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Datore di lavoro ideale: Randstad premia Ferrari

Precario della Ferrari lasciato a casa a Natale

Premio Randstad a Ferrari, indicata dal 74,3% degli italiani come “datore di lavoro ideale”: ecco tutti i motivi del riconoscimento alla casa di Maranello

Con il 74,3% degli italiani che la indicano come “datore di lavoro ideale”Ferrari è il vincitore del Randstad Employer Brand 2021. Dai risultati del sondaggio, la casa di Maranello risulta in assoluto la più attrattiva in Italia, ma anche quella che, secondo la percezione degli italiani riscontrata nella ricerca, offrirebbe “le migliori condizioni per work-life balanceatmosfera di lavoro piacevoleretribuzione & benefitssicurezza del posto di lavoro, reputazione del brand, posizionandosi al primo posto in questi specifici fattori”. Commenta Michele Antoniazzi, chief human resources della casa di Maranello, incassando oggi il riconoscimento: “Questo premio conferma la vicinanza degli italiani a Ferrari e riconosce il nostro impegno per un ambiente di lavoro dove ciascuno possa esprimere la sua passione, creatività e talento. Formazione, inclusione e benessere sono i temi su cui attualmente siamo più focalizzati, oltre a quelli emersi nella ricerca. Ne sono esempi recenti- ricorda Antoniazzi- il programma ‘Back on Track’, che ha consentito di far ripartire in sicurezza l’attività produttiva nel difficile contesto della pandemia, la certificazione della parità salariale fra donne e uomini ottenuta lo scorso anno e le crescenti opportunità formative per le nostre persone”.

Tra le altre tendenze che emergono dalla ricerca Randstad, spiega la Dire (www.dire.it), emerge in generale che nell’anno della pandemia “la conciliazione vita-lavoro” e “l’atmosfera piacevole” sono i fattori più ricercati dai dipendenti, ma i datori di lavoro puntano su “solidità finanziaria e reputazione del brand”. Il Covid ha cambiato le condizioni di lavoro concrete del 49% dei dipendenti, ma il 30% teme di perdere il posto. Un italiano su cinque ha intenzione di cambiare lavoro nei prossimi sei mesi. Inoltre, la metà dei dipendenti italiani ha lavorato da remoto nel corso della pandemia, e il 39% dei lavoratori è attratto dalla possibilità di smartworking “anche in futuro”.

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