Sicurezza sul lavoro: in arrivo duemila nuovi ispettori. Il ministro del Lavoro Orlando annuncia le nuove assunzioni
Duemila nuovi ispettori da assumere come prevede il Recovery plan per potenziare l’azione dell’Ispettorato nazionale e una ricognizione del personale nelle Asl per migliorare i controlli. Sono i temi toccati dal ministro del Lavoro Andrea Orlando nel corso dell’incontro con i sindacati sulla sicurezza. Al vertice ha partecipato anche il responsabile della Salute, Roberto Speranza.
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SPERANZA: “SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO SIANO UNA PRIORITÀ”
“La sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro devono essere una priorità. Lo spirito di unione e di collaborazione messo in campo tra governo, lavoratori e imprese in questi mesi per i protocolli anti-Covid-19 devono animare una nuova stagione che contrasti gli infortuni e le morti sul lavoro“. Queste le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, durante l’incontro in videoconferenza con Cgil, Cisl e Uil.
LANDINI: “C’È UN’EMERGENZA, SI ARRIVI SUBITO A UN ACCORDO”
“Arrivare subito alla definizione di un ‘Accordo per la sicurezza’ tra governo e parti sociali, fare assunzioni mirate nei servizi pubblici per garantire più prevenzione, ispezioni e controlli, condizionare le risorse del Pnrr destinate alle imprese e alle aziende al rispetto dei contratti e di tutte le norme su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, fino ad arrivare ad una vera e propria patente a punti”. Sono queste le principali richieste che il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha avanzato al tavolo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che si è tenuto con il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, il ministro della Salute, Roberto Speranza, e i vertici di Cgil, Cisl e Uil. “Quella degli incidenti e dei morti sul lavoro – ha sottolineato il leader della Cgil – è una vera e propria emergenza nazionale. È necessaria una strategia sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per dare finalmente risposte adeguate. Strategia che deve essere finanziata anche con il Pnrr e i fondi per la coesione europei e nazionali. Le risorse destinate alle imprese e alle aziende devono, però, essere condizionate al pieno rispetto delle garanzie di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla regolarità contrattuale e alla legalità”.
LA PATENTE A PUNTI PER LE IMPRESE
Per Landini, “per superare l’emergenza è necessario fare rapidamente assunzioni mirate nei servizi pubblici per aumentare la prevenzione attraverso più formazione, ispezioni, controlli e una maggiore ricerca sulla sicurezza. È inoltre necessario rafforzare la rappresentanza sindacale dei lavoratori in tutti i luoghi di lavoro e valorizzare la contrattazione come misura di prevenzione”. Il leader della Cgil, infine, ha rilanciato la proposta di una patente a punti per le imprese, come strumento di controllo “sulla regolarità e il rispetto delle norme sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la legalità e l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro”.
SBARRA: “NUMERI DI MORTI SUL LAVORO NON SONO DA PAESE CIVILE”
“Bisogna fermare questa strage silenziosa che ogni anno porta via più di 1200 persone“. Solo nei primi tre mesi dell’anno parliamo di circa 200 morti per incidenti sul lavoro. Una cifra inaccettabile per un Paese civile”. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, nel corso dell’incontro con i ministri Orlando e Speranza sul tema della sicurezza sul lavoro.
“È importante – continua – che il Governo abbia convocato la riunione di oggi. Dobbiamo fare una vasta e capillare campagna di sensibilizzazione nazionale, utilizzando tutti gli strumenti pubblici di informazione, richiamando le imprese ad una forte assunzione di responsabilità e le istituzioni ad un forte coordinamento. Possiamo dare insieme un segnale forte che la sicurezza nei luoghi di lavoro non è un costo ma un investimento per la qualità, la stabilità e la tutela del lavoro, per una migliore organizzazione del lavoro e per elevare la reputazione delle aziende, in tutti i settori produttivi: nei cantieri, nelle fabbriche, nell’agricoltura, nel terziario, nei servizi, nella logistica. L’Italia è l’unico Paese in Europa che non ha ancora una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro che indichi le linee politiche e le risorse economiche che si intendono impegnare sul versante della prevenzione, formazione, ricerca, informazione. Anche nel Pnrr – prosegue Sbarra – non è prevista alcuna programmazione ed investimenti concreti, bisogna recuperare questa grave lacuna, utilizzando ed impegnando risorse europee e nazionali. È necessario riorganizzare il sistema dei controlli tra ispettorato del lavoro ed Asl, aumentare le ispezioni, assumendo subito ed in tempi brevi il personale, a partire da ispettori medici del lavoro, investire molto di più sulla cultura della sicurezza. E bisogna applicare in tutti i luoghi di lavoro il testo unico della sicurezza che ancora necessita in alcune delle sue parti dei decreti attuativi, rafforzando per legge la presenza dei rappresentanti della sicurezza in ogni azienda e nei territori, come è accaduto con i comitati di rappresentanza previsti per il Covid”.
BOMBARDIERI: “COINVOLGERE LE FORZE DELL’ORDINE NEI CONTROLLI”
“L’incontro con i ministri Orlando e Speranza è stato interlocutorio e, dunque, restiamo in attesa di risposte dal Governo. Abbiamo ribadito le nostre richieste: quella degli infortuni sul lavoro deve diventare una vera e propria emergenza nazionale. È necessaria una cabina di regia coordinata dalla Presidenza del Consiglio. Noi continuiamo a rivendicare più controlli ed ispezioni, coinvolgendo maggiormente gli Rls e, in questa fase, eccezionalmente, anche le forze dell’ordine“. Come spiega la Dire (www.dire.it) lo ha dichiarato il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, per il quale “va poi affrontato il tema delle gare al massimo ribasso e si deve stabilire che chi viola le norme sulla sicurezza, con conseguenti gravi incidenti, non può partecipare agli appalti pubblici. Infine – conclude – servono investimenti sulla prevenzione e anche sulla formazione per portare il tema della sicurezza sul lavoro nelle scuole e nelle Università”.