Schizofrenia e disturbo bipolare: in test sperimentali agitazione acuta ridotta con film sublinguale a rilascio di dexmedetomidina
Il trattamento sperimentale BXCL501 si è rivelato efficace nel ridurre l’agitazione nella schizofrenia e nel disturbo bipolare, secondo i risultati degli studi di fase III SERENITY I e II, presentati al meeting virtuale dell’American Psychiatric Association 2021.
Significativo miglioramento del punteggio PEC nel SERENITY I
Nel primo studio condotto su 380 pazienti con schizofrenia, il trattamento con 120 μg del film orale che si dissolve rapidamente ha prodotto una riduzione media di 8,5 punti del punteggio totale della Positive and Negative Syndrome Scale (PANSS)-Excited Component (PEC) rispetto al basale entro 2 ore contro un miglioramento di 4,8 punti con placebo – soddisfacendo l’endpoint primario dello studio, hanno riferito Leslie Citrome, del New York Medical College di Valhalla , e colleghi.
I pazienti trattati con una dose più alta – 180 μg – di BXCL501 hanno visto un calo di 10,3 punti del punteggio totale entro 2 ore dal dosaggio, ha riferito il gruppo.
«BXCL501 è una formulazione sperimentale proprietaria a film sottile a dissoluzione orale di dexmedetomidina, un agonista altamente selettivo del recettore alfa-2a» ha spiegato, aggiungendo che «si ritiene che possa potenzialmente mirare a un bersaglio causale di agitazione».
BXCL501 ha ricevuto una designazione fast track dalla FDA per questa indicazione, ha osservato. «Se approvato, BXCL501 potrebbe essere il primo trattamento acuto per l’agitazione associata alla schizofrenia e al disturbo bipolare che può funzionare attraverso l’agonismo del recettore alfa-2a, viene assorbito nella mucosa orale e non richiede l’iniezione in un muscolo intramuscolare».
Rapidità d’azione
Questo significativo miglioramento del punteggio PEC è stato visto anche solo 20 minuti dopo aver ingerito la dose da 180 μg e solo 30 minuti con la dose da 120 μg.
Dopo 2 ore, il 79,1% e l’88,8% dei soggetti trattati con BXCL501 120 μg e 180 μg sono stati considerati responsivi al trattamento contro solo il 40% di quelli del gruppo placebo.
I pazienti assegnati al trattamento attivo hanno anche visto punteggi di scala CGI-I (Clinical Global Impressions-Improvement) significativamente migliori rispetto al placebo, il primo degli endpoint secondari. Due ore dopo il dosaggio, i trattati con BXCL501 120 μg e 180 μg avevano punteggi CGI-I rispettivamente di 2,0 e 1,6, rispetto a 2,8 per quelli con placebo.
Anche il cambiamento medio del punteggio ACES (Agitation-Calmness Evaluation Scale) rispetto al basale è stato significativamente migliore nei gruppi con trattamento attivo: 2,7 (120 μg), 3,7 (180 μg) e 1,1 (placebo), soddisfacendo così un altro endpoint secondario.
L’età media dei partecipanti alla sperimentazione era di 48 anni (fascia d’età: 18-75 anni) e circa la metà erano donne. Al basale, il punteggio totale medio PEC era 18. Tutti i pazienti arruolati avevano una diagnosi DSM-5 di schizofrenia, disturbo schizoaffettivo o disturbo schizofrenico, e si presentavano con agitazione acuta.
Il trattamento è stato auto-somministrato e una mezza dose ripetuta (90 μg o 60 μg) poteva essere ingerita 2 ore dopo la dose iniziale se il cambiamento del punteggio PEC rispetto al basale era inferiore al 40% e non vi erano problemi di sicurezza. Tuttavia, il numero massimo di dosi ripetute si è limitato a due entro 12 ore dalla dose iniziale.
«BXCL501 è posto sotto la lingua – sublinguale – o tra il labbro e la guancia – buccale – in modo che possa dissolversi rapidamente nella cavità orale ed essere assorbito attraverso la mucosa orale» ha spiegato Citrome.
Non sono stati segnalati eventi avversi gravi, ma circa il 35% di quelli in trattamento attivo ha sperimentato un evento avverso correlato al trattamento contro il 12% del gruppo placebo. Gli eventi più comuni segnalati sono stati sonnolenza (22%), xerostomia (6%) e ipotensione (4%). Non ci sono stati cambiamenti clinicamente significativi nell’intervallo PR, nella durata del QRS o nell’intervallo QT corretto per la frequenza cardiaca secondo la formula di Fridericia.
SERENTITY II, anche qui calo degli score ACES e CGI-I
Nello studio SERENITY II, che includeva 380 pazienti con disturbo bipolare I o II, sono stati ottenuti miglioramenti simili nell’agitazione.
In questo studio randomizzato 1:1:1, i pazienti trattati con BXCL501 120 μg e 180 μg hanno visto un calo medio del punteggio totale PEC dopo 2 ore rispetto al basale di 9,1 e 10,4, rispettivamente, contro una riduzione di solo 5,0 con placebo.
Dopo 2 ore, coloro che si sono auto-amministrati BXCL501 hanno anche ottenuto miglioramenti significativi nel punteggio ACES e nel punteggio CGI-I.
Nel complesso, il profilo di sicurezza era simile a quello visto nei pazienti con schizofrenia.
«BioXcel [l’azienda produttrice] ha presentato una NDA [nuova domanda di farmaco] alla FDA degli Stati Uniti per portare BXCL501 ai pazienti e agli operatori sanitari come trattamento acuto non invasivo dell’agitazione associata alla schizofrenia e al disturbo bipolare» ha concluso Citrome.
In studio nell’agitazione associata alla malattia di Alzheimer
BXCL501 è stato anche valutato nello studio di fase Ib/II TRANQUILITY per il trattamento acuto dell’agitazione associata alla demenza, ha aggiunto.
«BXCL501 ha ricevuto una breakthrough therapy designation e un fast track status dalla FDA per questa potenziale indicazione. Negli Stati Uniti, al momento non ci sono farmaci approvati per trattare l’agitazione associata alla demenza, compresa la demenza di Alzheimer» ricordato Citrome. «L’agitazione è un sintomo che colpisce molti pazienti con malattia di Alzheimer».
Fonte: American Psychiatric Association Annual Meeting (APA 2021)
Citrome L, et al. A novel rapidly effective treatment of agitation for schizophrenia with the oral dissolving film BXCL501.
vedi il poster
Preskorn S, et al. A novel rapidly effective treatment of agitation for bipolar disorders with the oral dissolving film BXCL501.
vedi il poster