Le discoteche ora sperano nel certificato verde


Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti annuncia che il Governo sta lavorando al green pass per le discoteche, escluse per ora dalle riaperture

Il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti annuncia che il Governo sta lavorando al green pass per le discoteche, escluse per ora dalle riaperture

Il green pass per andare in discoteca “forse è l’unica via di fuga” per il settore. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervenendo alla presentazione del rapporto Fipe-Confcommercio.

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Nel prossimo decreto Sostegni bis ci sarà anche “un fondo gestito dal Mise e Mef” dedicato ad attività come “sale da ballo e sale da gioco che non hanno la possibilità di fatturare da mesi”, ha annunciato. “Cercheremo di intervenire con una sorta di forfait”, ha concluso Giorgetti.

DOPO MILANO E GALLIPOLI, BOLOGNA SCALPITA: “ANCHE QUI DISCOTECHE APERTE CON GREEN PASS”

Le discoteche bolognesi scalpitano per riaprire le porte al pubblico. Per questo, spiega la Dire (www.dire.it), chiedono di poter ‘sperimentare’ l’utilizzo del green pass come faranno il Fabrique di Milano e la Praja di Gallipoli. “Fateci riaprire con le stesse modalità che saranno sperimentate, nei prossimi giorni, in Puglia e in Lombardia. Le nostre discoteche sono pronte per fare da apripista alla ripartenza in sicurezza dei locali da ballo”, assicura Oliviero Giovetti, presidente Silb-Confcommercio Ascom Bologna.

“Chiediamo che le discoteche bolognesi vengano inserite in questo percorso fondamentale per la ripartenza di tutto il settore. I titolari dei locali da ballo sono pronti a mettere a disposizione le loro sale per i test e valutare il miglior modo per riaprire i cancelli delle discoteche. Crediamo che una città come Bologna e i giovani che la frequentano possano rappresentare un campione significativo per capire come e soprattutto se il Covid si diffonde”, spiega Giovetti.

“Non siamo andati in piazza a protestare, non abbiamo voluto aprire contenziosi con le istituzioni, ma ora è arrivato il momento di ripartire. Se il problema sono gli assembramenti e la capienza delle discoteche siamo pronti a rivedere al ribasso gli ingressi dei ragazzi in sala pur di tornare a lavorare. Si rivedano i protocolli, ma non è pensabile che riaprano i centri culturali e non le discoteche”, conclude il presidente del Silb.