimolazione delle cellule T. Una combinazione di abatacept con MTX migliora i segni, i sintomi, la funzione fisica, la qualità della vita e l’attività di malattia nei pazienti con AR nonostante un trattamento con MTX. Il farmaco è da tempo utilizzato nel nostro paese per il trattamento dell’AR.
Negli studi di sorveglianza post-marketing, è emerso come il trattamento con il farmaco sia in grado di determinare punteggi DAS28 di attività di malattia significativamente più bassi a 24 settimane rispetto alle condizioni di partenza; risultati simili sono stati riportati anche nella pratica clinica giornaliera.
Per contro, non ci sono molti risultati a lungo termine sull’impiego di abatacept nel trattamento dell’AR. Nel trial AIM (the Abatacept in Inadequate Responders to Methotrexate), per esempio, i tassi di pazienti che avevano raggiunto i criteri ACR20/50/70 ad un anno si sono mantenuti fino a 3 anni.
Fino ad ora, però, non esistevano studio che avessero indagato l’efficacia a lungo termine di questo farmaco sul danno articolare nella real world.
Di qui il nuovo studio, che ha valutato la variazione del danno articolare in 120 pazienti giapponesi con AR trattati con abatacept in uno studio clinico osservazionale della durata pari a 5 anni.
Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno valutato il danno articolare per via radiografica utilizzando il punteggio totale van der Heijde-modificato da Sharp; l’attività di malattia è stata valutata utilizzando il punteggio DAS28-ESR.
Dai dati è emerso che le variazioni del punteggio Sharp erano pari a:
– 0,60 ± 2,03 ad un anno
– 0,93 ± 2,40 a 2 anni
– 1,23 ± 2,92 a 3 anni
– 1,53 ± 3,38 a 4 anni
– 1,71 ± 3,84 a 5 anni
La progressione del danno articolare non è variata in modo significativo tra i gruppi Bio-naive e Bio-switch con e senza MTX.
Il punteggio DAS28-ESR al basale è risultato associato con la progressione radiografica (p = 0,035). In tutti i pazienti, i tassi di remissione documentati dai punteggi DAS28-ESR sono stati pari al 44,6% e al 50% ad un anno e a 5 anni, rispettivamente.
Questi tassi sono stati pari, rispettivamente, al 45,2% e al 50,.8% dei pazienti Bio-naive e Bio-switch, rispettivamente.
Inoltre, sono stati pari al 45,2% e al 52,6% nei gruppi co-trattati con MTX e al 43,6% e al 47,6% in quelli non trattati con MTX.
Da ultimo, I tassi di remissione non sono risultati significativamente differenti tra gruppi, indipendentemente dai timepoint considerati.
Riassumendo
Nel commentare I risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici del loro studio: 1) i pazienti presentavano, al basale, una condizione di attività moderata di malattia. Pertanto, i risultati ottenuti potrebbero differire da quelli dei trial clinici randomizzati condotti precedentemente. Ad ogni modo, i dati da noi prodotti sono molto stringenti con le caratteristiche dei pazienti nella pratica clinica osservati negli studi di sorveglianza post-marketing; 2) lo studio non includeva un grappo di controllo in ragione del disegno osservazionale. Pertanto non è stato possibile mettere a confronto abatacept con altri DMARD.
Ciò premesso, i risultati di questo studio suggeriscono che il miglioramento del danno articolare, dell’attività di malattia e della funzione fisica si mantengono anche nel lungo termine. I risultati clinici a lungo termine sono importanti nel trattamento di abatacept e ne suffragano l’impiego prolungato nel tempo nei pazienti con AR.
Bibliografia
Mochizuki T et al. Long-term results of joint damage in patients with rheumatoid arthritis treated with abatacept: 5-year results of a clinical observational study. 90Int. J. Clin. Rheumatol. (2021) 16(3), 090-096
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