Neurofibromatosi: parere europeo positivo per selumetinib, prima terapia per i bambini con la forma di tipo 1
Il Chmp ha rilasciato un parere positivo all’approvazione di selumetinib, un farmaco sviluppato per il trattamento di pazienti pediatrici, dai due anni in su, con neurofibromatosi di tipo 1 (NF1), una malattia genetica del sistema nervoso che causa la crescita di tumori sui nervi.
E’ il primo farmaco sviluppato per il trattamento di questa malattia rara e debilitante, progressiva e spesso deturpante che tipicamente esordisce all’inizio della vita. Una volta approvato in via definitiva, sarà messo in commercio con il marchio Koselugo.
Il farmaco ha ricevuto un parere positivo per i pazienti che hanno neurofibromi plexiformi sintomatici e inoperabili (PN), che sono tumori che coinvolgono le guaine nervose (rivestimento intorno alle fibre nervose) e possono crescere ovunque nel corpo, compreso il viso, le estremità, le aree intorno alla colonna vertebrale e in profondità nel corpo dove possono colpire gli organi. Selumetinib è un inibitore della chinasi, il che significa che funziona bloccando un enzima chiave, che si traduce in un aiuto per fermare la crescita delle cellule tumorali.
Negli studi clinici, oltre il 70% dei pazienti con NF con neurofibromi plessiformi inoperabili ha visto una riduzione delle dimensioni del tumore dal 20 al 55%. Oltre alla riduzione sia visibile che effettiva del tumore, i pazienti hanno riportato una funzione fisica di qualità superiore, una migliore mobilità e un miglioramento dello stato emotivo e psicologico.
La neurofibromatosi di tipo 1(NF1)
La neurofibromatosi tipo 1 è causata da una mutazione spontanea o ereditaria del gene NF1 ed è caratterizzata da manifestazioni cliniche eterogenee, che variano da paziente a paziente. I sintomi principali includono la presenza delle tipiche macchie della pelle color caffè-latte e lo sviluppo di neurofibromi, tumori benigni che possono presentarsi in corrispondenza della cute (neurofibromi cutanei) o dei nervi (neurofibromi plessiformi).
I neurofibromi plessiformi insorgono in circa il 30-50% dei pazienti con NF1, di solito fin dalla prima infanzia: oltre a provocare deformazioni, dolori e problemi funzionali, possono degenerare, nel tempo, in forme tumorali maligne.
Sul sito di ANANAS onlus si legge: “La NF1 comporta disturbi estremamente variabili. La sua gravità varia da casi molto leggeri dove i segni, anche all’età adulta, si limitano a delle M.C.L. e a qualche neurofibroma cutaneo, fino ai casi più gravi, quando una o più complicazioni possono svilupparsi. Non si può prevedere all’inizio se si tratterà di una forma leggera oppure se ci saranno delle complicazioni più serie. La maggioranza delle persone affette da NF1 hanno solo sintomi leggeri e vivono vite normali. Certe persone avranno problemi più importanti ma facilmente correggibili; una minoranza avrà problemi gravi”.
Dati clinici a supporto di selumetinib
Gli esperti dell’Ema hanno espresso un giudizio positivo sul farmaco sulla base di uno studio clinico condotto dal National Cancer Institute su pazienti pediatrici con NF1 e PN inoperabile (definito come PN che non poteva essere completamente rimosso senza rischio di morbilità sostanziale per il paziente). I risultati di efficacia sono stati ottenuti da 50 dei pazienti che hanno ricevuto la dose raccomandata e hanno avuto valutazioni di routine dei cambiamenti nelle dimensioni del tumore e delle morbosità correlate al tumore durante lo studio.
I pazienti hanno ricevuto selumetinib 25 mg/m2 per via orale due volte al giorno fino alla progressione della malattia o fino a quando non hanno avuto reazioni avverse inaccettabili. Lo studio clinico ha misurato il tasso di risposta globale (ORR), definito come la percentuale di pazienti con una risposta completa e di quelli che hanno avuto una riduzione del volume di PN superiore al 20% sulla risonanza magnetica che è stata confermata su una successiva risonanza magnetica entro 3-6 mesi.
L’ORR era del 66% e tutti i pazienti hanno avuto una risposta parziale, il che significa che nessun paziente ha avuto la completa scomparsa del tumore. Di questi pazienti, l’82% ha avuto una risposta di 12 mesi o più.
Altri esiti clinici per i pazienti durante il trattamento con selumetinib, tra cui cambiamenti nella deturpazione correlata al PN, sintomi e danni funzionali. Sebbene le dimensioni del campione di pazienti valutati per ogni morbilità correlata al PN (come deturpazione, dolore, problemi di forza e mobilità, compressione delle vie aeree, disturbi visivi e disfunzioni della vescica o dell’intestino) fosse limitata, durante il trattamento è apparsa una tendenza al miglioramento dei sintomi o dei deficit funzionali correlati al PN.
Effetti collaterali comuni per i pazienti che assumevano selumetinib erano vomito, eruzione cutanea, dolore addominale, diarrea, nausea, pelle secca, stanchezza, dolore muscoloscheletrico (dolore nel corpo che colpisce ossa, muscoli, legamenti, tendini e nervi), febbre, eruzione cutanea acneiforme (acne), stomatite (infiammazione della bocca e delle labbra), mal di testa, paronachia (infezione della pelle che circonda un’unghia del piede o un’unghia) e prurito (prurito).