Nelle persone che non soffrono di obesità la variabilità dell’indice di massa corporea favorisce lo sviluppo del diabete secondo uno studio
Nelle persone non obese e che non acquistano o perdono peso, la variabilità dell’indice di massa corporea rappresenta un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo del diabete di tipo 2, secondo uno studio retrospettivo a lungo termine su soggetti giapponesi pubblicato sulla rivista BMJ Open Diabetes.
L’associazione tra le due condizioni è ancora controversa, hanno premesso gli autori. Anche se molti studi hanno valutato l’effetto del peso corporeo o dell’indice di massa corporea (BMI) al basale sullo sviluppo della malattia, pochi hanno esaminato l’influenza dell’aumento o della perdita di peso e, comunque, la misurazione si basava su dati a breve termine, relativi a soli 2-3 anni.
Una ricerca sulla popolazione giapponese
PANASONIC era uno studio di coorte retrospettivo a lungo termine che ha coinvolto i partecipanti a un programma di controllo medico sanitario condotto sui dipendenti della Panasonic Corporation a Osaka, in Giappone. Scopo del programma, a cui ogni anno partecipano tutti i dipendenti della compagnia, è promuovere la salute pubblica attraverso la diagnosi precoce di malattie croniche, compresi i disturbi metabolici e la valutazione dei fattori di rischio sottostanti.
L’analisi retrospettiva ha misurato l’associazione tra la variabilità del BMI e lo sviluppo del diabete di tipo 2 in quasi 20mila soggetti non obesi e senza aumento o perdita di peso corporeo durante i 6 anni del periodo di studio.
Per valutare la variabilità del BMI, rappresentata tramite il coefficiente di variazione (CV), è stato registrato il peso corporeo dei partecipanti ogni anno dal 2008 al 2014, escludendo quelli obesi al basale (BMI ≥25 kg/m2) e con aumento o perdita di peso (delta BMI ≥ ± 1 kg).
Variazione del BMI associata a sviluppo del diabete di tipo 2
In totale 416 partecipanti hanno sviluppato il diabete di tipo 2 dal 2015 al 2018. Le analisi hanno rivelato che il rischio di sviluppare la condizione era più elevato nel quarto quartile (HR 1,33) del CV del BMI rispetto al primo quartile (il più basso), dopo l’aggiustamento per molteplici fattori confondenti.
Il rischio di diabete incidente è cresciuto dell’11,1% per ogni 1% di aumento del dell’indice di massa corporea e del 15,0% nei partecipanti senza alterazioni del glucosio a digiuno al basale.
Anche l’età, il BMI al basale, il colesterolo HDL, il glucosio, l’abitudine al fumo e il mangiare velocemente sono stati associati a maggiori probabilità di sviluppare la malattia in tutti i partecipanti.
«Il risultato è che la variabilità del BMI rappresenta un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo del diabete di tipo 2 in una popolazione giapponese» hanno concluso gli autori.
Diverse possibili spiegazioni
Non è chiaro come il cambiamento di peso favorisca lo sviluppo della malattia. In uno studio è stato riscontrato che la variabilità del peso corporeo era associata a un aumento delle dimensioni degli adipociti e della quantità di enzimi lipogenici, tra cui la sintasi degli acidi grassi, l’acetil-CoA carbossilasi, l’enzima malico, la piruvato chinasi e la lipoproteina lipasi in un modello animale.
Inoltre, è stato riportato che la variabilità del peso corporeo è associata all’aumento delle quantità di acido miristico, acido palmitico, acido palmitoleico e acido stearico, che porta alla compromissione del metabolismo del glucosio. Di contro è stata associata alla diminuzione delle quantità di acido linoleico e acido α-linolenico, che invece migliorano il metabolismo del glucosio.
Un altro studio ha evidenziato come la variabilità del peso corporeo nella popolazione giapponese sia correlata a livelli elevati di proteina C reattiva, un noto predittore dello sviluppo del diabete. Anche l’infiammazione cronica, che è provocata dalle variazioni di peso, potrebbe essere associata allo sviluppo della malattia.
I ricercatori hanno fatto fanno presente che andrebbero tenute in considerazione anche le differenze tra le razze. Nelle popolazioni asiatiche infatti la prevalenza dell’obesità è inferiore rispetto a quelle occidentali. Il BMI dei pazienti giapponesi con diabete è simile a quello della popolazione giapponese generale, un dato caratteristico che è importante considerare quando si valuta l’associazione tra la variabilità del peso corporeo e lo sviluppo del diabete.
Infine le popolazioni asiatiche, rispetto a quelle occidentali, possono essere più suscettibili alle variazioni di peso corporeo, che possono causare iperinsulinemia. Una alterazione della secrezione di insulina, che è caratteristica nei pazienti asiatici con diabete, potrebbe essere correlata alla vulnerabilità alla variabilità del peso corporeo.
Bibliografia
Okada H et al. Association between variability in body mass index and development of type 2 diabetes: Panasonic cohort study. BMJ Open Diabetes Res Care. 2021 Apr;9(1):e002123.