Da due studi di fase II arrivano risultati promettenti nel diabete di tipo 2 per l’insulina settimanale di Novo Nordisk
Per i pazienti con diabete di tipo 2 che necessitano di insulina, l’analogo sperimentale dell’insulina basale icodec a somministrazione settimanale ha mostrato risultati incoraggianti sul controllo glicemico, senza problemi di ipoglicemia. È quanto emerge da due studi di fase II pubblicati di recente sulla rivista Diabetes Care.
Sviluppata dalla danese Novo Nordisk, l’insulina icodec si lega in modo reversibile all’albumina a formare un deposito circolante che ha un’emivita di 196 ore. Una singola iniezione è quindi in grado di coprire il fabbisogno di insulina per una settimana, grazie a un rilascio costante di principio attivo. Grazie alla sua formulazione concentrata, il volume di iniezione è equivalente a quello dell’insulina glargine U100 a somministrazione giornaliera.
«Un’insulina settimanale rappresenta un punto di svolta che ridurrà l’onere del trattamento per i pazienti, migliorando anche la compliance» ha dichiarato uno degli autori di entrambi i trial, Ildiko Lingvay, University of Texas Southwestern Medical Center, a Dallas. «Questi studi fungono da trampolino di lancio per un ampio programma di sperimentazione clinica di fase III attualmente in corso, progettato per valutare l’efficacia della somministrazione di insulina una volta alla settimana in pazienti con diabete di tipo 1 o di tipo 2»
Un altro vantaggio della formulazione è la possibilità di ridurre l’onere per gli operatori sanitari che si occupano dei diabetici che richiedono insulina. «Per quei pazienti che hanno bisogno di aiuto per le iniezioni, o che vivono in strutture di assistenza a lungo termine oppure per quelli con problemi di memoria, una insulina una volta alla settimana semplificherà la terapia e ridurrà l’impegno degli operatori sanitari», ha spiegato.
La titolazione bilancia controllo glicemico e rischio ipoglicemico
Il primo studio di fase II, in aperto, di 16 settimane e treat-to-target, ha coinvolto 205 adulti con diabete di tipo 2 naïve all’insulina e livelli di emoglobina glicata (HbA1c) compresi tra il 7 e il 10% nonostante l’assunzione di ipoglicemizzanti orali.
I partecipanti sono stati assegnati casualmente a uno di tre gruppi di titolazione dell’insulina icodec a somministrazione settimanale:
- Gruppo A – Obiettivo glicemico a digiuno di 80–130 mg/dl con aggiustamenti di ±21 unità/settimana
- Gruppo B – Obiettivo glicemico a digiuno di 80–130 mg/dl con aggiustamenti di ±28 unità/settimana
- Gruppo C – Obiettivo glicemico a digiuno di 70-108 mg/dl con aggiustamento di ±28 unità/settimana oppure insulina glargine U100 una volta al giorno con un obiettivo glicemico a digiuno di 80-130 mg/dl con aggiustamenti di ±4 unità/giorno
La percentuale di tempo nell’intervallo glicemico ideale di 70-180 mg/dl, valutata mediante monitoraggio continuo del glucosio durante le settimane 15 e 16, è migliorata rispetto ai livelli basali (rispettivamente del 57,0%, 55,2%, 51,0% per i gruppi A, B e C e del 55,3% per glargine), con una differenza significativa vs glargine per il gruppo B (p=0,005).
Non sono stati osservati problemi di sicurezza imprevisti. L’ipoglicemia di grado 2, definita come livelli di glucosio <54 mg/dl, si è verificata di rado in tutti i gruppi (rispettivamente 0,05, 0,15, 0,38 e 0,00 eventi per anni-paziente), in nessun caso di entità grave (tale da richiedere assistenza).
«L’insulina icodec una volta alla settimana è risultata efficace e ben tollerata in tutti e tre gli algoritmi di titolazione studiati. La titolazione per i pazienti nel gruppo A (80-130 mg/dl ± 21 unità/settimana) ha prodotto il miglior equilibrio tra controllo glicemico e rischio di ipoglicemia» hanno concluso gli autori.
Risultati migliori con dose di carico per insulina icodec
Il secondo studio di fase II, multicentrico, in aperto e treat-to-target, ha valutato lo switch a insulina icodec su 154 pazienti con livelli di livelli di HbA1c compresi tra il 7 e il 10% in trattamento giornaliero con insulina basale e con almeno un farmaco ipoglicemizzante orale.
I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a uno di tre approcci di trattamento: switch a icodec con una dose di carico (dose iniziale raddoppiata), icodec senza dose di carico o glargine una volta al giorno per 16 settimane.
L’endpoint primario era il tempo nell’intervallo 70-180 mg/dl durante le settimane 15 e 16, raggiunto dal 72,9% dei soggetti che hanno ricevuto la dose di carico di icodec, dal 66,0% di quelli trattati con icodec ma senza dose di carico e dal 65,0% dei pazienti sottoposti quotidianamente a glargine. La differenza tra insulina icodec con dose di carico e glargine è risultato significativo.
Il livello medio di emoglobina glicata è stato ridotto da un valore medio basale complessivo del 7,9% al 7,1% nel gruppo con dose di carico icodec e al 7,4% negli altri due gruppi. Le percentuali di effetti collaterali e di episodi ipoglicemici non differivano significativamente tra i gruppi.
«Il passaggio dall’insulina basale giornaliera a icodec una volta alla settimana è stato ben tollerato e ha comportato un controllo glicemico efficace. L’uso della dose di carico quando si passa a icodec una volta alla settimana ha aumentato significativamente la percentuale di tempo nell’intervallo glicemico corretto nelle settimane 15 e 16 rispetto a insulina glargine U100 una volta al giorno, senza aumentare il rischio di ipoglicemia» hanno concluso i ricercatori.
Bibliografia
Lingvay I et val. A Randomized, Open-Label Comparison of Once-Weekly Insulin Icodec Titration Strategies Versus Once-Daily Insulin Glargine U100. Diabetes Care. 2021 Apr 19;dc202878.
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Bajaj HS et al. Switching to Once-Weekly Insulin Icodec Versus Once-Daily Insulin Glargine U100 in Type 2 Diabetes Inadequately Controlled on Daily Basal Insulin: A Phase 2 Randomized Controlled Trial. Diabetes Care. 2021 Apr 19;dc202877.
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