Mestruazioni: l’adenomiosi spesso è asintomatica


Adenomiosi per il 20% delle donne con mestruazioni abbondanti, eppure spesso è asintomatica. Ecco perché i controlli con ginecologi esperti possono fare la differenza

Adenomiosi, mestruazioni

Il flusso mestruale che aumenta e un ciclo più doloroso del solito sono due sintomi con cui le donne si trovano spesso a che fare. Ma non vanno mai trascurati, perché potrebbero essere la spia di un problema intimo più serio: e, come sempre, intervenire precocemente può davvero fare la differenza.

L’adenomiosi è una delle patologie che può avere proprio questi sintomi alla base: non sono segnali specifici, e infatti possono essere comuni ad altre malattie come ad esempio l’endometriosi. Anche per questo è importantissimo rivolgersi a un Centro di riferimento, dove c’è grande esperienza nella diagnosi e nei percorsi di cura. Per capire cos’è l’adenomiosi e come trattarla, parla Paolo Vercellini, direttore della Ginecologia alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano.

 

Che cos’è esattamente l’adenomiosi?

Si tratta della presenza di mucosa uterina, chiamata “endometrio”, all’interno della parete muscolare dell’utero. Normalmente queste due strutture sono decisamente separate: l’endometrio deve rivestire l’interno della cavità uterina e non deve spostarsi nello strato muscolare. Non si sa ancora esattamente per quali ragioni, ma in diverse donne questa mucosa si infiltra nella parete muscolare.

E’ una condizione piuttosto frequente. Nella fascia 40-50 anni 1 donna su 5-6 ha segni istologici di adenomiosi. Fino a un po’ di tempo fa non era facile fare diagnosi di questa patologia se non dopo l’intervento chirurgico; oggi invece le cose sono più semplici grazie all’ecografia transvaginale, che individua con alta affidabilità la presenza di adenomiosi uterina. In casi ben selezionati si può ricorrere anche alla risonanza magnetica.

Come ci si accorge di avere l’adenomiosi?

In realtà non è semplice, perché in parte delle donne l’adenomiosi è asintomatica. Oggi però grazie all’ecografia identifichiamo un numero di donne con adenomiosi decisamente superiore al passato: questo perché c’è più attenzione e consapevolezza, ma anche perché i macchinari sono nettamente migliorati dal punto di vista tecnologico e quindi permettono di identificare aree di adenomiosi con maggiore accuratezza.

Ovviamente questa diagnosi va combinata con i sintomi riferiti dalla donna, che possono essere dolore mestruale o flusso più abbondante, ma in alcuni casi anche problemi riproduttivi e infertilità. In presenza di questi sintomi può esserci indicazione al trattamento della patologia, ma la diagnosi di per sé, in assenza di sintomi, non ha necessariamente bisogno di un intervento.

E se si scopre di avere l’adenomiosi durante la gravidanza? Ci sono problemi?

L’effetto dell’adenomiosi sulla gestazione è un’area di grande interesse per la ricerca clinica, ma i dati che abbiamo finora a disposizione sono ancora scarsi e contrastanti. Al momento ci sono solo ipotesi: sembra che la presenza di adenomiosi in corso di gravidanza possa aumentare l’abortività precoce (quindi già nelle prime settimane di gestazione), o favorire problemi di placentazione anomala, ovvero un’alterata formazione della placenta o della sua corretta adesione all’utero. Ma sono dati che vanno confermati: l’effettivo impatto dell’adenomiosi sulla gravidanza è ancora da definire.

Intanto, insieme all’Unità di Procreazione Medicalmente Assistita del Policlinico stiamo studiando l’impatto dell’adenomiosi sulla fertilizzazione in vitro: il nostro Ospedale si conferma quindi un Centro di riferimento anche per queste problematiche, sia dal punto di vista della ricerca sia per i trattamenti, compresi i percorsi che assistono il desiderio di gravidanza.

Le forme di adenomiosi sono tutte uguali, o si possono avere situazioni differenti da donna a donna?

Ogni paziente, come sempre, è un caso a sé e va trattato come persona, in base alle sue specificità e alle sue esigenze di vita. L’adenomiosi può presentarsi con focolai di qualche millimetro localizzati solo in pochi punti dell’utero, oppure si può avere una situazione in cui la patologia è diffusa a tutto l’utero. In mezzo a questi due estremi ci sono molte sfumature, ed è quindi importante valutare correttamente l’estensione della patologia e le modalità con cui si manifesta, caso per caso, per capire come procedere e che percorso specifico attivare.

Ci sono altre patologie che si associano o si sovrappongono all’adenomiosi?

L’adenomiosi è fortemente associata all’endometriosi. Purtroppo è possibile svilupparle contemporaneamente: questa associazione tra le due patologie è molto frequente, specialmente in alcune forme di endometriosi cosiddette “profonde infiltranti”. I percorsi di cura tra le due malattie quindi si sovrappongono parzialmente.

A proposito di percorsi, quale assistenza possono trovare le donne con adenomiosi al Policlinico di Milano?

Nel nostro Ospedale abbiamo un “ambulatorio Adenomiosi” interamente dedicato a questa patologia, dove lavorano ginecologi con alta esperienza nella diagnostica ecografica. A questo si affianca un servizio di radiologia interventistica che permette di utilizzare sonde a radiofrequenze per trattare le lesioni da adenomiosi.

La possibilità di utilizzare le radiofrequenze è molto importante, perché dà risultati più soddisfacenti rispetto alla chirurgia; inoltre è una tecnica particolarmente utile per quelle donne in età fertile per le quali è fondamentale preservare la funzionalità dell’utero, nel caso ci sia desiderio di una gravidanza.

Infatti le lesioni causate dall’adenomiosi nella parete dell’utero non sono così facilmente separabili dal tessuto sano in cui si sono infiltrate. Per rimuoverle chirurgicamente sarebbe quindi necessario asportare una porzione di parete uterina, ma in questo modo l’utero in quel punto si indebolisce e si assottiglia. Le sonde a radiofrequenze, invece, permettono di intervenire su queste lesioni senza compromettere la funzionalità dell’utero, ma vanno ovviamente utilizzate da personale altamente specializzato.

Quante pazienti sono seguite ogni anno in Policlinico?

Nei nostri ambulatori assistiamo fino a 50-60 pazienti ogni settimana con endometriosi o adenomiosi, per un totale di almeno 2 mila donne ogni anno. Considerando anche il percorso per la cura dei fibromi uterini, il numero di pazienti complessivo è di 3 mila donne all’anno: un’offerta clinica davvero molto alta, che ci colloca ai primi posti in Italia per casistica e per l’assistenza alle donne.