Bpco: quando aumenta il rischio di ipercapnia


Rischio ipercapnia più elevato nei pazienti con Bpco che hanno una funzione polmonare peggiore e una storia pregressa di insufficienza respiratoria ipercapnica acidotica

Rischio ipercapnia più elevato nei pazienti con Bpco che hanno una funzione polmonare peggiore e una storia pregressa di insufficienza respiratoria ipercapnica acidotica

I pazienti con Bpco che si caratterizzano per una funzione polmonare peggiore e una storia pregressa di insufficienza respiratoria ipercapnica acidotica (AHRF) presentano maggiori rischi di andare incontro ad ipercapnia, ovvero una complicanza definita dalla presenza di livelli elevati CO2 nel sangue. Lo dicono i risultati di uno studio pubblicato su the Canadian Respiratory Journal.

Razionale e obiettivi dello studio
L’insufficienza respiratoria è definita come una ipossia significativa associata o meno a ipercapnia. I pazienti con Bpco possono sperimentare sia ipossia che ipercapnia. L’identificazione dei pazienti che potrebbero diventare ipercapnici o sviluppare AHRF è molto importante in quanto ciò consente di evitare l’ospedalizzazione e di essere trattati in modo tempestivo a casa con la ventilazione non invasiva.

“L’AHRF – ribadiscono gli autori dello studio nell’introduzione al lavoro – rappresenta una complicanza ben definita della Bpco e la ventilazione non invasiva un’opzione di trattamento efficace in tali pazienti”.

L’obiettivo dello studio è stato quello di identificare i fattori associati con la presenza di ipercapnia.

Disegno dello studio e risultati principali
Per identificare i pazienti predisposti all’ipercapnia, sono stati presi in esame due gruppi di pazienti inglesi. Il primo gruppo includeva 1.224 pazienti – 637 con Bpco e 587 con deficit di antitripsina alfa-1 (AATD), un disordine genetico che può causare Bpco.

E’ emerso che l’ipercapnia era 15 volte più comune nei pazienti con Bpco rispetto a quelli con AATD.

Date le differenze nei tratti tra i pazienti con Bpco (quelli con malattia più omogenea) e quelli con AATD (quelli con un range più ampio di severità di malattia), i ricercatori hanno deciso di focalizzarsi sui pazienti con Bpco. Dei 637 pazienti con Bpco analizzati, 314 (49,3%) avevano una storia pregressa di AHRF, 233 (36,6%) ipercapnia e 126 (19,8%) erano fumatori attivi.

Dopo aggiustamento dei dati per altri possibili fattori prognostici, è emerso che l’ipercapnia era indipendentemente associata con una funzione polmonare ridotta (FEV1) e con l’impiego dell’ossigenoterapia di lungo corso. Nello specifico, il rischio di ipercapnia era raddoppiato per decrementi unitari in kPa della pressione parziale di ossigeno – una misura della capacità dell’ossigeno di diffondere dai polmoni al sangue, spesso alterata in presenza di Bpco – e quasi decuplicato nei fumatori attivi.

Non solo: i ricercatori hanno anche osservato che i pazienti che mostravano un incremento della pressione parziale di CO2 nel sangue – una misura della capacità di diffusione di CO2 nell’organismo, avevano una mortalità più elevata (1,65 volte).

“Con l’avvento della ventilazione non invasiva domiciliare – sottolineano i ricercatori – come trattamento di provata efficacia nel ridurre la mortalità e l’ospedalizzazione associate alla Bpco, è possibile che il miglioramento della prognosi sia destinato ad aumentare, ma solo se questi pazienti a rischio elevato sono identificati precocemente per l’allocazione al trattamento”.

Un secondo gruppo di pazienti è stato sottoposto ad uno studio polisomnografico dettagliato. Il gruppo in questione era costituito da 160 pazienti con Bpco, 44 (28%) dei quali caratterizzati da disturbi della respirazione durante il sonno, 94 (59%) affetti da AHRF e 66 (41%) sottoposti precedentemente a ventilazione non invasiva per AHRF.

Dall’analisi dei casi è emerso che l’apnea ostruttiva del sonno era più comune nei pazienti con storia pregressa di AHRF rispetto a quelli che non avevano mai avuto AHRF.

Inoltre, come osservato nel primo gruppo, i pazienti con FEV1 più bassa erano anche quelli con maggiori probabilità di andare incontro a ipercapnia.

Riassumendo
Nel complesso, i dati hanno mostrato che “valori più bassi di FEV1 e una AHRF pregressa rappresentano i fattori maggiormente associati a ipercapnia nella Bpco, con conseguente peggioramento della prognosi – scrivono i ricercatori nelle conclusioni del lavoro”.

Bibliografia
Dave C et al. Development and Relevance of Hypercapnia in COPD. Can Respir J. 2021; 2021: 6623093. Leggi