Polmoniti comunitarie e antibiotici beta-lattamici: secondo un nuovo studio è possibile ridurre il ciclo di antibioticoterapia da 8 a 3 giorni
Sono stati recentemente pubblicati su The Lancet i risultati di uno studio, finanziato dal Ministero della Sanità francese, che sembrano suggerire la possibilità di interrompere, senza conseguenze negative di efficacia, un trattamento antibiotico beta-lattamico a 3 giorni anziché proseguirlo fino alla durata standard di 8 giorni in pazienti ospedalizzati per polmonite acquisita in comunità (CAP).
I risultati di questo studio di non inferiorità sono importanti perché vanno nel solco della riduzione sostanziale del consumo di antibiotici senza indurre il rischio di resistenze.
I presupposti dello studio
Le infezioni a carico del tratto respiratorio inferiore rappresentano un motivo comune di indicazione a trattamento antibiotico sia in ambiente extra che in ambiente intra-ospedaliero. Negli Usa, il trattamento delle polmoniti acquisite in comunità richiede cicli di antibioticoterapia di almeno 5 giorni, mentre le linee guida europee raccomandano almeno 8 giorni di trattamento antibiotico.
Altri studi hanno mostrato, però, l’efficacia di cicli di antibioticoterapia di durata inferiore ai 5 giorni. Un trattamento antibiotico di più breve durata potrebbe, potenzialmente, ridurre il rischio di insorgenza di resistenza batterica e di eventi avversi, con conseguenti benefici ulteriori.
Su queste considerazioni i ricercatori hanno disegnato un trial clinico controllato di non-inferiorità, mettendo a confronto un ciclo di antibioticoterapia con agenti beta-lattamici della durata di 3 giorni con un ciclo di trattamento “standard” (in Europa) della durata di 8 giorni in pazienti con polmoniti comunitarie clinicamente stabilizzati dopo 3 giorni di trattamento.
Tra il 2013 e il 2018, 706 pazienti afferenti a 16 centri dislocati sul territorio francese sono stati valutati per l’eleggibilità allo studio. I pazienti, tutti adulti, erano affetti da CAP di grado moderato-severo, trattati con monoterapia a base di antibiotici beta-lattamici e si caratterizzavano per una risposta clinica dopo 72 ore. Erano motivo di esclusione dallo studio, invece, la presenza di polmonite severa, una condizione nota di immunosoppressione e il riscontro di altre infezioni.
Dei 706 pazienti inizialmente valutati, 303 sono effettivamente entrati nello studio (152 afferenti al gruppo placebo e 151 al gruppo trattato con antibiotico beta-lattamico.
La mediana dell’età dei pazienti dello studio era pari a 73 anni (IQR; 57-84 anni) e il 57% di questi era di sesso maschile.
L’outcome primario dello studio era rappresentato dalla guarigione a 15 giorni dall’inizio del trattamento antibiotico, mentre gli outcome secondari chiave erano dati dalla guarigione e dalla mortalità per tutte le cause a 30 giorni, nonché dalla frequenza e dalla severità degli eventi avversi.
I risultati
L’outcome primario della guarigione a 15 giorni è risultato non inferiore nel gruppo “placebo” (sottoposto ad antibioticoterapia breve per 3 giorni) rispetto al gruppo “beta-lattamico” (sottoposto ad antibioticoterapia per 8 giorni) – 77% vs. 68%; IC95%= -0,38; 20,04). L’ottemperanza della condizione di non-inferiorità, osservata nell’analisi intent-to-treat, è stata confermata anche nell’analisi per protocol.
Inoltre, nell’analisi ITT, il numero di pazienti che è risultato guarito a 30 giorno era simile tra i due gruppi (72% vs. 72%; IC95%= -11,31; 9,98).
Da ultimo, non è stata documentata l’esistenza di differenze nella proporzione di pazienti che riferiva almeno un evento avverso (14% per il gruppo placebo vs. 19% per il gruppo “β-lattamico); gli AE di più frequente riscontro erano rappresentati dai disturbi digestivi (11% per il gruppo placebo vs. 19% per l’altro gruppo).
A 30 giorni, è stato registrato un 2% (n=3) di decessi nel gruppo placebo (per batteriemia da S. aureus, shock cardiogenico dopo edema polmonare acuto e scompenso) a fronte di una mortalità dell’1% (n=2) nell’altro gruppo, dovuta a recidiva di polmonite ed edema polmonare acuto).
Riassumendo
In conclusione, lo studio ha fornito chiare evidenze a favore dell’interruzione del trattamento antibioticoterapico con beta-lattamici dopo 3 giorni in pazienti con CAP di grado moderatamente severo (ospedalizzati in unità di cura non critica, senza insusfficienza respiratoria severa e senza shock settico) non immunocompromessi, e che soddisfacevano i criteri di stabilità clinica dopo 3 giorni di monoterapia con antibiotici beta-lattamici.
Tali risultati sono stati osservati soprattutto nei pazienti più anziani e in quelli a rischio elevato di non essere guariti (punteggio dell’Indice di Severità di Polmonite >91).
Pertanto, lo studio dimostra come la riduzione della durata del trattamento antibiotico in questo setting di pazienti potrebbe avere effetti benefici sui costi della resistenza batterica, come pure in termini di riduzione degli eventi avversi.
Bibliografia
Dinh A et al. Discontinuing β-lactam treatment after 3 days for patients with community-acquired pneumonia in non-critical care wards (PTC): a double-blind, randomised, placebo-controlled, non-inferiority trial. Lancet 2021
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