Raddoppiare la dose del contraccettivo d’emergenza levonorgestrel nelle pazienti con HIV consente di superare i problemi di interazione con l’antiretrovirale efavirenz
Raddoppiare la dose del farmaco contraccettivo d’emergenza levonorgestrel nelle pazienti con HIV può consentire di superare i problemi di interazione con l’antiretrovirale efavirenz, che ne riduce le concentrazioni ematiche. Sono i risultati di una ricerca presentata alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI) 2021.
Levonorgestrel viene metabolizzato dal fegato tramite il citocromo P450 3A4, lo stesso percorso utilizzato dalla molecola anti-HIV efavirenz, un componente chiave in molti regimi di terapia antiretrovirale (ART). Questo può portare a un’interazione farmaco-farmaco, riducendo potenzialmente le concentrazioni di levonorgestrel del 56% e compromettendone in modo rilevante l’efficacia nel prevenire le gravidanze indesiderate.
Uno studio per valutare il raddoppiamento della dose
Il raddoppio della dose di levonorgestrel a 3 mg è stato suggerito sia dall’Ema che dalla UK Medicines and Healthcare products Regulatory Agency come un modo per superare questa interazione, anche se ci sono poche informazioni sulla sicurezza e sull’efficacia di questa strategia.
Lo studio ACTG 5375 è stato quindi progettato per valutare questa opzione. Si tratta di un trial di farmacocinetica in aperto che ha coinvolto siti in Nord e Sud America, nell’Africa subsahariana e in Thailandia. Kimberly Scarsi, dell’Università del Nebraska, ha presentato al CROI i risultati provvisori che hanno interessato 50 donne affette da HIV che stavano assumendo ART a base di efavirenz.
Le partecipanti sono state randomizzate in rapporto 2:1 per ricevere la dose standard da 1,5 mg o quella da 3 mg. La farmacocinetica è stata monitorata nelle 48 ore successive alla somministrazione di levonorgestrel e l’analisi della sicurezza è continuata per 28 giorni dopo l’assunzione del trattamento.
I due gruppi presentavano alcune differenze. Le pazienti randomizzate alla dose da 1,5 mg avevano un’età più elevata (in media 42 vs 36 anni), più probabilità di essere di colre (41 vs 34%) e meno probabilità di avere una carica virale non rilevabile (82 vs 100%). Il peso corporeo era sovrapponibile (indice di massa corporea medio, BMI, 20 vs 24 kg/m2), così come la percentuale di donne obese (BMI pari a 30, 18% vs 15%). Da notare che l’efficacia di levonorgestrel è potenzialmente ridotta nelle persone obese, un eventuale criterio di esclusione per il suo utilizzo.
Raddoppio della dose efficace e sicuro
Tutte i principali parametri farmacocinetici nell’arco di 48 ore hanno supportato il raddoppio della dose: le concentrazioni ematiche del contraccettivo sono aumentate tra il 51% e il 133% e la sua eliminazione nell’arco di 48 ore è cresciuta dal 66% (fino a otto ore dopo la somministrazione) al 77% (48 ore dopo la somministrazione).
Raddoppiare la dose non ha comportato potenziali effetti collaterali come diarrea, nausea, emorragie abbondanti durante le mestruazioni o sanguinamento tra le mestruazioni.
Nonostante i miglioramenti farmacocinetici osservati con la dose da 3 mg, la relatrice ha fatto presente che il risultato era ancora generalmente inferiore a quello osservato nelle donne HIV-negative sottoposte a una singola dose standard che, secondo la maggior parte dei parametri, avevano concentrazioni di levonorgestrel più elevate nelle 48 ore rispetto a quelle registrate tra le donne sieropositive che avevano ricevuto la dose doppia.
Sono previste ulteriori ricerche per determinare l’impatto del BMI e della composizione corporea sui livelli dei farmaci e il ruolo potenziale dell’aderenza all’ART.
Bibliografia
Scarsi KK. PK of dose-adjusted emergency contraception with EFV-based ART in ACTG 5375. Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections, abstract 91, 2021.